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http://video.corriere.it/attentato-kabul-momento-terribile-esplosione/d370ea9c-45e2-11e7-9b23-80b3b0be0a6c

 

http://video.corriere.it/afghanistan-autobomba-esplode-kabul/d19e39e8-45d5-11e7-9b23-80b3b0be0a6c


http://www.corriere.it/esteri/

1 giugno 2017

 

Autobomba a Kabul, oltre 90 morti. Ora più soldati Nato, anche italiani

di Andrea Nicastro

 

Un'autobotte imbottita di esplosivo ha devastato il distretto delle ambasciate della capitale afgana. Colpito anche l'ospedale di Emergency. L'Isis rivendica l'attentato.

 

L’autospurgo zeppa di esplosivo era bloccata nel traffico. Alle 8 E 25, a Kabul, in piazza Zanbaq non c’è scampo. Toyota e gipponi avanzano un centimetro alla volta, sempre più vicini, contendendo l’aria a biciclette, carretti, venditori di calzini e pagnotte. Tutt’attorno il quartiere di Wazir Akbar Khan è irriconoscibile. Quello che era il centro chic del passeggio e dello shopping a due passi dalla mitica Flower Street dei tempi degli hippy, non ha più marciapiedi o giardini, solo check point e garitte. Nei 10 anni di invasione sovietica ha perso tutti gli alberi (perché da dietro i tronchi sparavano i mujaheddin) e nei 16 anni di guerra americana al terrorismo si è rivestita di muraglioni anti-attentato che trasformano le vie in canyon da incubo. Girando a destra, l’autospurgo sarebbe arrivata davanti all’ambasciata turca e poco dopo a quella iraniana, due obbiettivi possibili per kamikaze appartenenti a logiche geopolitiche o religiose ostili a quelle potenze. Girando a sinistra, invece, sarebbe entrato nella zona verde delle ambasciate occidentali con la delegazione francese più esposta.

 

La colonna di fumo di 400 metri

Perché il o i kamikaze abbiano innescato l’esplosione proprio lì, nel traffico civile, resta un punto di domanda. Ciò che è successo dopo l’enorme boato fa parte della pornografia dell’orrore a cui il terrorismo ci ha abituati ad ogni latitudine. Corpi straziati, urla, sangue, una colonna di fumo alta 400 metri, un cratere profondo 6 e largo 14.

 

Danneggiato l’ospedale di Emergency

L’ospedale pubblico è, per fortuna, a meno di un chilometro, quello della Ong italiana Emergency (che infatti è stato lievemente danneggiato) ancora meno. Più di 90 morti, 400 feriti, danni anche 800 metri lontano. I talebani negano un loro coinvolgimento. Responsabile potrebbe essere l’Isis che da anni contende il primato dell’estremismo agli «studenti coranici» oppure, come ha reclamato nella notte, il gruppo Haqqani che ha base in Pakistan e contesta la successione al mullah Omar, leader storico dei talebani.

 

I talebani guadagnano terreno 

La strage segue di appena 9 giorni l’irruzione in una guest house del centro, dove due persone sono state uccise e una finlandese rapita. Mentre a Kabul, dunque, la sicurezza cala, nelle province i talebani guadagnano terreno. Due anni e mezzo fa la missione Nato lasciò la responsabilità alle forze afghane, ma queste si stanno dimostrando inadeguate. Il presidente Ashraf Ghani, ex Banca Mondiale, ha tradito la promessa elettorale di riconquistare la pace attraverso lo sviluppo. Continua a mancare lavoro. I fondi internazionali rimangono assieme all’oppio le uniche risorse. Il governo si sgretola lungo linee etniche esattamente come l’esercito in cui spesso un comandante può contare sulla lealtà solo dei soldati della sua stessa origine.

 

Più truppe occidentali

La speranza viene dalle estenuanti trattative di pace con i talebani e dall’ennesimo sforzo militare occidentale. Se n’è parlato al vertice Nato di settimana scorsa. L’orientamento sembra quello di aumentare da 12 a 15mila le truppe occidentali. Un contributo verrà chiesto anche all’Italia. Lo scopo è soprattutto quello di addestrare forze speciali afghane accantonando l’idea originaria di difendere il Paese con un frammentato esercito multietnico.

 

 

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