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19 ottobre 2017

 

Questa mattina si è spento Albero L'Abate.

 

E' stato tra i pionieri della nonviolenza in Italia, un impegno che non ha mai abbandonato, fino all'ultimo giorno. Lascerà un grande vuoto, insieme a tutto ciò di bellissimo che ha fatto nella sua vita. Gli amici.

 

Che la sua anima possa volare in alto.

Un ricordo il 30 alle 17 al centro sociale valdese, in Via Manzoni 21 a Firenze

Verrà ricordato anche il 5/11 alle canzoni contro la guerra.

Vi informeremo dei dettagli.

Alessandra e famiglia.

 


http://www.azionenonviolenta.it/

19 ottobre 2017

 

Alberto L’Abate 1931-2017

E’ stato uno dei “padri nobili” della nonviolenza italiana. Amico e collaboratore di Aldo Capitini, si è spento nella stessa data del suo Maestro, il 19 ottobre.

 

Sociologo, docente universitario, esperto di metodologia della ricerca sociale, era appassionato soprattutto di ricerca/azione. La sua caratteristica, portata avanti per tutta la vita, fino all’ultimo giorno, lasciando tanti progetti e impegni già assunti nella sua agenda, era proprio quella di ricercatore e attivista. Studiare e agire.

Innumerevoli le lotte di cui è stato protagonista, dagli anni passati in Sicilia, con Danilo Dolci, alla lotta antinucleare a Montalto di Castro (fu anche denunciato e processato per l’occupazione dei binari); dall’ambasciata di pace a Pristina, agli scudi umani a Baghdad; dalla verde vigna di Comiso, contro l’installazione dei missili nucleari, fino al Parco della pace a Vicenza, per contrastare la base militare Dal Molin.

 

Attivissimo nel Movimento Nonviolento e nel MIR (ha partecipato anche alle due ultime assemblee nazionali di Roma e di Palermo) è stato fondatore dei Berretti Bianchi e fino all’ultimo presidente onorario di Ipri- Rete Corpi Civili di pace; promotore di corsi universitari per operatori di pace, gestione e mediazione dei conflitti, ha scritti innumerevoli saggi, libri, articoli sui temi della pace e della nonviolenza. Il rigore scientifico e la generosità nella militanza, erano sempre mescolati con una trasparente dimensione umana, di fratellanza e apertura, che lo facevano ben volere ovunque andasse a mettere in atto i suoi progetti costruttivi: in Kosovo come in Sicilia, in India come Sardegna. A Firenze era il punto di riferimento per le attività della Fucina della nonviolenza.

Ci vorrà tempo per ricostruire nei dettagli la sua lunga biografia.

Ora è il momento del viaggio della sua anima.

Lo accompagniamo con amicizia e amore, insieme alla sua amatissima famiglia.

 

Movimento Nonviolento

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