Guarda le foto del complesso: https://www.flickr.com/photos/wulingyun/4662884301/in/album-72157624105890458/

e anche quelle scattate dopo le demolizioni: https://www.flickr.com/photos/freetibetorg/sets/72157672530525926?utm_sou-rce=Free+Tibet+email+updates&utm_campaign=2cc358e38e-News_Update_Campaigns6_21_2016&utm_medium=email&utm_term=0_8b3b75e260-2cc358e38e-46306953&mc_cid=2cc358e38e&mc_eid=8526806c0e


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August 8, 2016

 

Una monaca Tibetana si impiccata in segno di protesta per la demolizione del Buddhist Center Larung Gar

 

E' difficile cogliere il grado di terrore, sofferenza e oppressione che i tibetani hanno subito da quando la Cina ha invaso il Tibet nel 1950. I casi di tortura, perdita e tragedia personale sono di una grandezza che può essere trovata nelle descrizioni di genocidio o di guerra prolungata. Ci sono stati innumerevoli esempi di tibetani che di fronte alla tirannia viziosa della Cina hanno coraggiosamente resistito, sacrificato la loro vita per chiedere la libertà nazionale del Tibet e per protestare contro la persecuzione e l'erosione del buddismo tibetano. Tutte queste azioni sono profondamente commoventi, le risposte alla domanda dei governi e delle Nazioni Unite che hanno offerto banalità, per placare il regime cinese.

Un rapporto appena pubblicato oggi, via radio Free Asia, documenta un'altro di quei casi, questa volta una monaca tibetana, chiamata col nome di Rinzin Dolma, che viveva all’Accademia buddista di Larung Gar, nella Contea di Serthar, regione Kham del Tibet orientale, si è appeso in segno di protesta per la demolizione forzata del più grande centro buddhista del Tibet da parte del regime cinese

 

Rinzin Dolma si è impiccata, quando i cinesi cominciarono la demolizione del centro il 20 luglio 2016. Perché non era in grado di sopportare la vista della sua accademia demolita dalle autorità. Aveva una abitazione su Pema Khado strada all'interno del complesso Larung Gar ed era allieva regolare dell'istituzione. Ha lasciato un biglietto in cui ha scritto di come non poteva sopportare il dolore dell’infinita molestia cinese, contro buddisti innocenti che silenziosamente studiavano presso l'istituto. Insieme con il biglietto ha lasciato un pò di soldi per l'istituto.

 

L'unità di demolizione ha lo scopo di tagliare la forza del centro da 10.000 a 5.000 unità entro il 2017. L'anno scorso, a più di 600 membri del centro è stato ordinato di andarsene, mentre circa 400 membri di età superiore ai 60 sono stati espulsi. Allo stesso modo, l'anno 2001 ha visto un simile smantellamento dell’Istituto Serthar. Oltre 8.000 studenti sono stati sfrattati con la forza dall'Istituto e circa 2.000 abitazioni di monaci e monache sono stati demoliti quell'anno.

 

La comunità religiosa e politica globale è rimasta praticamente in silenzio mentre questa importante sede di studi buddisti è stata demolita in macerie e gettata nel dimenticatoio dai paramilitari cinesi, un silenzio che la dice lunga sulla loro spietata indifferenza per la situazione del Tibet e la sua cultura!

 

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