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22 settembre 2017

 

Ora Kim insulta e minaccia Trump. Ventilato test di bomba H nel Pacifico

di Stefano Carrer 

 

Donald Trump è un criminale più che un politico ed è pure un vecchio rimbambito: così il leader nordcoreano Kim Jong Un ha definito il presidente americano, replicando agli insulti di chi l’aveva soprannominato come un “rocket man” in missione suicida per sè e per la sua nazione. Agli insulti Kim risponde con insulti ancora peggiori, dunque, e alle gravissime minacce ricevute – con la possibilità di una distruzione totale del suo Paese evocata da Trump davanti ai rappresentanti del mondo riuniti all'assemblea generale dell'Onu – replica con minacce altrettanto impressionanti, affermando che le sue contromisure di rappresaglia saranno al di là di quanto gli Stati Uniti si possano immaginare.

 

«Ora che Trump ha insultato me e il mio Paese davanti agli occhi del mondo, considereremo seriamente di esercitare una corrispondente contromisura “hard-line” del più alto livello nella storia», ha dichiarato Kim in un comunicato rilasciato dall'agenzia ufficiale del regime. «Questa non è una delle espressioni retoriche amate da Trump – ha aggiunto – Qualunque cosa Trump possa attendersi, avrà risultati oltre le aspettative». Kim ha quindi promesso di dare una bella regolata “con il fuoco” al vecchio rimbambito, le cui espressioni, oltretutto, sono state «senza precedenti rispetto ai suoi predecessori». Rilevando che Trump dovrebbe essere più prudente nello scegliere le parole dei suoi discorsi, Kim ha detto di non poter fare a meno di pensare che l’attuale presidente americano «non sia idoneo a detenere le prerogative del comando supremo del Paese».

 

Scontro personalizzato.

Tutto il mondo assiste attonito a questo scambio pubblico di invettive senza precedenti tra capi di stato e di governo. Questo tipo di personalizzazione dello scontro, sceso verbalmente a un duello rusticano tra leader, secondo vari analisti aumenta il rischio che la situazione possa degenerare, intenzionalmente o meno. La Borsa di Tokyo ha interrotto oggi il suo trend positivo e quella di Seul si è indirizzata a un lieve ribasso per la quarta sessione consecutiva.

 

Test di bomba h nel pacifico?

La Corea del Nord ha minacciato anche un test di bomba all’idrogeno sull'Oceano Pacifico: lo ha ventilato a New York il ministro degli esteri Ri Yong Ho, secondi cui potrebbe essere la più potente detonazione di una bomba all’idrogeno mai avvenuta. Immediate le reazioni da Tokyo, dove il portavoce del governo Suga e il ministro della Difesa Onodera hanno definito questa ipotesi «assolutamente inaccettabile».

 

Sanzioni e aiuti.

Gli Stati Uniti hanno intanto varato – attraverso un ordine esecutivo del presidente - nuove sanzioni unilaterali rivolte soprattutto contro soggetti terzi – da banche a società commerciali fino a individui - che aiutino l’economia nordcoreana. Il Tesoro avrà la facoltà discrezionale di punire banche straniere che conducano transazioni legate ad attività commerciali con Pyongyang. Nell'annunciare le nuove misure, Trump è apparso comunque benevolo con la Cina, riconoscendo gli sforzi di Pechino nel rescindere i legami bancari con il Paese vicino.

Solo da Seul arriva un segnale distensivo con l’approvazione di un pacchetto di aiuti umanitari da 8 milioni di dollari che il Sud darà al Nord attraverso organizzazioni internazionali. Nonostante test nucleari e missilistici, insulti e minacce.

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