Originale: The Hindu

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10 ottobre 2017

 

Un potere rivoluzionario per guarire

di Vijay Prashad

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Il 9 ottobre 1967, nella Bolivia meridionale, vicino al desolato villaggio di La Higuera, l’esercito boliviano, in base a istruzioni avute dal governo degli Stati Uniti, tese una trappola all’isolata colonna di guerriglieri guidata da Ernesto ‘Che’ Guevara. Il Che, uno degli eroi della Rivoluzione Cubana del 1959, credeva che Cuba, situata soltanto a 90 miglia dalla terraferma degli Stati Uniti, sarebbe rimasta vulnerabile, a

meno che altre rivoluzioni non avessero avuto successo nel mondo. La sua reazione al violento bombardamento americano del Vietnam, era stata simile, non sufficiente a difendere il Vietnam, aveva detto, ma era necessaria ‘per creare due, tre, molti Vietnam’. Il fallimento di scatenare la rivoluzione in Congo, portò il Che in Bolivia, dove l’esercito di quel paese lo prese in trappola. Alla fine fu catturato e portato in un edificio scolastico. Mario Terán Salazar un soldato, fu incaricato dell’assassinio. Il Che guardò quell’uomo che tremava: “Calmati e prendi bene la mira,” gli disse. “Stai per uccidere un uomo.” Il Che morì in piedi.

Da uomo, Ernesto Guevara (nato nel 1928) divenne un mito. E’ difficile non essere commossi dalla vita di questo dottore argentino che divenne un rivoluzionario.

Radicalizzato dalla realtà

La sua difesa del pensiero rivoluzionario gli arrivava dalle sue esperienze tra i malati di lebbra del Venezuela e tra i minatori che scavavano lo stagno in Bolivia, tra i rivoluzionari dell’Argentina e nel colpo di stato in Guatemala del 1954. La realtà lo ha radicalizzato. Soltanto in seguito avrebbe riferito che era stato influenzato dalla ‘dottrina di San Carlos’, come diceva, un velato riferimento a Karl Marx.

Nel 1953, in Messico, Guevara incontrò Hilda Gadea, una rivoluzionaria dell’APRA peruviana (Alianza Popular Revolucionaria Americana – Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana). Gadea educò Guevara nella teoria marxista e nelle correnti radicali che allora infiammavano la regione. Nel settembre 1954, si trasferirono in Guatemala che era allora nel bel mezzo di una importante lotta contro il governo degli Stati Uniti e contro le grosse aziende di base in quel paese. Un governo democraticamente eletto, guidato da Jacobo Arbenz tentò di condurre riforme terriere basilari che entravano in conflitto con  la multinazionale United Fruit Company. Guevara fu segnato dal ruolo di questa grossa azienda nel governare il Guatemala.

A sua figlia Beatriz, scriveva: “Ho avuto l’occasione di attraversare la terra di proprietà della United Fruit e questo mi ha convinto ancora una volta dell’infamia di queste piovre capitaliste. Ho giurato di fronte a un ritratto del vecchio Compagno Stalin piangente di non riposarmi fino a quando queste piovre capitaliste non verranno eliminate. In Guatemala migliorerò e diventerò un vero rivoluzionario.”

Quando gli Stati Uniti iniziarono il golpe contro il governo di Arbenz, Guevara scese in strada, ma non ne derivò nulla di buono. Guevara e Gadea fuggirono il Messico. Fu lì che, grazie a Gadea, incontrarono Raoul Castro e alla fine suo fratello Fidel. Non molto tempo dopo, Guevara sarebbe salito a bordo di  uno yacht poco stabile, il Granma, con i fratelli Castro e altre 79 persone per dare inizio alla Rivoluzione Cubana. Quando  il loro yacht  arrivò a Cuba, i militari uccisero 70 rivoluzionari. I sopravvissuti si precipitarono nell’interno dell’isola e con grande coraggio     procedettero a costruire l’esercito di contadini che alla fine prevalse sul dittatore Fulgenzio Batista, appoggiato dagli Stati Uniti, al termine del 1959.

I giovani rivoluzionari ereditarono un paese in bancarotta. Batista aveva trasferito 424 milioni di dollari americani delle riserve cubane, nelle banche degli Stati Uniti. I prestiti non erano disponibili. Durante un incontro notturno, Castro domandò se tra di loro c’era un economista. Il Che alzò la mano. Divenne il capo dell’economia. In seguito, quando castro gli chiese circa queste credenziali, il Che rispose che pensava che Castro gli aveva chiesto: “Chi è un comunista?” Il Che intraprese il suo compito con energia e determinazione. Nel 1962 gli Stati Uniti avevano stabilito un embargo contro l’isola che soffocava Cuba. Il giornalista uruguaiano Eduardo Galeano andò a intervistare il Che nel 1964. “Non voglio che ogni cubano desideri che io sia un Rockfeller,” disse Guevara. Voleva costruire il socialismo, un sistema che “purificava le persone, le faceva andare oltre l’egoismo, le salvava dalla competizione e dalla voracità”. Era un compito che intimoriva e che era reso difficile dalla povertà del Tesoro e della popolazione, anche se lo spirito del popolo cubano li spingeva a offrire volontariamente il loro lavoro per costruire le loro risorse.

Gli anni a Cuba

“Cuba non sarà mai una vetrina del socialismo,” ha detto Guevara a Galeano, “ma piuttosto un esempio di vita.” Era troppo povera per diventare un paradiso, e tuttavia poteva trasudare amore per la sua gente e per il mondo. Per Guevara l’amore era tutto, era la chiave per la sua idea di socialismo. In una lettera ai suoi cinque figli, scritta lungo la strada per la Bolivia, Guevara scrisse: “Siate sempre capaci di sentire nel profondo del vostro essere tutte le ingiustizie commesse contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. Questa è la qualità più bella che può avere un rivoluzionario.”

L’epilogo

In quanto al destino di coloro che uccisero Guevara 50 anni fa, il dittatore boliviano René Barrientos morì un anno dopo quando il suo elicottero prese fuoco. Il Generale

Joaquín Zenteno Anayache aveva guidato l’operazione contro il Che, fu colpito a morte nelle strade di Parigi. Il Maggiore Andrés Selich Chop che guidò i Rangers che catturarono il Che, fu ucciso dalla dittatura di Hugo Banzer, Monica Ertl, membro dell’Esercito Nazionale di Liberazione della Bolivia, uccise il Colonnello Roberto Quintanilla Perez, che aveva annunciato al mondo ad Amburgo, la morte del Che. Mario Terán Salazar, il soldato che sparò al Che, si nascose. Molti anni dopo, nel 2006, il governo cubano operò l’assassino del Che per rimuovergli una cataratta dall’occhio, gratuitamente. L’eredità del Che non è stata la vendetta. Rimane l’amore di un medico per l’umanità.


Vijay Prashad è il capo redattore di LeftWord Books. Sta lavorando a un libro sul Comunismo nel Terzo Mondo


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/a-revolutionary-power-to-heal

 

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