Thesaker.is

4 marzo 2017

 

Il Donbass si sta staccando da un’Ucraina agonizzante

The Saker

Tradotto da Mario

 

Nel paesaggio politico dell’Ucraina si verificano continuamente spostamenti tettonici. La settimana scorsa, dopo l’imposizione di un blocco totale alla Novorussia da parte degli Ucronazi, la Russia ha dichiarato che, d’ora in poi, riconoscerà i documenti ufficiali rilasciati dalle autorità della DNR e della LNR. [in italiano]. Questa settimana, le autorità novorusse hanno nazionalizzato tutte le principali fabbriche del Donbass [in inglese]. Inoltre, i Novorussi hanno dichiarato adesso che, dal momento che le autorità ucraine non sono disposte ad acquistare il loro carbone e la loro antracite, d’ora in poi li esporteranno solo in Russia. E, proprio per essere sicuri di aver pensato a tutto, i Novorussi hanno anche dichiarato che, d’ora in poi, nelle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk circolerà solo il rublo russo.

Per non essere da meno, anche gli Ucronazi hanno fatto un passo molto significativo: il Primo Ministro ucraino ha dichiarato di ritenere che le truppe irregolari che attualmente fanno rispettare il blocco dovrebbero essere ufficialmente considerate guardie di frontiera (e a queste future “guardie di frontiera” hanno spiegato che il posto di frontiera principale si chiamerà “nightingale” [usignolo], in onore del battaglione Nachtigall [in inglese] dell’Abwehr nazista [in italiano]).

 

Tiriamo un po’ le somme:

1. Gli Ucronazi sigillano completamente il confine non ufficiale con la Novorussia.

2. La Russia riconosce i documenti novorussi

3. La DNR e la LNR nazionalizzano tutte le industrie ucraine nel Donbass.

4. Gli Ucronazi dichiarano che, d’ora in poi, la linea di contatto è da considerarsi un confine.

5. I Novorussi dichiarano che adesso in Novorussia il rublo russo è l’unica valuta legale.

6. I Novorussi ora esporteranno tutta la loro produzione di carbone/antracite in Russia.

7. Tutte le fabbriche della Novorussia non pagheranno più le tasse a Kiev.

Non so voi, ma a me sembra che la DNR e la LNR stiano tagliando i loro ultimi legami con l’Ucraina, e che la giunta di Kiev sia d’accordo con questo piano.

 

In realtà tutto è assai più complicato. C’è in corso una guerra sotterranea fra gli oligarchi ucraini Rinat Akhmetov, Igor Kolomoiskii e il presidente Poroshenko, e c’è anche una guerra, assai meno nascosta, fra l’opposizione ucronazi e Poroshenko. Ci sono anche molte domande senza risposta, tipo come e se i Novorussi venderanno la loro produzione di carbone e di antracite alla Russia (in realtà la Russia non ne ha bisogno) o tramite la Russia (forse nascondendone la vera origine). Questa situazione porta a chiedersi anche che cosa potranno e vorranno fare le banche russe per aiutare i Novorussi. Le somme di denaro in ballo sono enormi, e ci sono molti interessi in concorrenza e spesso in contrasto fra loro. Ma ora non voglio occuparmi di questo, ciò che a me sembra importante è il quadro generale della situazione, e il quadro dice “addio Ucraina”.

 

Si può fare una stima di quanto seri siano questi sviluppi dagli sforzi veramente erculei che fanno i media corporativi occidentali per non notarli. Anche il Segretario di Stato Britannico per gli Affari Esteri, Boris Johnson, che ieri era a Kiev, si è concentrato esclusivamente sulla prossima competizione dell’Eurovision, e non sui drammatici sviluppi che avvengono nel sud-est.

Nel contesto ucraino, l’espressione “mai dire mai” è probabilmente anche più importante del solito, ma dirò che, se sta veramente accadendo quello che penso stia accadendo, allora il Donbass sta di fatto tagliando gli ultimi legami con l’Ucraina e si sta integrando con la Russia, politicamente ed economicamente, e, se la giunta di Kiev sembra essere stata incapace di impedire ai volontari nazisti di scatenare la crisi con il loro blocco, allora, in pratica, tutto questo indica alcune cose importanti:

 

Gli Ucronazi hanno rinunciato all’idea di riconquistare la Novorussia.

E’ iniziata la frantumazione di quel che resta dell’Ucraina.

 

Il blocco del Donbass era stato deciso da un piccolo gruppo di leaders nazionalisti, che non ha mai chiesto, o ricevuto, dalla giunta di Kiev alcuna autorizzazione per le loro azioni. Inoltre, la giunta di Kiev non ha mai approvato ufficialmente e nemmeno sostenuto quella mossa. Ma, ancora più sorprendentemente, la giunta non ha mai inviato ufficialmente nessun genere di forza di polizia, militare o di sicurezza per riprendere il controllo della situazione. Ci sono state alcune persone che, armate di bastoni e mazze da baseball, avevano cercato di far sloggiare dai binari i pazzi ucronazi, ma sono stati velocemente ricacciati indietro. Tenete a mente che ci sono decine di migliaia fra soldati e poliziotti dislocati nelle immediate vicinanze di queste unità di volontari, ma nessuno, assolutamente nessuno, ha fatto un gesto per ripristinare la legge e l’ordine.

 

Naturalmente, il concetto di “legge ed ordine” è assolutamente senza senso in una nazione occupata da un regime che è esso stesso completamente illegale. Inoltre, “legge e ordine” è ancor più senza senso in una nazione dove la forza, di solito sotto forma di bande di tagliagole armati di kalashnikov, rappresenta la legge. Dimenticatevi l’“Europa Centrale”, pensate alla “Somalia” e sarete molto più vicini alla realtà.

 

L’Ucraina è uno Stato fallito, politicamente ed economicamente. E, da buon Stato fallito, l’Ucraina di bande armate ne ha in abbondanza, anche di forze armate ufficiali, niente però a che vedere con quel genere di esercito moderno e civilizzato che servirebbe a battere la Novorussia, che, ben lungi dall’essere uno stato fallito, è una nazione giovane, che ha appena completato il rammodernamento delle proprie forze armate. La differenza fra l’esercito ucraino e quello novorusso non è dovuta solo all’aiuto russo, anche se ha giocato un ruolo importante, ma al fatto che, per i Novorussi, avere delle forze armate efficienti è stata una questione di sopravvivenza fin dal primo giorno, mentre per la giunta questa non è mai stata una priorità, semplicemente perché non c’è mai stata una minaccia militare al potere della giunta. La conta dei fagioli mi dice che le forze ucraine sono circa il doppio o il triplo, il che è abbastanza credibile. Ma è anche irrilevante. Quello che importa è se siano in grado di organizzare delle moderne operazione multiforze, e questo è qualcosa che l’esercito ucraino non sembra essere in grado di fare.

 

Quello che stiamo vedendo oggi non è solo un esercito ucraino che sembra aver rinunciato all’idea di riconquistare la Novorussia, ma è anche un esercito che sembra aver rinunciato all’idea di tenere insieme tutta la nazione. In questo momento la cosa riguarda solo il Donbass, ma presto altre regioni ne seguiranno probabilmente l’esempio, specialmente il sud (Odessa, Nikolaev, Mariupol) che, se fossero indipendenti, potrebbero essere ricche e prospere, e che non hanno assolutamente bisogno di governanti neo-nazi. Anche in Ucraina occidentale esistono dei movimenti separatisti, che vorrebbero liberarsi di tutta la “zavorra” pseudo-ucraina e costruire uno stato ucraino “puro” nell’unico luogo dove uno stato del genere ha le proprie radici storiche: ai confini con la Polonia.

 

Tutto questo porta a chiedersi quale sarà il futuro di Poroshenko, e qui il vostro parere vale tanto quanto il mio. L’unica cosa che lo ha tenuto al potere così a lungo è stato il sostegno degli USA e dell’UE, ma con le crisi (plurale) che circondano l’amministrazione Trump e l’incertezza politica in Europa, Poroshenko non potrà usare ancora per molto i suoi mentori occidentali come base del suo potere. Prima o poi, qualcuno da qualche parte in Ucraina (io scommetto ad Odessa) si renderà conto che l’assetto del potere locale è molto più importante per lui/lei di quello che potrebbero dire i politici occidentali. Ancora una volta, l’esempio da ricordare è la Somalia: per un certo tempo laggiù anche le potenze occidentali hanno avuto un certo grado di influenza, ma solo fino a quando quelle potenze non sono state sfidate con successo; (a questo punto) hanno tutte dichiarato vittoria, e se ne erano andate.

 

Non c’è bisogno di dire che gli Accordi di Minsk sono ben lontani dall’essere stati osservati. Per gli Anglo-Sionisti questa è una giustificazione sufficiente per continuare ad incolpare la Russia. Questo andrà avanti fino a che l’Ucraina, alla fine, non imploderà e, a quel punto, i veri negoziati verteranno su “chi pagherà per tutto il pasticcio?”, al che la Russia dirà che si sente sopratutto responsabile per il Donbass, lasciando il resto della frittata agli Europei che, a differenza degli Americani, non avranno altra scelta se non quella di pagare. Ma questo è ancora un futuro lontano. Per adesso, la questione è: per quanto tempo durerà l’agonia del regime nazista ucraino?

Alexander Zakharchenko ha previsto ieri che lo stato ucraino collasserà entro 60 giorni. Può essere. La mia sensazione personale è che potrebbe volerci un po’ di più, sopratutto considerando l’inerzia che ha una nazione così grande. Non dovremmo neppure ignorare la possibilità di un attacco ucronazi su larga scala alla Novorussia, se non altro come espressione di odio cieco e stupido. Se dovesse accadere una cosa del genere, l’obbiettivo dei Novorussi sarebbe quello di liberare le parti delle regioni di Donetsk e Lugansk ancora sotto occupazione nazista. Questo potrebbe rivelarsi difficile, gli Ucraini hanno fortificato le loro difese da molti mesi ormai, ma mi aspetto che alla fine abbiano successo. A quel punto l’Occidente incolperà nuovamente la Russia (sai che novità!).

 

Indipendentemente da quanto potrà durare una simile agonia, non ho alcun dubbio che essa sia iniziata e che sia irreversibile. E’ assai rimarchevole che ci sia voluto così tanto tempo per arrivare a quest’ultima fase. Già da molti mesi avevamo avuto dei segnali meno importanti sul fatto che le cose non andassero troppo bene, ma con la separazione di fatto del Donbass e con la sua graduale integrazione nell’economia russa, stiamo assistendo ad una fase qualitativamente nuova nel processo di disintegrazione dell’Ucraina.

 

P.S.: oggi Alexander Zakharchenko ha annunciato un blocco totale verso l’Ucraina da parte del Donbass. Il risultato pratico sarà che la Novorussia cesserà completamente di pagare le tasse all’Ucraina occupata dai nazisti.

 

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