Originale: Union of Concerned Scientists

http://znetitaly.altervista.org/

13 gennaio 2017

 

Rex Tillerson e “Ci adatteremo” al cambiamento del clima: i petrolieri milionari dicono le cose più stupide

di Erika Spanger-Siegfried

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Mi dicono che Rex Tillerson ha una buona possibilità di essere confermato Segretario di Stato in questo mese. Nello spirito di non farlo in sordina, i senatori dovrebbero fare pressione su di lui su molti fronti, non da ultimo per le sue dichiarazioni sull’adattarsi al cambiamento di clima. Quando  Rex Tillerson dice che dovremo soltanto adattarci al cambiamento climatico – sia che si tratti di arroganza, di ignoranza o di chiacchiere false, è un punto di vista pericoloso che gioca con la vita di altre persone.

Quando l’ho sentito per la prima volta – Rex Tillerson sarà Segretario di Stato – ho pensato: uno buono! Aspettate, aspettate: Slender Man (uomo esile; è un personaggio immaginario di racconti dell’orrore, n.d.t.),  alla Sanità e ai Servizi Umanitari. Il musicista rap Kanye per il Dalai Lama. Willy Wonka (personaggio del romanzo di Roald Dahl, “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, n.d.t.) per stendere la bozza delle Linee guida dietetiche dell’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti).

Rex Tillerson? L’uomo che per 40 anni ha servito e infine guidato la Exxon Mobil? Chi c’era là quando quell’azienda è riuscita a capire la scienza e i rischi del cambiamento di clima e ha operato, non per far suonare l’allarme e contribuire alle soluzioni, ma per assicurarsi che il dubbio riguardo alla scienza diventasse pervasivo

e che la società sprecasse il tempo senza fare nulla? Chi sovraintendeva a quella attività?

E ora che non possiamo riprenderci quel tempo, e che la Exxon Mobil ha usato quel tempo per diventare una delle aziende più redditizie del mondo, Tillerson ci parla ci come la nostra specie prospera nelle avversità e di come dovrebbe adattarsi al cambiamento del clima? E continua a minare i modelli climatici, a sdrammatizzare gli impatti del clima e a deridere l’energia rinnovabile? Quel tizio?

Mi sembra di avere un avvelenamento da ironia.

E’ così tardi nella lotta per il clima. L’Accordo di Parigi sul clima – a cui sono appese le nostre ultime migliori speranze per evitare una gravi danni climatici –  sta facendo i suoi primi passi traballanti. In questo momento, gli americani hanno il serio obbligo di assicurarsi che le soluzioni mettano radici e abbiano successo, in patria e globalmente. La nomina di Rex Tillerson ci fa apparire una come nazione che si ritira nel proprio angolo egoistico, e che manda al diavolo il futuro.

Ma prima di accettare questo uomo come massimo diplomatico della nostra nazione, come la persona che attuerà la politica estera dell’Amministrazione Trump e che aiuterà a determinare, tra le altre cose, il successo o il fallimento dell’Accordo di Parigi –Tillerson dovrebbe essere costretto a chiarire alcune posizioni climatiche che sono sia generose che assurde.

Arroganza, ignoranza o inganno?

Tillerson ha parlato molte volte di cambiamento del clima, talvolta suggerendo appoggio per la scienza e per le soluzioni in maniera ampia, ma anche oscurando l’urgenza dell’attenuazione del clima, e minimizzando la gravità dei rischi del clima. In effetti, parla in termini quasi sognanti della nostra capacità di adattarci ai cambiamenti. E’ tutto molto fantascientifico da osservare.

Qui sotto ci sono alcune affermazioni presenti nella famiglia del “ci adatteremo”, con alcuni commenti e domande. Ci sono tre temi essenziali che vale la pena affrontare.

(1)la sua capitolazione, a mani alzate, davanti al problema e una rapida rotazione  verso l’adattamento, invece della riduzione delle emissioni di anidride carbonica,

(2) Il suo affermare: sono soltanto uno spettatore in atteggiamento passivo  che contraddice  il ruolo della sua società nel guidare la crisi del clima,

(3) le sue idee assurdamente ottimiste sul tipo di cambiamento che possiamo gestire.

Da dove arrivano queste posizioni? E’ un luogo si arroganza? Di ignoranza? O di inganno, per nascondere interessi brutali? Il Senato dovrebbe volerlo sapere e dovrebbe spingere per avere risposte.

”Ci adatteremo a questo” Parte prima: Oh, davvero?

L’idea che serie riduzioni di emissioni fatte tramite la riduzione dei combustibili fossili, è un passo che può essere evitato e al quale possiamo soltanto adattarci è…ebbene, folle. Non possiamo adattarci al cambiamento totale di clima – almeno non mentre si conserva un mondo che riconosciamo oggi; i cambiamenti e le perdite sarebbero troppo grandi. Rex Tillerson non lo capisce o sta scegliendo di ignorarlo? E che cosa è peggiore per un Segretario di Stato?

Per esempio, cito: I cambiamenti nei modelli di metereologici che spostano  le zone di produzione: ci adatteremo a questo.” Ci adatteremo? In vaste zone dell’Africa meridionale e orientale, in questo momento una grave ed estesa siccità sta provocando la mancanza di raccolti, fame, malnutrizione e la crescente minaccia della carestia. La gravità di questa siccità, in base a una crescente raccolta di prove scientifiche, è stata motivata dal cambiamento di clima.

La stagione della crescita è cominciata ora, ma si presume che molte famiglie colpite dalla siccità non abbiamo disponibilità di semi. Le carenze alimentari dovute  all’emergenza che peggioreranno la fame diffusa, sono  previste in vari paesi nei prossimi mesi.

Ora immaginate per un momento di stare davanti a un pubblico formato di questi agricoltori ridotti alla sussistenza, persone i cui figli affamati mangiano il cactus a molti pasti, e di dire loro che le vostre azioni personali hanno contribuito alle condizioni di clima che ora impediscono loro di avere delle coltivazioni e di dare da mangiare alle loro famiglie e che la situazione peggiorerà. Presumibilmente, questo è un esercizio che qualunque persona che sulla terra ha dei privilegi dovrebbe tentare di fare. Gli impatti sulle persone più vulnerabili del mondo arrivano a tutti noi altri. Quello che c’è di speciale in Rex Tillerson è, che nella sua posizione di potere e di influenza, continua a dire, essenzialmente: non è un grosso problema, tutto andrà bene, quelle coltivazioni si possono fare altrove. Ci dobbiamo adattare tutti.

Le zone di produzione dei raccolti si sposteranno quando cambieranno le condizioni del clima e le zone storicamente fertili lo diventeranno meno (altre probabilmente ancora di più) o quando non potranno sostenere più a lungo le stesse coltivazioni. Il nostro dovere urgente è tagliare le emissioni globalmente, in modo che questi cambiamenti nella pratica siano più limitati e graduali per coloro che devono far fronte ala situazione.

Chiedetegli: che cosa pensa che accadrà il Segretario di Stato nominato, in paesi dove l’economia è in gran parte agricola e dove molte persone vivono con un’agricoltura di sussistenza? L’espressione “ci adatteremo” in questo caso significa capovolgere le economie a base agricola e far fallire le popolazioni? Non presume delle scosse al sistema alimentare globale e i rischi che ne conseguono? Non c’è il rischio di una carestia? Non è a rischio la vita di altre persone?

Alcuni esperti considerano che  la guerra in Siria abbia delle radici nella prolungata siccità che il paese ha affrontato in anni recenti, e nelle sollevazioni ed evacuazioni che questa ha provocato nel paese. Il trauma provocato dalla Siria dovrebbe perseguitarci per decenni, almeno che, naturalmente, non creiamo ora un mondo dove il trauma viene rapidamente eclissato da quello seguente.

Tillerson ha continuato: “E’ un problema di tipo ingegneristico e ha soluzioni ingegneristiche.”

Il cambiamento del clima è chiaramente un problema di emissioni e le soluzioni ingegneristiche sono soluzioni con energia pulita, non quelle che ha in mente Tillerson. Ma, dato che sappiamo che la visione del mondo che ha Tillerson evita in gran parte la mitigazione del clima e salta direttamente all’adattamento, possiamo ipotizzare che intenda parlare di cose come l’ingegneria costiera per adattarsi all’innalzamento del livello del mare. 1,83 m di innalzamento del livello del mare  negli Stati Uniti, probabilmente alla fine del secolo, si può suppore che allaghi circa 2 milioni di abitazioni (o il 2% di tutte le abitazioni degli Stati Uniti), che costringa la gente negli Stai Uniti e in tutto il mondo a trasferirsi, a distruggere il mercato immobiliare della costa, e a privare molte persone del loro unico e maggior bene.

Spero che qualcuno chieda a Tillerson: quale è la soluzione ingegneristica che ci tira fuori da questa situazione?

Restiamo sulla costa con una citazione correlata: ”Ma quando si prevedono cose come l’innalzamento del livello del mare, troviamo i numeri su tutta la mappa. Se scegliamo quello che chiamerei un approccio scientifico sensato riguardo a questo argomento, crediamo che quelle conseguenze siano gestibili.  Richiedono che cominciamo a esercitare o a impiegare un maggior sforzo nella politica di adattamento. Che cosa volete fare se pensiamo che in futuro avremo un innalzamento del livello del mare di 10 centimetri, di 15 centimetri?”

Quello che è interessante qui, è non soltanto il punto di vista visionario delle soluzioni per l’adattamento, ma quella che sembra un’intenzione di far firmare al contribuente un pesante conto di adattamento(e insostenibile, senza la mitigazione). Chi di noi vive nelle nazioni ricche e ha raccolto tutti i benefici dell’uso dei combustibili fossili, non deve pagare i costi dei quell’uso – cioè: gestire e minimizzare gli impatti sulle nazioni più povere e qui in patria. Ma anche l’industria stessa, che ne ha profittato selvaggiamente per anni, è necessario che paghi. La Exxon Mobil vuole che noi ci facciamo carico dei costi, mentre l’industria continua a vendere i suoi prodotti inquinanti e a raccoglierne i frutti. Vedi anche alla voce: bile.

In tutte queste dichiarazioni c’è anche una consistente minimizzazione della minaccia. Certo, ci aspettiamo un innalzamento del livello del mare di 10 o 15 centimetri nel futuro, ma soltanto nei prossimi 20 anni o giù di lì. Abbiamo già visto 15 centimetri fin dal 1970 in posti come Boston e Charleston e di più in altri posti. E pochi giorni fa, abbiamo appreso della spaccatura nella Piattaforma di ghiaccio  Larsen C (la più grande), un evento singolo che si prevede provocherà, da solo un innalzamento del livello del mare di 10 cm. Alla fine del secolo, le proiezioni attuali vanno da 1,22 m. a 1,83 m.

E quindi Mr. Tillerson dovrebbe dirci: con 120 milioni di americani che vivono nelle città costiere, con grandi aree della Louisiana e del Bangladesh, per esempio che hanno un’altitudine di meno di un metro, con centinaia di persone che vivono in megalopoli  costiere…Che cosa c’è di  gestibile in questa situazione?

 “Noi ci adatteremo a questo” Parte seconda: Chi è  “noi”?

Quando Rex Tillerson dice: “ci adatteremo”, che cosa intende esattamente? Gli oltre 700 milioni di persone che sopravvivono con 2 dollari al giorno e la cui vita generalmente è in bilico, e che non possono in nessun modo far fronte allo stress, ai disagi e la caos che porterà il cambiamento di clima, e che sta già portando sempre di più? Non può realisticamente intendere quelle persone. Ma, dato il prezzo e la complessità di occuparsi del cambiamento totale del clima, non pendo che Tillerson intenda me, voi e neanche la maggior parte degli altri. Forse “noi”  si riferisce allo 000’1% globale, quelli che semplicemente pagano per isolarsi dai danni.

“Ci sono molte più persone la cui salute è colpita drammaticamente, perché non hanno neanche accesso al consumo di  combustibili fossili. Gli piacerebbe molto usare i combustibili fossili perché la loro qualità di vita aumenterebbe incommensurabilmente, e la  qualità della loro salute e di quella  dei loro figli e del loro futuro aumenterebbe infinitamente”.

Lo sviluppo umano e la qualità della vita beneficiano enormemente dal poter accedere all’energia, e le persone che non possono accedervi lo vogliono e ne hanno bisogno. I paesi ricchi del mondo dovrebbero fare di più per assicurarsi che abbiano l’accesso all’energia. I paesi in via di sviluppo, invece, come viene espresso nella dichiarazione del Climate Vulnerable Forum* (svoltosi a Marrakech dal 7 al 18 novembre 2016, n.d.t.),  vogliono energia pulita e a buon mercato.

E così, qualcuno gli chiede: in questo momento della storia, in cui le fonti rinnovabili di energia come il vento e il sole mostrano il potenziale di eclissare le fonti dei combustibili fossili, perché i paesi poveri dovrebbero accettare un futuro di combustibili sporchi, costosi e una dipendenza dalle grosse aziende? Chi trae benefico da questo? E, considerati i cambiamenti che abbiamo da parte con l’accelerazione del cambiamento del clima, in che modo la maggiore dipendenza dai combustibili fossili NON è la cura che ucciderà?

“L’uomo ha questa enorme capacità si affrontare le avversità,” ha detto Rex Tillerson, avendo svolto il suo ruolo enorme di creare un futuro di cambiamento climatico che il mondo affronterà per centinaia, se non per migliaia di anni. Un futuro in cui  un sacco di cose che ci sono care: luoghi, modo di vita, specie, interi ecosistemi non sopravvivranno. “E quindi il fattore della paura che la gente vuole “buttare lì” , per dire che dobbiamo proprio fermare questo, non lo accetto.” Mi chiedo che cosa non accetta. La paura che prova la gente? O la necessità di smettere di usare il suo prodotto?

Secondo la visione del mondo che ha Tillerson, tutti noi, lui escluso, possono spostare il cielo e la terra nel tentativo di far fronte al cambiamento del clima, ma l’industria petrolifera può continuare a fare esattamente quello che fa per guidare il cambiamento del clima, perché qualsiasi altra cosa sarebbe di disturbo.

L’uomo sbagliato per ora

Rex Tillerson ha parlato, talvolta con passione, della povertà globale e dei giovani americani. In quanto Segretario di Stato, potrebbe verosimilmente non avere alcun impatto maggiore e più positivo su ognuno di loro, che diventando un promotore del clima e prestando il suo appoggio ai tentativi di riduzione delle emissioni. Ma questo non è ciò che è stabilito “si metta in scena” in questo caso. La nomina di Rex Tillerson sembra soprattutto un tentativo di controllo da parte di un’industria che sa che, in un mondo di azioni per il clima, è alle corde; e in un mondo di inazione per il clima, può riprendere fiato. L’industria potrebbe prima o poi fallire (o reinventarsi per diventare parte della soluzione – si può sognare!), ma per ora il suo piano sembra voler estendere il suo modello commerciale per altri cinque, forse dieci anni, guadagnare tutto il denaro che può, e se in questo modo ci trascina tutti giù con lei, così sia.

Abbiamo il lavoro fatto apposta per noi, ragazzi!

Nel migliore dei futuri, l’adattamento al clima sarà difficile e in alcuni casi impossibile, costringendo a scelte difficili a forse a impatti terribili e a perdite. Quando il petroliere miliardario Rex Tillerson dice: “ci adatteremo” come approccio al cambiamento del clima nei prossimi anni, è l’equivalente globale di “fategli mangiare la torta.” Era assurdo quando l’aristocrazia francese lo diceva. E ’assurdo oggi che viene dal capo di recente andato in pensione, di una compagnia mastodontica di combustibili fossili e soprattutto se quella stessa persona diventa Segretario di Stato degli Stati Uniti.

 

note

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2016/11/18/cop22-il-testo-della-dichiarazione-di-marrakech_ccab3611-56ce-4681-a886-2ca2d0413f8b.html


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/rex-tillerson-and-well-adapt-to-climate-change-millionaire-oilmen-say-the-darndest-things

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