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4 novembre  2017

 

Una visita in paradiso e all’inferno 

di Eduardo Galeano

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

 I seguenti brani sono stati tratti da Il cacciatore di storie, l’ultimo libro scritto da Eduardo Galeano che è morto nel 2015. I ringraziamenti per usare il libro vanno alla sua agente letteraria, Susan Bergholz e alla Nation Books che lo pubblicherà la settimana prossima.

 

Liberi

Di giorno li guida il sole. Di notte, le stelle.

Senza pagare il biglietto viaggiano senza passaporto e senza moduli per la dogana o per l’immigrazione.

Gli uccelli sono gli unici esseri liberi in questo mondo abitato da prigionieri. Volano da un polo all’altro, con la sola energia fornita loro dal cibo, seguendo il percorso che si scelgono e all’ora che desiderano, senza mai chiedere il permesso di funzionari che credono di essere i proprietari dei cieli.

 

Naufragati 

Il mondo è in movimento.

A bordo ci sono più anime naufraghe che navigatori realizzati.

Migliaia di persone disperate muoiono strada facendo, prima che possano completare la traversata per la terra promessa, dove anche i poveri sono ricchi e tutti vivono a Hollywood.

Le illusioni di chiunque riesce ad arrivare non durano a lungo.

 

Cercasi mostro

San Columba stava remando attraverso il Loch Ness, quando un serpente enorme con una bocca spalancata attaccò la sua barca. San Columba, che non aveva alcun desiderio di essere mangiato, lo cacciò via facendo il segno della croce.

Quattordici secoli dopo, il mostro fu visto di nuovo da qualcuno che viveva nelle vicinanze e che per caso aveva una macchina fotografica al collo e foto del  mostro e di strane impronte uscirono sui giornali di Glasgow e di Londra.

Venne fuori che la creatura era un giocattolo, le impronte erano state fatte dai piedi di un ippopotamo neonato, che si vendono come portacenere.

La rivelazione non servì a scoraggiare i turisti.

Il mercato della paura si alimenta della richiesta continua di mostri.

 

Straniero

Su un giornale delle comunità nel quartiere Raval di Barcellona, una mano anonima aveva scritto:

“Il vostro dio è ebreo, la vostra musica è africana, la vostra automobile è giapponese, la vostra  pizza è italiana, il vostro caffè è brasiliano, la vostra democrazia è greca, i vostri numeri sono arabi, le vostre lettere sono latine.

Sono il vostro vicino. E mi chiamate straniero?

 

Il terrorizzatore

Negli anni 1975 e 1976, prima e dopo il colpo di stato che impose la più selvaggia delle molte dittature militari dell’Argentina, le minacce di morte volavano rapide e furiose e chiunque venisse sospettato del crimine di pensare, spariva e basta.

Orlando Rojas, un esule paraguaiano, rispondeva al telefono a Buenos Aires. Ogni giorno una voce ripeteva la stessa cosa: “Ti chiamo per dirti che morirai.”

“E allora tu non morirai?” chiedeva Orlando.

Il terrorizzatore attaccava il telefono.

 

Una visita all’inferno

Alcuni anni fa, durante una delle mie morti, sono andato in visita all’inferno.

Avevo sentito dire che nell’oltretomba si può avere il proprio vino preferito e qualsiasi cibo prelibato si voleva, amanti per tutti i gusti, musica da ballo, piacere senza fine…

Ancora una volta fui in grado di confermare il fatto che  la pubblicità mente.    L’inferno promette una vita grandiosa, ma tutto ciò che trovai erano persone che aspettavano in fila.

In quella coda senza fine,  via dalla vista, lungo corridoi fumosi c’erano donne e uomini di tutte le epoche, dai cavernicolo agli astronauti.

Tutti erano condannati ad aspettare. Ad aspettare l’eternità.

Ecco che cosa ho scoperto: l’inferno è aspettare.

 

Profezie

Chi è stato che il secolo scorso ha descritto nel modo migliore l’odierna struttura del potere globale?

Non un filosofo, non un sociologo, neanche uno studioso di scienze politiche.

Era un bambino che si chiamava Piccolo Nemo,* le cui avventure erano state pubblicate sul giornale New York Herald, nel lontano 1905, illustrate  da Winsor McCay.

 

Il piccolo Nemo sognava il futuro.

In uno dei suoi sogni più precisi, fece un viaggio su Marte.

Quello sfortunato pianeta era nelle mani di un uomo di affari che aveva schiacciato i suoi concorrenti ed esercitava un monopolio assoluto.

I marziani sembravano stupidi, perché parlavano poco e respiravano poco.

Il Piccolo Nemo sapeva perché: il boss di Marte si era impadronito delle parole e dell’aria.

Queste erano la chiave alla vita, alle fonti del potere.

 

Brevissima sintesi della storia contemporanea

Per vari secoli, le persone assoggettate  si sono vestite come i cittadini e le monarchie hanno preferito chiamarsi repubbliche.

Le dittature locali, che sostengono di essere democrazie, aprono le loro porte alla forza distruttrice del mercato globale. In questo regno dei liberi siamo tutti uniti come una persona sola. Ma siamo uno o siamo nessuno? Compratori o comprati? Venditori o venduti? Spie i spiati?

Viviamo imprigionati dietro sbarre invisibili, traditi dalle macchine che fingono obbedienza, ma diffondono bugie  con impunità cibernetica.

Le macchine governano nelle case, nelle fabbriche, negli uffici, nelle aziende agricole e nelle miniere e anche nelle strade di città, dove noi pedoni siamo soltanto un fastidio.  Le macchine governano anche in guerra dove uccidono come i guerrieri in uniforme, o di più.

 

Il diritto di saccheggiare

Nell’anno 2003, un esperto giornalista iracheno, Samir, ha visitato parecchi musei in Europa.

Trovò meravigliosi testi in lingua babilonese, eroi e dei scolpiti sulle colline di Ninive, leoni alati che erano volati in Assiria…

Qualcuno si avvicinò e si offrì di aiutarlo: “Devo chiamare un dottore?”

Accovacciato, Samir si coprì la faccia con le mani e inghiottì le lacrime.

Mormorò: “No, per favore. Sto bene.”

In seguito spiegò: “Mi fa male vedere quante cose hanno rubato e sapere quante ne ruberanno.”

Due mesi dopo, le truppe statunitensi diedero inizio alla loro invasione. Il Museo Nazionale di Baghdad fu saccheggiato. Si è saputo che 170.000 opere d’arte erano andati perduti.

 

Le storie raccontano la favola

Ho scritto “Splendori e miserie del gioco del calcio” per convertire i pagani. Volevo aiutare gli appassionati della lettura a perdere la loro paura del calcio, e i tifosi di calcio a perdere la loro paura dei libri. Non ho mai immaginato niente altro.

Secondo Victor Quintana, però, un uomo del Congresso in Messico, un libro gli ha salvato la vita. A metà del 1997, è stato rapito da assassini professionisti, ingaggiati per punirlo perché aveva rivelato degli affari sporchi.

Lo hanno legato, a faccia a terra, e lo stavano uccidendo a calci, quando ci fu una pausa prima della pallottola finale. Gli assassini furono coinvolti in una discussione sul calcio. E’ stato allora che Victor, più morto che vivo, diede il suo parere. Cominciò a raccontare storie del mio libro, barattava minuti di vita per ogni racconto presi da quelle pagine, nel modo in cui Scheherazade barattava un racconto per ognuna delle sue mille e una notte.

 

Ore e storie si dipanavano lentamente.

Alla fine gli assassini lo lasciarono lì, legato e pestato, ma vivo.

Gli dissero: “Sei un bravo ragazzo,” e portarono altrove le loro pallottole.

Alcuni anni fa, durante il tempo trascorso in esilio sulla costa della Catalogna, ebbi una gomitata di incoraggiamento da una bambina di 8 o 9 anni che, a meno che mi ricordi male, si chiamava Soledad.

Stavo bevendo qualcosa con i suoi genitori, anche loro esuli, quando mi chiamò e mi chiese:

“Che cosa fai?”

“Io? Scrivo libri.”

“Scrivi libri?”

“Beh…sì.”

“Non mi piacciono i libri,” dichiarò.

E dal momento che mi aveva messo alle corde, mi colpì di nuovo: “I libri stanno fermi. Mi piacciono le canzoni perché le canzoni volano.”

Fin dal mio incontro con quell’angelo mandato da Dio, ho provato a cantare. Non ha mai funzionato, neanche nella doccia. Ogni volta, i vicini urlano: “Fate smettere di abbaiare quel cane!”

 

Mia nipote Catalina aveva 10 anni.

Stavamo camminando in una strada di Buenos Aires quando qualcuno si è avvicinato e mi ha chiesto di firmare un libro, non mi ricordo quale.

Abbiamo continuato  camminare, noi due, tranquillamente sottobraccio, fino a quando Catalina ha scosso la testa e mi offerto questa interessante osservazione: “Non capisco il perché di tutto questo interesse. Non ti leggo neanche io.”

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Columba_di_Iona

http://www.slumberland.it/contenuto.php?id=51

 


Eduardo Galeano (1940-2015)  stato uno dei più illustri scrittori dell’America Latina. E’ stato autore di molti libri, tra i quali la trilogia Memoria del fuoco,  Le vene aperte dell’America Latina, Splendori e miserie del gioco del calcio, e Il libro degli abbracci. Nato a Montevideo nel 1940, è vissuto in esilio  in Argentina e in  Spagna  per 12 anni prima di  ritornare nel 1985 in Uruguay, dove passò il  resto della sua vita. I brani in questo pezzo sono  tratti dal suo ultimo libro Il cacciatore di racconti, tradotto in inglese da Mark Fried e che sta per essere  pubblicato da Nation Books.

 


Questo articolo è apparso per la prima  volta su TomDispatch.com,  weblog del Nation Institute, che offre un flusso continuo  di fonti alternative, notizie e opinioni, di Tom Engelhardt,  co-fondatore of the American Empire Project, autore di The End of Victory Culture [La fine della cultura della vittoria],e anche di un romanzo, The Last Days of Publishing [Gli ultimi giorni dell’editoria].Il suo libro più recente è: Shadow Government: Surveillance, Secret Wars, and a Global Security State in a Single-Superpower World [Il governo ombra:  sorveglianza, guerre segrete, e uno stato di sicurezza globale in un mondo con un’unica superpotenza], (Haymarket Books).

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/a-visit-to-heaven-and-hell

 

 

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