Originale: spectrezine

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10 Dicembre  2016

 

La lotta contro il razzismo, la Fortezza Europa e la lotta per la sovranità popolare

di Panagiotis Sotiris

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Il testo seguente, scritto dall’attivista di Unità Popolare, Panagiotis Sotiris, è la trascrizione del suo discorso al No Euro Forum tenutosi a metà ottobre a Chianciano Terme, Italia, dal 16 al 18 ottobre 2016.

 

La crisi dei rifugiati ha dimostrato quella la profonda crisi dell’Unione Europea. Negli scorsi anni, non soltanto non è stata in grado di affrontare l’arrivo di un gran numero di rifugiati e di immigrati, ma ha fatto ricorso alle letali politiche omicide della “Fortezza Europa”. La conseguenza sono stati migliaia di rifugiati e di immigrati morti nelle acque del Mediterraneo.

Alcuni dicono che “ci sono troppi rifugiati nel mondo”. E’ vero? Ebbene, i conti non

tornano.  Nel 2015, il numero totale degli immigrati è stato di 232 milioni, su una  popolazione  globale di 7.4 miliardi. Riguardo ai rifugiati in particolare, i numeri stanno realmente aumentando. Ma sono troppi? Parliamo di un totale di 65,3 milioni di sfollati nel mondo, di cui 21 milioni  (cifre del 2015) rientrano nella definizione di ‘rifugiati’, 5,2 milioni dei quali sono palestinesi. Ci sono 10 milioni di persone senza una patria e 3,2 milioni di persone che richiedono asilo politico. Questi sono numeri grandi in termini di tragedia umana, ma certamente non enormi nel senso di “non possiamo gestirli.”

Quasi metà dei rifugiati provengono da 3 paesi: Somalia (1,1 mil.), Afghanistan (27mil.), e Siria (49mil). Secondo le cifre del 2015, non vengono principalmente  in Europa. In 2015, i paesi che hanno  ricevuto il maggior numero  rifugiati,  sono: la Turchia (2,5 mil.), il Pakistan (1,6 mil.), il Libano, (1,1mil.), l’Iran (974.000), l’Etiopia (736.000), e la Giordania (664.000).

E’ questa la più grossa crisi di rifugiati in Europa? No, dopo la II Guerra mondiale il numero totale di rifugiati e di sfollati superava in Europa forse 10 o anche o i 20 milioni. E’ questa la più grossa crisi per una singola nazione o area? No, quella si verificò dopo la separazione del Pakistan dall’India, quando ci fu il più massiccio spostamento di rifugiati e di sfollati.

Ma il numero delle morti è alto, specialmente nel Mediterraneo. Nel passaggio dall’ Africa all’ Italia, la possibilità di morire è di 1 su 23.

Questi grossi spostamenti di rifugiati si possono spiegare dalla forma che ha assunto l’imperialismo contemporaneo. Da una parte ci sono le conseguenze delle guerre e degli interventi, direttamente o indirettamente. Le guerre imperialiste in Afghanistan e in Iraq, in aggiunta alle sanzioni precedenti, hanno creato situazioni di economie fallite e di infrastrutture statali che indussero molte persone a lasciare i loro paesi per evitare guerra e miseria. Il fatto che l’Occidente alimentasse le divisioni etniche, i conflitti religiosi e le ostilità tribali, rese soltanto peggiori le cose. D’altra parte, molte grosse azione in Europa favoriscono l’idea di un mercato del lavoro diviso, con un grande segmento della forza lavoro che deve fare i conti con uno sfruttamento esagerato, estrema precarietà e povertà. In questo senso, la povertà e la guerra hanno costretto le persone a ad abbandonare i loro paesi soltanto per trovare povertà estrema  e violenza nei posti dove arrivavano.

Il razzismo e la xenofobia sono elementi importanti di questi processi perché garantiscono le divisioni all’ interno della classe operaia e assicurano che un grosso segmento di questa rimanga intrappolata in una situazione molto precaria, senza essere in grado di avere i pieni diritti sociali e vivendo nel pericolo costante di essere arrestata ed espulsa.

La gente, però, continuerà ad arrivare, fino a quando l’imperialismo, la guerra e la povertà continueranno a costringerli a venire. Che cosa possiamo fare? L’estrema Destra, ma anche l’UE dice: “non fateli entrare”. “Proteggete i confini”. “Aumentate la sicurezza”. “Inviate altre navi della Marina Militare e aumentate le pattuglie di sorveglianza.” Tuttavia queste misure non fermano i rifugiati e gli immigrati, servo soltanto a rendere più pericolosa la situazione…

Al confine tra Stati Uniti e Messico c’è il muro più “all ‘avanguardia”  e più letale del mondo e il sistema di sicurezza in funzione contro gli immigrati. Finora nona realmente ridotto gli arrivi.

E ora, se arrivano, come dobbiamo trattarli? L’estrema Destra, e l’UE dicono: “trattateli come alieni illegali”, “bloccateli”  e “metteteli nei centri di detenzione”. Ma intendono anche dire: “teneteli come illegali, così che possano essere mano d’opera a basso costo”. La logica cinica dell’estrema Destra, ma anche dei governi europei, è che l’illegalità è un modo di assicurarsi che finiscano per stare in condizioni di sfruttamento esagerato e di precarietà.

E quindi che cosa possiamo fare se vogliamo rimanere nell’ ambito di una prospettiva di classe e internazionalista?

Prima di tutto dobbiamo combattere contro l’imperialismo, la guerra e la povertà, in modo che le persone non debbano lasciare i loro paesi. Non perché   “non vogliamo che arrivino”, ma perché è bene che le persone abbiano una vita migliore nei loro paesi. E’ meglio avere prosperità, pace e il lavoro in più paesi del mondo.

In secondo luogo, garantire un transito sicuro a chi cerca asilo e ai rifugiati. Il fatto che per arrivare in Europa si deve prima correre il rischio di affogare, è estremamente paranoico e delittuoso. Il diritto di transito sicuro e di arrivo a destinazione, sono fondamentali diritti umani. I rifugiati sanno dove vanno, non si fanno semplicemente trasportare. Tenerli bloccati o in prigione in Grecia o in Italia a causa di percorsi  e di confini chiusi, può soltanto peggiorare le cose. E piani come l’espulsione dalla Grecia e poi il trasferimento dalla Turchia, semplicemente non funzionano. Fin dall’ agosto 2015, un gran numero di rifugiati sono arrivati in Europa. E come tutti sappiamo, l’Europa non è stata distrutta.

Terzo, diamo ai rifugiati e agli immigrati i loro pieni diritti. Diamo asilo ai rifugiati, riconosciamo i diritti dei immigrati e garantiamo che abbiano accesso alla protezione sociale. L’illegalità crea precarietà e sfruttamento eccessivo, per mezzo di una divisione istituzionale delle classi operaie. Combattiamo contro la disuguaglianza. Per esempio, quando le grosse aziende portano i subappaltatori con i lavoratori provenienti da altri paesi, con salari più bassi usando la capacità di pagare con le tariffe dei paesi di origine, dobbiamo combattere contro gli appelli della Estrema destra razzista di “non fare entrare gli stranieri” e rispondere che “tutti quelli che lavorano qui dovrebbe avere i salari che si pagano qui e usufruire dello stesso posto di lavoro e della protezione sociale e avere gli stessi diritti” e organizzarli in sindacati.

Quarto, combattiamo il razzismo e la xenofobia e creiamo nuove comunità basate su interessi comuni contro l’islamofobia e tutte le ideologie neo-colonialiste e razziste, comprese le teorie neo-imperialiste di “scontro di civiltà”.

Vediamo ora alcune delle questioni che sono state sollevate nella discussione.

Primo, dobbiamo dire di no a tutte le “teorie di complotti”. Gli immigrati e i rifugiati non sono qui  a causa di una cospirazione delle borghesie europee. Sono qui perché hanno bisogno di un futuro migliore e perché vogliono fuggire dalla guerra, dalla persecuzione e dalla povertà. I borghesi europei possono trarre vantaggio dal loro arrivo, ma soltanto se è in atto il circolo vizioso di illegalità e razzismo istituzionale. Gli immigrati e i rifugiati sono alleati della nostra classe; non sono strumenti del nemico. Sono i capitalisti che rendono più flessibile e precario il mercato del lavoro , non gli immigrati.

In secondo luogo, dobbiamo smontare le cosiddette “questioni di sicurezza”. No, i rifugiati non sono “Terroristi Islamici”. Una “organizzazione terrorista islamica che mandi suoi agenti attraverso la Libia e li esponga al rischio di una morta in mare, sarebbe un’organizzazione terrorista stupida, adatta soltanto a un film con il (gruppo comico britannico) Monty Python. Sappiamo, invece che tali organizzazioni sono riuscite a reclutare moltissimi cittadini europei alienati esattamente perché hanno affrontato l’esclusione e il razzismo.

Terzo, dobbiamo rifiutare il neo Malthusianismo*. Non c’è senso di parlare del fatto che “c’è troppa gente” nei nostri paesi. Con un paradigma sociale alternativo, possiamo avere crescita, e redistribuzione e, inoltre, abbiamo realmente necessità che più gente lavori.

Questo significa che proponiamo una politica di “nessun confine”? No, invece abbiamo bisogno dei confini. Ne abbiamo bisogno per tenere fuori la finanza predatoria, per tenere fuori il capitale straniero che vuole demolire l’economia, per tenere fuori gli imperialisti. E anche per assicurarci che non ci sia fuga di capitali, che non ci siano aziende che si trasferiscono in altri paesi, che non sia ricchezza trasferita fuori dal paese. Abbiamo però bisogno di confini per aprirli e per accogliere rifugiati e immigrati!

Quarto, dobbiamo combattere contro l’islamofobia. Nell’Europa Occidentale, oggi, gli attacchi contro i rifugiati e gli immigrati rappresentano un tentativo neo-coloniale da parte della borghesia europea di intraprendere una guerra di classe contro gran parte della loro classe lavoratrice nel nome dell’estremismo, della “radicalizzazione” e del terrorismo. E’, infatti, una forma di colonizzazione interna e la Francia ne è il più tragico esempio. Oggi, in Europa, una grande percentuale della classe operaia e degli strati popolari sono musulmani. Sono trattati come cittadini di seconda classe o, peggio, come il nemico. Non dovremmo tollerare questo atteggiamento. Le leggi sul modo di vestire nelle scuole o sulle spiagge non sono una difesa della democrazia o dello stato laico; sono strategie classiste conto gli immigrati e i lavoratori musulmani.

In che modo si collega questo ai problemi della sovranità popolare? Ho detto prima che la solidarietà e l’internazionalismo significano confini chiusi al capitale aprono i confini alla solidarietà. Questo è un atto di sovranità. In termini più generali: sosteniamo l’idea della sovranità popolare contro l’integrazione o la “globalizzazione” europea. Difendiamo la sovranità popolare perché trasforma lo stato-nazione in un terreno di lotta democratica. Aiuta la formazione potenziale di una volontà democratica delle classi subalterne in una prospettiva socialista rivoluzionaria. E’ al livello di quello stato-nazione che possiamo creare un’ampia alleanza introno a un programma di trasformazione sociale , un nuovo “blocco storico”.

Questo ha, tuttavia, a che fare con una concezione politica dell’organismo politico. Ha a che fare con la gente, non nel senso definito nelle costituzioni, ma come alleanza delle classi subalterne nella loro lotta per un futuro migliore. Non ha nulla a che fare con le identità storiche o il lignaggio. Dobbiamo includere gli immigrati e i rifugiati nel popolo, sia dal punto di vista politico che istituzionale, nel senso di pieni diritti sociali e politici, ma anche dal punto di vista ideologico nei termini di come definiamo “noi” in paragone a “loro” nelle nostre società. E’ necessario che ridefiniamo il popolo – o anche la “nazione” – come l’unità nella lotta di tutte le classi subalterne. Questa è una risposta molto migliore alla “politica dell’identità” che lo sciovinismo e il neo-colonialismo in nome del “repubblicanesimo” e del “laicismo”, ma anche del cosmopolitismo che nega la possibilità di un “buonsenso” popolare radicale emancipatorio, favorendo invece, un mondo dove ci sono soltanto grosse imprese e individui, non forme di volontà popolare.

Siamo capaci di farlo? Sì. In Grecia uno degli percorsi più positivi dello scorso anno è stato l’immenso movimento di solidarietà per i rifugiati e gli immigrati. Una parte importante è stata l’occupazione, da parte del movimento, di edifici scolastici o di alberghi. Mi riferisco all’esempio del City Plaza Hotel ad Atene. E’ autogestito da rifugiati e gente del movimento di solidarietà che lavorano insieme. Queste forme di occupazione dimostrano che si possono avere rifugiati in condizioni decenti senza grandi costi. Soprattutto, queste forme di occupazione dimostrano che si può davvero creare una comunità diversa di lotte comuni. Dimostrano che possiamo vivere insieme e che possiamo creare insieme un popolo in lotta!

 

nota

*http://www.treccani.it/enciclopedia/malthusianismo/


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-struggle-against-racism-and-fortress-europe-and-the-fight-for-popular-sovereignty/

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