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28 settembre 2017

 

Film: Ottobre ovvero i 10 giorni che sconvolsero il mondo


Ho rivisto Ottobre, bellissima quella rivoluzione inventata

di Gianfranco Manfredi

 

Ottobre di Eisenstein: la presa del Palazzo d’Inverno non fu per nulla spettacolare ma il film è bellissimo lo stesso perché quando la storia incontra la leggenda, vince la leggenda

Youtube, a distanza di decenni da quando lo avevo visto in un cinema d’essai d’antan, il film Ottobre di Eisenstein che come sottotitolo ha quello del libro di John Reed sulla rivoluzione d’ottobre anche se con quel libro non c’entra niente, perchè adotta un punto di vista diverso al punto da raccontare cose non solo diverse, ma che storicamente non sono affatto avvenute così. Il film, girato a caldo, ricostruisce la storia della rivoluzione russa e in particolare la spettacolare presa del palazzo d’inverno, che spettacolare in realtà non fu affatto, e più che una conquista fu una consegna, incruenta, perchè l’esercito passò con i bolscevichi e il governo provvisorio si disciolse senza spargimento di sangue e senza assalto alcuno. Tuttavia:1) il film dal punto di vista puramente cinematografico è stupendo. Il montaggio fa girare la testa e fa impallidire l’estetica dei video-clip, al confronto. 2) Il film è popolare nello stesso senso in cui lo è il cinema americano. Semplifica. Buoni contro cattivi. Stesso approccio ideologico. Senza sfumature. Finzione pura, ma efficace come racconto. 3) Quel film ha dominato l’immaginario collettivo e il modo di vedere e interpretare la rivoluzione bolscevica, quale in realtà non è stata. Basta leggere un qualsiasi testo di storia, a partire da quello di Reed, per capire che le cose non sono andate così, però sentirle raccontare così e crederci è molto seduttivo. E c’è più gente che vede film che gente che legge libri di storia. Come disse John Ford, quando la storia incontra la leggenda, vince la leggenda. Il punto è che un marxista, che si ispira al materialismo storico, dovrebbe preferire la storia alla leggenda. 4) Eisenstein era un regista e come tale è pienamente giustificato. Nessun regista tra una scena in cui migliaia di comparse conquistano epicamente il palazzo d’inverno e una in cui un pugno di rivoluzionari semplicemente entrano senza incontrare resistenza alcuna, nessuno sceglierebbe la seconda soluzione, che però è quella avvenuta in realtà e per un motivo socialmente non irrilevante: i russi volevano la pace, non ne potevano più della guerra, neppure anzi soprattutto i soldati. E il popolo voleva il pane. Il governo provvisorio voleva invece continuare la guerra e finì isolato. Ma in un film , raccontare una rivoluzione incruenta e a fondamento pacifista, smoscia il pubblico. 5) In altre zone e città della Russia, come Mosca, per esempio, la rivoluzione non fu affatto incruenta, ma tragica. Nel romanzo Il placido Don, e anche nell’Anno Nudo, se ne è data testimonianza. Nel cinema no. E su questo aspetto anche la storiografia ufficiale presenta molti buchi. Il punto è che nei romanzi si può raccontare benissimo la confusione totale, mentre il cinema e la storiografia tendono per loro natura a ordinarla.

 

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