euronews - 03/05/16 - Nauru è un’isola sperduta a oltre 2mila chilometri a nord ovest dell’Australia. L’altro campo di detenzione si trova in Papua Nuova Guinea, nell’isola di Manus. Il governo di Canberra, per fronteggiare l’aumento degli sbarchi dei disperati, ha adottato una serie di procedure che comportano la detenzione di chi arriva via mare in questi due centri costruiti fuori dalla frontiera australiana.

Una ragazza 21enne, di origini somale, non ha retto al pensiero di dover tornare nel centro di detenzione e smistamento di Nauru, in Micronesia, laddove il governo australiano spedisce i migranti che richiedono asilo. E ha deciso di darsi fuoco: ora è in gravi condizioni, ricoverata a Brisbane. E’ il secondo caso in pochi giorni: un altro ragazzo di 23 anni, iraniano, è morto lunedì per le gravissime ustioni dopo una lunga agonia.

Peter Dutton, ministro per l’Immigrazione e la protezione dei confini ha reso noto che le autorità australiane ritengono responsabili di questi episodi gli avvocati e coloro che sono a contatto con i rifugiati che si trovano rinchiusi in queste strutture: “E’ seriamente preoccupante che questa persona sia ricorsa ad una misura di autolesionismo così estrema. Ho già espresso la mia rabbia e frustrazione agli avvocati e alle altre persone che sono in contatto con chi si trova nei centri di accoglienza regionali e che li incoraggiano a comportarsi in questo modo, credendo che questo genere di pressioni possa condurre il governo australiano a cambiare le sue politiche di accoglienza e delle misure di protezione dei suoi confini”.

 

theage.com.au - April 29, 2016 - Phillip Atkinson - Manus esiste perché una parte oscura e piene di paura della nostra psiche collettiva lo esige dal nostro governo. Abbracciare la compassione significa chiudere Manus Island. Fermo restando che la nostra remota isola nazione offre un deterrente naturale che l'Europa ci invidia, e che le nostre città sono piene dei colori delle Nazioni Unite, i profughi su imbarcazioni occupano uno spazio sotto le creature viventi.

Contrastare la narrazione di odio delle imbarcazioni piene di profughi con la rappresentazione positiva di altri immigrati? Persone provenienti dalla Siria, o in materia di visti di lavoro e nei confronti di coloro in grado di permettersi le nostre università e i prezzi del nostro settore immobiliare?

Com’è nata questa descrizione sommaria della vita umana e del suo valore? La realtà è stata manipolata per giustificare la disumanità, e ce li fanno apparire come criminali, misogini, o anche avidi canguri e probabili terroristi. Il fatto che nessun partito offra compassione dimostra l'ampio sostegno per l’attuale politica. Per giustificare questa crudeltà abietta, perpetrata da una natura altrimenti decente, pensiamo a qualcosa per salvare vite umane, mentre un’altra povera anima si auto-immola.

 

euronews - February 27, 2016 - Il governo australiano ha disposto l’espulsione forzata per una neonata di origini nepalesi. La piccola, di un anno, era stata trasportata a Canberra per urgenti cure mediche, mentre si trovava in un centro per richiedenti asilo sull’isola di Nauru, nel Pacifico. I medici dell’ospedale minacciano di non disporre le dimissioni se la piccola verrà fatta tornare indietro, ma le autorità non cedono.

“Questa famiglia riceve lo stesso trattamento delle altre, quando hanno bisogno di cure mediche. Non permetteremo che i trafficanti di esseri umani possano usare le cure mediche come via per ottenere la cittadinanza australiana”, afferma il ministro dell’Immigrazione Peter Dutton.

Per sostenere la causa della neonata e degli altri 267 richiedenti asilo che rischiano l’espulsione si è svolto un sit in pacifico nel palazzo del Parlamento. Nonostante le manifestazioni e la pioggia di critiche da parte delle Ong, il governo australiano non intende riformare la propria legge sull’immigrazione.

 

euronews - February 13, 2016 - Una piccola folla si è riunita all’esterno dell’ospedale pediatrico Lady Cilento, a Brisbane, in Australia. I medici della struttura si rifiutano di dimettere una bambina immigrata di un anno, ricoverata per ustioni il mese scorso.

Non lasceranno uscire Asha, questo il nome della piccola, finché non sarà “individuata un’idonea abitazione per ospitarla”. Che non può essere il campo dell’isola di Nauru, dove viveva con la famiglia prima del ricovero. Ellen Roberts, attivista del gruppo GetUP!, movimento progressista australiano, spiega la presenza dei manifestanti. “Abbiamo sentito storie terribili sulla situazione a Nauru per bambini e adulti. E di certo i dottori sono molto preoccupati di cosa succederebbe ad Asha se fosse riportata lì. Siamo qui oggi per solidarietà con la famiglia, i medici e l’ospedale”.

Il campo profughi di Nauru, dove la piccola e i suoi genitori attendevano il responso sulla loro richiesta di asilo, è tristemente noto per le pessime condizioni nelle quali si trovano le oltre 500 persone che vi vengono ospitate. A nulla sono valsi gli appelli per la sua chiusura. Un tribunale, invece, lo scorso 3 febbraio, ne ha ribadito la legalità.

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