http://comune-info.net/

22 luglio 2017 

 

Salvare Augusta. Chiediamo troppo?

di Palmiro Prisutto

 

“Forse, un giorno, questa tragedia entrerà a pieno titolo nei libri di storia come Bhopal, Chernobyl, Seveso, Hiroshima…”. La sua La lettera che nessuno legge, oscurata dai grandi media tempo fa, ha comunque fatto il giro del web permettendo a molti di conoscere l’inferno di Augusta. Ora che l’area del petrolkiller è stata sequestrata (grazie alle denunce dei cittadini) perché sono state «violate le norme che tutelano salute e ambiente», Palmiro Prisutto, il prete della città del petrolchimico – che hanno tentato di allontanare dalla Sicilia perché ogni mese legge durante la messa i nomi di tutti i morti per cancro – scrive a proposito di quello che occorre fare subito per salvare cittadini e territorio.

 

Occorre subito una legge per salvare Augusta.

 

Principi generali:

1) Riconoscimento ufficiale del danno evidente sia alle persone sia al territorio (ecosistema).

2) Risarcimento

avvio immediato delle bonifiche;

adeguamento tecnologico degli impianti;

tutela della salute dei cittadini residenti;

pensionamento anticipato per le categorie a rischio (come per il rischio amianto);

3) Prevenzione sanitaria

creazione di strutture sanitarie adeguate (centro oncologico);

riapertura reparti storici (ostetricia, ginecologia e pediatria);

screening di massa;

abbattimento tempi di attesa per diagnosi;

gratuità delle diagnosi e delle cure;

sostegno alle famiglie colpite;

4) Copertura finanziaria: (secondo il principio: “chi inquina paga”)

aziende (dai profitti) e stato centrale (dalle accise)

Chiediamo troppo?

 

ARTICOLO CORRELATO

Gli ossessionati del Porto di Augusta 

di Gianmarco Catalano

 

Commercio, petrolio, cemento: un pezzo di Sicilia è in cerca di altro

 

top