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Giovedì 21 ottobre 2010

Il mistero della morte di Stieg Larsson
di Paolo Franceschetti

Ultimamente nelle librerie si trova la trilogia "Millennium", di Stieg Larsson.
Si tratta di tre romanzi molto belli e ben fatti. Un successo da milioni di copie.
L'autore è morto subito dopo aver terminato l'ultimo dei tre. Infarto.

Avendo ormai capito che nessun successo internazionale arriva per uno scrittore se non c'è un motivo specifico collegato al sistema, mi incuriosisco e decido di capire di più riguardo alla sua morte.
Approfondendo si scoprono alcune cose, che rendono evidente che la sua morte non è stata casuale, ma un vero e proprio assassinio.

Primo indizio.
L'autore muore come muore il personaggio del suo terzo libro (La ragazza che giocava con il fuoco). Muore cioè di infarto, nella redazione del suo giornale. Abbiamo detto che questa tecnica è la legge del contrappasso utilizzata dall'organizzazione che si chiama Rosa Rossa.

Secondo indizio.
Nella prima pagina della rivista Expo, ovverosia la rivista da lui fondata e dove esercitava il suo lavoro di giornalista, compare la sua foto con una rosa rossa in mano.

La rosa campeggia da anni insieme alla foto dello scrittore. Potete vederla a questo link:
http://www.expo.se/

Terzo indizio.
Il nome del protagonista dei suoi romanzi è Mikael Blomkvist. Costui è conosciuto nel suo ambiente col soprannome di Kalle Blomkvist. Tale soprannome viene da un personaggio di un romanzo di Astrid Lindgren, l'autrice famosa per la saga di Pippi Calzelunghe. Il personaggio si chiama, appunto, Kalle Blomkvist, ed è un ragazzino che capeggia la banda della Rosa Bianca, in perenne conflitto con la banda avversaria della Rosa Rossa.

Quarto indizio.
La data rituale. 9.11.2004. Il valore numerico di questa data è 8: giustizia.

Stieg Larsson è stato quindi probabilmente giustiziato. E la regola del contrappasso viene applicata a chi si è macchiato di una determinata colpa; tale tipo di morte dà quindi un indizio per capire il motivo per cui la persona è stata assassinata.

E qui la ragione probabilmente deve essere ricercata nei suoi stessi romanzi e non altrove.

Larsson era un collaboratore di Scotland Yard e consulente del Ministero della Giustizia svedese. Non a caso dopo l'omicidio di Olof Palme i servizi segreti chiesero la sua collaborazione per le indagini.

I suoi romanzi dimostrano infatti una buona conoscenza del sistema dei servizi segreti (ad esempio viene ben descritto, nel terzo romanzo, il sistema dei suicidi in ginocchio e degli incidenti, di cui noi abbiamo parlato nei nostri articoli sull'omicidio massonico) e del sistema giudiziario in genere.

Probabile quindi che si sia spinto troppo in là nel descrivere i dettagli di alcune operazioni segrete; probabile che i suoi romanzi abbiano attinto troppo dalla realtà, e che per giunta, adottando il soprannome di Kalle Blomkvist, volesse far intendere a chi leggeva che stava descrivendo il "sistema" della Rosa Rossa, dal punto di vista di una persona che tale sistema voleva combatterlo.

Tra l'altro i suoi romanzi procedono in un crescendo: si passa da quello che sembra un normale romanzo giallo (il primo), ad una trama sempre più complicata che vede coinvolti i servizi segreti in un traffico di prostitute (il secondo), per arrivare ad un intrigo in cui sono coinvolti magistrati, politici e medici (il terzo). Tale intrigo è molto simile alla realtà. Probabile che nei successivi romanzi Larsson avesse voluto programmare una escalation di intrighi, ma anche di informazioni sul sistema in cui viviamo.
Il mistero della sua morte va quindi ricercato, probabilmente, nei suoi futuri romanzi. Ma anche approfondendo e interpretando meglio i tre romanzi già scritti, leggendone il simbolismo, i riferimenti, le metafore, si potrebbero già scoprire molte cose interessanti.

E allora mi vengono in mente le parole della Carlizzi, la prima volta che la incontrai e che mi spiegò "il sistema". Alla mia esclamazione "ma questo è peggio di Dan Brown e di qualsiasi romanzo, siamo nella fantascienza", mi rispose: "Sbagli. La fantasia è inferiore alla realtà, per la complessità e la gravità degli eventi. Se un romanziere provasse a scrivere la verità in un romanzo, non glielo permetterebbero. Perché poi chi legge potrebbe insospettirsi e pensare che sia tutto vero. Quindi nessuno può pubblicare, anche in forma di romanzo, la verità".

A mio parere quindi Larsson è stato assassinato non tanto per quel che ha scritto, ma per quello che avrebbe potuto scrivere: la verità sul sistema in cui viviamo.

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Videro Hakan alzarsi dalla scrivania e avvicinarsi alla porta. Aveva un'espressione stupita. Poi si piegò bruscamente in avanti afferrando lo schienale di una sedia per qualche secondo prima di cadere sul pavimento. Era morto prima ancora che l'ambulanza avesse fatto in tempo ad arrivare. Che la gente muoia sul posto di lavoro è insolito, anzi raro. Si dovrebbe avere la cortesia di mettersi in disparte, per morire. Di andare in pensione o in malattia e un bel giorno diventare oggetto di conversazione in mensa. A proposito, hai sentito che il buon vecchio Karlsson è morto venerdì scorso? Sì, il cuore. Il sindacato manderà dei fiori per i funerali.

- Stieg Larsson, "La regina dei castelli di carta"

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