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Lo spettacolo della tragedia umana

 

In un mondo complesso e sempre più interconnesso, la necessità di discussione obiettiva è diffusa.

 

Sotto la premessa di diffondere la pace e la libertà, i poteri del vasto apparato democratico agiscono nei loro propri interessi economici, ad un prezzo molto elevato per coloro che lo subiscono.

 

La realtà è dominata da titoli di morte, guerra, cambiamenti climatici, Stati in bancarotta, intrighi politici, scandali, speranze che si vanificano sulle coste dell'Europa.

 

I valori veicolati dai media coincidono con i valori tradizionali della società aperte e democratiche? La nostra etica è compatibile con i nostri interessi geostrategici? I valori democratici sono universali per tutta l'umanità, o abbiamo bisogno di ripensare il modo in cui noi percepiamo il vivere e il diffondere il nostro modo di vivere?

 

Sul palcoscenico geopolitico, la luce del giornalismo è spesso troppo debole per brillare oltre i veli della segretezza. In un clima di intimidazione, auto-censura e propaganda, l'informazione e la disinformazione si confondono tra di loro. La libera diffusione delle verità selezionate catalizza la polarizzazione e, così facendo, facilita l'inerzia alla radicalizzazione, minando così il fondamento stesso della libertà.

 

In un mondo complicato, le persone sono vulnerabili alla retorica servita dai mezzi di comunicazione. Ma in un momento in cui le informazioni sono più facilmente accessibili che mai, sappiamo veramente cosa sta succedendo?

 


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The spectacle of human tragedy

 

In a complex and increasingly interconnected world, the need for objective discussion is rife.

 

Under the premise of spreading peace and liberty, powers in the vast machinery of democracy act in their own economic interests - at a high price to those on the receiving end.

 

Reality is dominated by headlines of death, war, climate change, bankrupted states, political intrigue, celebrity scandal, hopes washing up upon the shores of Europe. The spectacle of human tragedy.

 

Do the values conveyed by media coincide with traditional values of open, democratic societies? Are our ethics compatible with our geostrategic interests? Are democratic values universal to all of mankind, or do we need to rethink the way in which we perceive, live out and spread our way of life?

 

On the geopolitical stage, the light of journalism is often too faint to shine past the veils of secrecy. In an atmosphere of intimidation, self-censorship and propaganda, information and disinformation become confused. The free dissemination of selective truths catalyzes polarization and in doing so, gives inertia to radicalization, thus undermining the very foundation of freedom.

 

When the media speaks, we listen. If everyone is looking, it must be important. In a complicated world, people are vulnerable to the rhetoric served up by the media. But at a time in which information is more easily accessible than ever before, do we really know what’s going on?

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