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09.07.2017

 

Magna Europa

di Traduzione di Donato Mancuso

 

Un abbozzo geopolitico per un futuro mondo multipolare

 

1. A seguito del declino e della scomparsa del blocco socialista dell’Europa dell’Est, alla fine del secolo scorso, si è resa necessaria una nuova visione della geopolitica mondiale basata su un nuovo approccio. Ma l’inerzia del pensiero politico e la mancanza di immaginazione storica tra le élite politiche dell’occidente vittorioso hanno portato ad una scelta semplicistica: il fondamento concettuale della liberal-democrazia occidentale, della società dell’economia di mercato e del dominio strategico degli Stati Uniti su scala mondiale è diventata l’unica soluzione a tutti i tipi di sfide emergenti e il modello universale che dovrebbe essere imperativamente accettato da tutta l’umanità.

 

2. Davanti ai nostri occhi sta emergendo questa nuova realtà: la realtà di un mondo interamente organizzato sul paradigma americano. Un influente think tank neoconservatore americano si riferisce apertamente agli Stati Uniti con un termine più appropriato: l’impero globale (talora “l’impero benevolo” di R. Kagan). Questo Impero è unipolare e concentrico per sua stessa natura. Al centro c’è la comunità atlantica del “ricco Nord”. Tutto il resto del mondo??la zona dei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, considerata periferica??deve seguire la stessa direzione e lo stesso corso che i paesi del nucleo occidentale hanno seguito molto prima di esso.

 

3. In tale visione unipolare, l’Europa è considerata la periferia dell’America, che è la capitale mondiale, e la testa di ponte dell’Occidente americano sul grande continente eurasiatico. L’Europa è considerata parte del ricco Nord, non un decisore, ma un partner minore senza interessi propri e specifiche caratteristiche proprie. L’Europa, in un simile progetto, è percepita come un oggetto e non un soggetto, come entità geopolitica priva di identità e volontà autonome, di sovranità reale e riconosciuta. La maggior parte della particolarità culturale, politica, ideologica e geopolitica dell’eredità europea è considerata come un qualcosa di obsoleto: tutto ciò che una volta è stato valutato come utile è già stato integrato nel progetto globale occidentale; ciò che resta è squalificato come irrilevante. In un tale contesto l’Europa si trova geopoliticamente spogliata, privata del suo sé indipendente. Essendo geograficamente vicina a regioni caratterizzate da civiltà non europee, e con la propria identità indebolita o direttamente negata dall’approccio dell’Impero Americano Globale, l’Europa può allora facilmente perdere la propria forma culturale e politica.

 

4. Ad ogni modo, la democrazia liberale e la teoria del libero mercato rappresentano solo una parte del patrimonio storico europeo, e sono state proposte opzioni diverse dai grandi pensatori, scienziati, politici, ideologi e artisti europei. L’identità dell’Europa è molto più vasta e profonda di qualche semplicistico fast food ideologico dell’impero globale americano, con la sua miscela caricaturale di ultra-liberalismo, ideologia del libero mercato e democrazia quantitativa. Nell’era della guerra fredda, l’unità del mondo occidentale (su entrambi i lati dell’Atlantico) trovava un fondamento più o meno solido nella mutua difesa dei valori comuni. Ma ora questa sfida non esiste più, la vecchia retorica non funziona più. Dovrebbe essere rivista e fornita di nuovi argomenti. Non c’è più un nemico comune chiaramente individuabile. La base positiva per l’unità dell’Occidente in futuro è quasi totalmente assente. La scelta sociale dei paesi e degli Stati europei è in netto contrasto con la posizione anglosassone (oggi americana) per l’ultra-liberalismo.

 

5. L’Europa attuale ha dei propri interessi strategici che differiscono significativamente dagli interessi americani e dalla prospettiva del progetto globale occidentale. L’Europa ha un suo particolare atteggiamento positivo nei confronti dei suoi vicini meridionali e orientali. In alcuni casi il profitto economico, le questioni di approvvigionamento energetico e l’iniziativa di difesa comune non coincidono affatto con quelle americane.

 

6. Queste considerazioni generali portano noi, intellettuali europei profondamente preoccupati per il destino della nostra patria culturale e storica, l’Europa, alla conclusione che abbiamo un grande bisogno di una visione alternativa del mondo in cui il ruolo e la missione dell’Europa e della civiltà europea siano differenti, più grandi, migliori e più sicuri di quanto non siano all’interno della cornice del progetto dell’Impero Globale, dalle caratteristiche evidentemente imperialistiche.

 

7. L’unica alternativa fattibile nelle circostanze attuali è da trovare nel contesto del mondo multipolare. Il multipolarismo può garantire a ciascun paese e civiltà sul pianeta il diritto e la libertà di sviluppare il proprio potenziale, organizzare la propria realtà interna in conformità con l’identità specifica della propria cultura e del proprio popolo, proporre un fondamento accettabile per un sistema di relazioni internazionali giuste ed equilibrate tra le nazioni del mondo. Il multipolarismo dovrebbe basarsi sul principio di equità tra i diversi tipi di organizzazioni politiche, sociali ed economiche delle varie nazioni. Il progresso tecnologico e la crescente apertura dei paesi dovrebbero promuovere il dialogo e la prosperità di tutti i popoli e di tutte le nazioni, ma allo stesso tempo non dovrebbe mettere in pericolo le loro rispettive identità. Le differenze tra le civiltà non devono necessariamente culminare in uno scontro inevitabile tra di loro, in contrasto con la logica semplicistica di alcuni scrittori americani. Il dialogo o piuttosto il “polilogo”, è una possibilità realistica e fattibile che dovremmo tutti esplorare a questo proposito.

 

8. Per ciò che riguarda direttamente l’Europa, e in contrasto con altri piani per la creazione di qualcosa di «più grande» nel senso tradizionalmente imperialistico della parola— che sia il Progetto del Grande Medio Oriente o un piano pan-nazionalista per una Grande Russia o una Grande Cina??noi suggeriamo, come concretizzazione dell’approccio multipolare, una visione equilibrata e aperta di una Grande Europa come nuovo concetto per lo sviluppo futuro della nostra civiltà in ambito strategico, sociale, culturale, economico e geopolitico.

 

9. La Grande Europa è costituita dal territorio contenuto nei confini che coincidono con i limiti di una civiltà. Questo tipo di confine è qualcosa di completamente nuovo, così come il concetto di civiltà-stato. La natura di questi confini presuppone una graduale transizione, non una linea improvvisa. Così questa Grande Europa dovrebbe essere aperta per l’interazione con i suoi vicini in Occidente, ad Est e a Sud.

 

10. Una Grande Europa nel contesto generale di un mondo multipolare è concepita come circondata da altri grandi territori, che basano le loro rispettive unità sull’affinità delle civiltà. Così possiamo postulare l’eventuale comparsa di un Grande Nord America, di una Grande Eurasia, di una Grande Asia Pacifica e, in un futuro più lontano, di un Grande Sud America e di una Grande Africa. Nessun paese??ad eccezione degli Stati Uniti —nella situazione attuale, può permettersi di difendere la propria sovranità, affidandosi esclusivamente alle proprie risorse interne. Nessuno di essi potrebbe essere considerato come un polo autonomo in grado di controbilanciare la potenza atlantista. Quindi il multipolarismo richiede un processo di integrazione su larga scala. Lo si potrebbe chiamare “una catena di globalizzazioni”, ma globalizzazione entro limiti concreti, coincidenti con i confini approssimativi delle varie civiltà.

 

11. Noi immaginiamo questa Grande Europa come una potenza geopolitica sovrana, con una propria identità culturale forte, con le sue posizioni sociali e politiche basate sui principi della tradizione democratica europea, con un proprio sistema di difesa, incluse le armi nucleari, con un proprio accesso strategico alle risorse energetiche e minerarie, che faccia le proprie scelte indipendenti sulla pace o la guerra con altri paesi o civiltà, e con tutto ciò dipendente da una volontà comune europea e da una procedura decisionale democratica.

 

12. Al fine di promuovere il nostro progetto di una Grande Europa e il concetto di multipolarismo, facciamo appello alle diverse forze dei paesi europei, ai russi, agli americani e agli asiatici, affinché vadano oltre le proprie posizioni politiche, le proprie differenze culturali e scelte religiose e sostengano attivamente la nostra iniziativa, creando in ogni luogo Comitati per una Grande Europa o altri tipi di organizzazioni che condividano l’approccio multipolare, rifiutando l’unipolarismo, il crescente pericolo dell’imperialismo americano ed elaborando un concetto simile per le altre civiltà. Se lavoriamo insieme, affermando fortemente le nostre diverse identità, saremo in grado di dar vita ad un mondo equilibrato, giusto e migliore, un Grande Mondo dove ogni cultura, società, fede, tradizione e creatività umana troverà il proprio posto.

 

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