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Sgt Pepper’s: la copertina che parla del mistero dei Beatles

 

Tra le copertine dei Beatles, quella di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band è una celebre foto del pubblico davanti a cui i Fab Four avrebbero voluto esibirsi. Il mistero della cover di Sgt Pepper’s va di pari passo con il disco, uno degli album più famosi e importanti di tutti i tempi.

Considerato il vertice dei Beatles e uno dei punti massimi della storia del rock, è un disco senza paragoni per concezione, sonorità, testi, tecnologia di studio e grafica di copertina. Siamo solo nel 1967, un album esagerato per l’epoca.
Paul McCartney aveva concepito il disco come un concerto suonato da una band di ottoni immaginaria durante l’epoca vittoriana, la “Band dei Cuori Solitari del Sergente Pepper”, con l’idea che ognuno di loro doveva interpretare una canzone come se fosse un personaggio inventato. L’idea e il significato di Sgt Pepper’s derivano da un cambiamento per la band, che porterà a una vera rivoluzione per la musica. I concerti in giro per il mondo erano stati cancellati l’anno prima e i Beatles potevano prendere microfono e strumenti e suonare e cantare senza freni, come fossero altre persone. Basta Beatlemania. McCartney voleva riunire il gruppo per ritrovare il piacere di suonare con i suoi compagni, in modo semplice, senza guardare troppo alla celebrità. La decisione di farsi crescere baffi e barba risale a quel periodo. Anche questo voleva dire allontanarsi dall’immagine pulita dei quattro “ragazzini” di Liverpool. Era liberatorio.

Una liberazione che ha fatto nascere uno dei primi concept-albumdella storia, il migliore degli album dei Beatles per sintonia di gruppo e sperimentazione, oltre alla più misteriosa tra le loro copertine.

Con Sgt Pepper’s i Beatles fecero le cose in grande. Le registrazioni durarono 129 giorni e il conto arrivò vicino ai 30.000 dollari. Soltanto la copertina costò 2.867 dollari, una cifra pazzesca negli anni 60 in cui una cover costava, mediamente, dieci volte meno. Copertina costosissima e particolare, piena di prime volte. Per la prima volta la cover si apriva a libro. Per la prima volta nel retro erano stampati i testi delle canzoni. Per la prima volta in una pagina erano inclusi gadget (baffi finti, il logo di Sgt Pepper’s, i gradi da sergente e altri) che i fan potevano ritagliare e conservare. La copertina è a tratti indecifrabile, super studiata da chi sostiene che Paul McCartney è morto davvero, con la sua ricchezza di particolari è un puzzle di messaggi subliminali e significati. Premetto che non sarebbe possibile riportare tutte le informazioni che si possono ricavare dalla copertina di Sgt Pepper senza scrivere un libro che sarebbe molto simile al riassunto con commenti della Divina Commedia. Premettendo questo, vediamo un po’…

Cosa c’è nella copertina di Sgt Pepper’s Lonely Heart Club Band?

I quattro Beatles sono vestiti con costumi vittoriani da banda musicale e si confondono nel gruppo. Se si crede alla leggenda P.I.D. (Paul Is Dead), tra i componenti dei Beatles in questa copertina c’è il sosia di Paul McCartney, l’attore scozzese William Stuart Campbell. Per alcuni è l’agente di polizia William Sheppard. L’anno prima fu indetto un concorso pubblico per trovare un sosia a McCartney, concorso che non vedrà mai una fine e un vincitore. I sostenitori della P.I.D. pensano che il sosia sia proprio il vincitore di quel concorso, rimasto anonimo perché il vero Paul non c’era più. Le stranezze e le attenzioni in questa copertina sembrano incentrate attorno a McCartney, come se i Beatles avessero lasciato dei messaggi di proposito.

Guardando i quattro componenti, John Lennon, Ringo Starr e George Harrison sono posti leggermente di lato; l’unico perfettamente frontale è Paul McCartney, che appare come l’unica figura piatta dei quattro. Il bassista dei Beatles è anche il solo a tenere in mano uno strumento nero, un corno inglese. I compagni hanno in mano degli ottoni. Sopra la testa di Paul spunta una mano, simbolo di morte per alcune culture asiatiche. Vicino a loro, le statue di cera dei quattro Beatles sono giovani, con abiti eleganti, come a un funerale. Un passaggio di consegne tra i Beatles giovani e quelli maturi? Il Ringo Starr di anni prima ha un’espressione affranta e una mano di Paul McCartney giovane è posata sulla sua spalla, come a consolarlo. Stanno apparentemente guardando verso il basso, in direzione di quella che potrebbe essere una tomba. La terra, i fiori. La composizione floreale gialla in basso a destra ha la forma di una chitarra o un basso, magari un Hofner, lo stesso basso di Paul McCartney. Lo strumento ha la tastiera rivolta a destra, come lo suona un mancino come lui, e ha solo tre corde. Il basso solitamente ne ha quattro. E la quarta? Sparita.

I fiori rossi formano la scritta “Beatles” e a destra una piccola composizione circolare degli stessi fiori crea una piccola “O”, ad aggiungere un particolare al mistero. L’occhio attento vedrà la scritta “BEATLESO”, indizio del luogo in cui, per i sostenitori della P.I.D., si trova il corpo del vero Paul McCartney, in Lesotho. Sulla destra della cover, una piccola televisione spenta simboleggia il silenzio nei confronti dei media su una notizia che non doveva diventare di dominio pubblico.

Una leggenda è sempre e solo una leggenda, e così è rimasta negli anni, ma le cover dei Beatles dal 1969 in poi saranno analizzate alla ricerca di innumerevoli indizi e messaggi, coincidenze o tracce, che saranno considerate prove della morte di Paul McCartney. Ma quindi, nelle copertine dei dischi i Beatles avrebbero lasciato indizi ed elementi strani di proposito? Sembra proprio di sì. Questo non rende reale una leggenda, ma le stranezze sono stranezze fino a prova contraria.

Per dirne una: sul retro della copertina, tre membri del gruppo sono raffigurati di fronte, eccetto McCartney che è girato di schiena e inverosimilmente più alto degli altri. Perché mai raffigurarlo di schiena?

Allora ti chiederai: come riuscirebbe un sosia a cantare nello stesso modo e a suonare il basso di Paul McCartney, un mancinoaddirittura? A questa domanda nessun teorico del complotto ha saputo rispondere. Forse il nostro sosia era un vero fenomeno oppure è davvero fantascienza. Il fatto curioso è che il 29 agosto 1966, a San Francisco, i Beatles si esibiscono dal vivo per l’ultima volta, e questo è un dato di fatto. Troppo rischioso presentare il sosia di Paul McCartney al pubblico, che conosce a memoria la fisionomia della band. Campbell era più alto di McCartney e occorreva del tempo per fargli imitare la sua voce e le sue movenze. Benissimo allora, niente più concerti. Anzi, meglio così: la band era stanca dei tour ed era arrivata a un livello esagerato di fama. Lasciate in pace i quattro ragazzi, che non ne potevano più di suonare in giro per il mondo con quel ritmo. E questo era il secondo dato di fatto.

Sulla destra della copertina, una bambola indossa una maglietta con scritto “Welcome The Rolling Stones”, un benvenuto nella musica agli Stones o un secondo passaggio di consegne.
La bambola ha un modellino di Aston Martin sulla gamba destra, lo stesso modello che McCartney avrebbe guidato la notte dell’incidente che gli costò la vita. La stessa bambola siede su un pupazzo con un guanto da automobilista rovinato, sgualcito.
Al centro c’è una grancassa con il titolo dell’album, l’elemento che risalta più all’occhio della copertina. Questa grancassa può sembrare banale ma è il maggior mistero della cover.
È stata l’unica parte a essere commissionata a un artista esterno, tale Joe Ephgrave, un pittore di luna park. Cosa si sa di questo signore, se uno va alla ricerca? Nulla, in pratica. È un artista sconosciuto se non per questo dettaglio, apparentemente insignificante, sulla copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band.
Un artista-fantasma per un cognome-fantasma se si pensa che potrebbe essere la combo delle parole “epitaph” e “grave”, epitaffio e tomba. Strano, sì. Quanto meno curioso.

Ma non è solo questo particolare il motivo che rende questa grancassa un elemento misterioso, c’è infatti una sorta di messaggio subliminale dietro a questo elemento. Se prendi uno specchio e lo appoggi alla metà esatta della grancassa dov’è scritto “Lonely Hearts”, la metà superiore rispecchiata restituirà la scritta “I ONE IX HE ◊ DIE”.
La scritta ha tre interpretazioni. La prima, 11-9 (per alcuni, morte di Paul McCartney sarebbe avvenuta il 9 novembre) EGLI MORIRE. Anche se la frase non è corretta dal punto di vista grammaticale, il rombo è posizionato proprio a indicare Paul in alto e l’ipotetica tomba in basso.
Seconda interpretazione. I simboli vanno letti come “1 1 1 X” per chi crede che la data di morte del bassista sia il 3 ottobre.
Terza interpretazione. I ONE I X. Tre componenti sono vivi, uno è stato cancellato, collegabile anche alle parole di Come Together, in una delle frasi dei Beatles più famose: one and one and one is three.

I personaggi di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band

Dietro i Beatles, un bel po’ di persone, come una foto di gruppo. Persone normali? No, anzi. In Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band i personaggi sono stati scelti dai Beatles, a riunire il loro pubblico ideale per un concerto. Alcune scelte (Ghandi, Gesù Cristo e Hitler) non furono incluse per il categorico rifiuto della EMI. La casa discografica inizialmente era contraria all’intero progetto di copertina, considerato troppo complesso e costoso ma anche per timore di problemi giudiziari legati ai diritti d’immagine dei personaggi. Vinsero comunque i Beatles. Vista l’insistenza della band nessuno ostacolò l’idea, in ogni caso declinando ogni responsabilità ai Fab Four.

L’iniziativa si rivelò al contrario un successo. Tutti i soggetti accettarono di apparire nella copertina di Sgt Pepper’s senza volere il pagamento di copyright. L’attore Leo Gorcey fu l’unico a chiedere un compenso di 500 dollari e per questo fu escluso. Mae West inizialmente si rifiutò di entrare a far parte di un “club di cuori solitari”, i Beatles allora le inviarono una lettera firmata in cui si dimostravano suoi grandi ammiratori. L’attrice alla fine si convinse ad accettare.

Sono tutti personaggi conosciuti, alcuni amici personali della band, altri celebri icone, altri più oscuri e con un’aura di mistero attorno. Troviamo mostri sacri dello spettacolo come Stan Laurel, Marlon Brando, Marylin Monroe. Altri personaggi estremamente famosi come Bob Dylan, Albert Einstein, Fred Astaire e Carl Marx. Il fanciullo Bobby Breen, famoso per le sue parti da attore bambino negli anni Trenta. Shirley Temple compare anche da adulta oltre che da bambina sotto forma di bambola. Scrittori come Edgar Allan Poe, George Bernard Shaw e Oscar Wilde. Particolare è la presenza di Stuart Sutcliffe, primo bassista dei Beatles e amico personale di John Lennon.

Non mancano personaggi molto particolari. Sri Yukteswar e Lahiri Mahasaya sono due grandi guru indiani. Sri Mahavatar Babaji è, secondo la tradizione, uno yogi immortale che vive sull’Himalaya e che riesce ad assumere qualsiasi aspetto lui desideri oltre a non invecchiare. Appare il tenente colonnello conosciuto con lo pseudonimo di Lawrence d’Arabia, militare ma anche agente segreto e archeologo, protagonista della Rivolta Araba a inizio novecento. Il mondo islamico torna e ritorna nella copertina di Sgt Pepper, come anche il tema della giovinezza, a conferma di un profondo cambiamento che stava avvenendo nella band in quegli anni.

Poi c’è Aleister Crowley, la figura più oscura e inquietante. Noto esoterista, astrologo, ma anche scrittore e alpinista. Considerato dalla maggior parte degli studiosi come il fondatore del moderno occultismo e da cui il satanismo di oggi ha preso ispirazione. In questa “foto di gruppo” i personaggi sono 66. A voi il piacere di scoprire l’intera lista. Comunque, non è detto che in queste rubriche non ci torneremo di nuovo su questi personaggi. Stay tuned.

La lista di oggetti che rende unica questa copertina non finisce quì. Accanto alla televisione vediamo un candeliere messicano conosciuto con il nome di “Albero della Vita di Metepec“, una statua che John Lennon teneva in casa e altre due statue di pietra. Sotto la grancassa c’è una statua in pietra della divinità indiana a quattro braccia Lakshmi, un’altra figura giapponese in pietra è vicino alla tuba. Troviamo poi una statuetta di Biancaneve, un nano da giardino e un serpente di pezza. Accanto alla tuba c’è anche un narghilè. Le piante sulla destra erano state additate dai fans come piante di marijuana, sfuggite al controllo della EMI, ma furono poi identificate come piante di eucalipto.

Molto di più di una copertina dei Beatles

La copertina di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band meriterebbe tanti altri approfondimenti. Ogni elemento è al suo posto in un criterio non casuale, alcuni per tracciare il più grande dei misteri sui Beatles, altri sembrano delle semplici particolarità volute dalla band.

Il pubblico preferito dai Beatles è finalmente riunito, la band può iniziare a esibirsi. Dall’attacco di “Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band” con il chiacchiericcio in stile teatro, gli applausi e le risate del pubblico, alla dolce melodia di With A Little Help From My Friends, da She’s Leaving Home, chiaro riferimento alla P.I.D., alla chiusura di A Day In The Life, un abbandono fantastico pensando alla mortalità e all’infinito. In quest’album si completava il cambiamento di musiche e testi iniziato l’anno prima con Revolver. Non più canzoni d’amore e divertenti come in passato, niente leggerezza.

Nel 1967, la critica discografica inglese dichiarava: “ricordatevi di Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band: è i Beatles”. McCartney confermò: l’album è “solo noi, a fare un bello spettacolo”. Ce lo ricorderemo. Sgt Pepper’s è uno dei migliori spettacoli della band di Liverpool. Ascoltato da cinquant’anni, riprodotto, imitato e parodiato, se non era già un disco da leggenda la sua copertina gli ha fatto fare il passo decisivo.

 

SIDE A
A1 – Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band
A2 – With A Little Help From My Friends
A3 – Lucy In The Sky With Diamonds
A4 – Getting Better
A5 – Fixing A Hole
A6 – She’s Leaving Home
A7 – Being For The Benefit Of Mr. Kite!

SIDE B
B1 – Within’ You Without You
B2 – When I’m Sixty-Four
B3 – Lovely Rita
B4 – Good Morning Good Morning
B5 – Sgt Pepper’s Lonely Hearts Club Band (Reprise)
B6 – A Day In The Life

 

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03/06/2017 

 

La copertina di sgt. Pepper’s: un intrigo di storie e volti

 

Il 2 giugno 1967 i Beatles pubblicano internazionalmente uno degli album più rivoluzionari di tutti i tempi, destinato ad avere un enorme successo: si tratta di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.

Al di là delle canzoni contenute al suo interno, caratterizzate dall’estrema genialità e dal grande talento tipico dei Fab Four, il disco è diventato un oggetto di culto per la sua insolita copertina, nota in tutto il mondo e immediatamente riconoscibile da chiunque.

Realizzata grazie alla collaborazione di Peter Blake e Jann Haworth, artisti entrambi vicini agli ambienti della pop art, e basata su uno schizzo iniziale di Paul McCartney, la copertina di «Sgt. Pepper’s» consiste in un collage di volti famosi e personalità celebri che, nell’ottica dei quattro ragazzi di Liverpool, rappresenterebbe il pubblico ideale di fronte al quale vorrebbero esibirsi: sono presenti scienziati, come Einstein e Freud, scrittori, tra cui Edgar Allan Poe, Aldous Huxley e William Burroughs, e attori, come Marlon Brando, James Dean e Marilyn Monroe.

Le assenze

Tra i 50 volti che compaiono sulla copertina dell’album è possibile individuare una serie di personaggi illustri, ma sono interessanti anche le assenze: sembrerebbe infatti che John Lennon volesse inserire figure come Gesù, Mahatma Gandhi e Adolf Hitler. Tuttavia fu deciso infine di scartare i tre volti dalla selezione finale, mentre l’esclusione dell’attore Leo Grocey è riconducibile al fatto che chiese 500 dollari in cambio della concessione del copyright, ma i Beatles rifiutarono.

Il contenuto: la “PID”

La copertina di uno dei più famosi concept album della storia della musica rock è inoltre degno di nota per ciò che rappresenta, in particolare in relazione alla teoria della PID («Paul Is Dead»), secondo cui Paul McCartney sarebbe morto in un incidente stradale nel novembre 1966 e sarebbe stato sostituito da un sosia.

Secondo la maggior parte dei sostenitori sono numerosi gli elementi che confermerebbero questa tesi: la grande scritta composta da fiori rossi che recita “Beatles” nella parte inferiore è seguita da un cerchio ornamentale che permetterebbe di leggere «Be at Leso», dove Leso sarebbe il nome di un’isola sperduta dei morti oppure il luogo di sepoltura di McCartney.

Inoltre sotto questa scritta è presente una rappresentazione floreale di un basso, lo strumento suonato da McCartney nella band. Tuttavia esso non è composto da quattro corde, come dovrebbe essere nella normalità, bensì da tre corde e secondo i sostenitori della PID ciò rappresenterebbe il fatto i Beatles sono ora in tre, dato che uno dei membri è morto.

Sulla destra compare una bambola raffigurante l’attrice Shirley Temple, la quale tiene tra le mani un modellino di una Aston Martin, l’auto che Paul avrebbe guidato il giorno dell’incidente.
Ma esattamente, quando morì Paul McCartney? La risposta a questa domanda è contenuta all’interno della copertina di «Sgt. Pepper’s»: utilizzando uno specchio sulla grancassa della batteria al centro è possibile individuare la scritta «1ONE IX HE DIE». L’«11 IX» starebbe per 9 novembre, il giorno della morte del tragico incidente che coinvolse il bassista dei Beatles.

In ogni caso, al di là di interessanti e accattivanti suggestioni, comuni a tutta la storia della musica rock, «Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band» rappresenta uno dei più grandi capolavori della musica del ‘900 e una chiave di volta fondamentale per comprendere la complessità artistica dei Beatles e la loro evoluzione successiva.

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