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19 settembre 2017

 

Torino 30 settembre ResetG7: roviniamogli il banchetto!

 

A fine settembre alla Venaria Reale si riuniranno i rappresentanti di sette tra i paesi più potenti del mondo per discutere di lavoro, industria e scienza. Sono i sette che hanno approfittato della epocale crisi del 2008 per attaccare i diritti di giovani e lavoratori, per abbattere la qualità delle nostre condizioni di vita, per saccheggiare e devastare territori e popolazioni che già vivevano in condizioni difficili. Hanno scaricato la crisi su di noi, ci hanno detto che non c'era alternativa, mentre salvavano le banche, mentre le tasche dei più ricchi si gonfiavano sempre di più, mentre la concentrazione delle risorse e il danno ambientale che le loro politiche infami hanno provocato sconvolgono il pianeta.

La crisi ha anche, però, fatto cadere la maschera della presunta democrazia occidentale, ha reso evidente la funzione degli stati a tutela delle grandi ricchezze e sempre pronti a rifarsi su i più deboli. Nessuna fiducia, in occidente come altrove, è riposta nelle classi dirigenti di questi paesi.  Il G7, come le altre riunioni dei potenti, non sono che un'umiliazione per miliardi di persone che subiscono le decisioni elaborate in queste assise.

Già lo sappiamo cosa ci diranno: siamo qui per risolvere il problema della disoccupazione tecnologica, parleremo della delocalizzazione del lavoro, cercheremo una soluzione alla finitezza delle risorse. Ma la verità è che se si lavora con salari da fame, se c'è chi lavora troppo e chi non lavora affatto, se le tutele e le professionalità sono state distrutte è colpa loro. Se la tecnologia invece di ridistribuire la ricchezza è la trappola che ci impoverisce è colpa loro. Se le risorse mancano è perché se ne sono appropriati, le hanno rubate. 

La loro industria delocalizza, si ristruttura per dividere i lavoratori, per renderli ricattabili, per pagare di meno il costo del lavoro. Diventa smart, pesa i pochi megabyte di una app, ma dentro di sé porta il peso di un lavoro a cottimo per pochi euro, della sofferenza di tutti quei giovani esposti alle nocività, alla disoccupazione, alle malattie da stress, alla fatica.
La loro scienza è scienza della guerra, della devastazione ambientale, del controllo e dell'ordine, della paura. Non c'è etica che importi, l'unico faro della loro scienza è il profitto di pochi contro la vita di molti.

Dopo qualche pacca sulle spalle e qualche foto di rito ci annunceranno che la tormenta è finita, che siamo fuori dalla crisi ancora una volta. Però ci terranno a precisare che non c'è alternativa, che bisogna stringere i denti e fare qualche sacrificio in più. Quello che non diranno è che i sacrifici serviranno per tenerli sui loro troni ad abbuffarsi di ciò che resta di questo paese malato.

 

Un'alternativa c'è ed è una sola. Guastargli il banchetto. Mettersi in mezzo. 
La nostra unica alternativa è smetterla di accettare che siano loro a decidere sulle nostre vite.


La nostra unica forza è l'unione di tutti coloro che sono sfruttati, emarginati, affamati, umiliati e derisi da loro.
La nostra unica salvezza, l'unica salvezza di questo paese è ribellarsi. Ora. 

 

Sul lavoro bisogna ripartire da zero:

1) Lavorare meno per lavorare tutti. 
Nel mondo non c’è mai stata così tanta ricchezza e così mal distribuita. Eppure si lavora fino a sempre più vecchi mentre i giovani muoiono di disoccupazione, si lavora anche la domenica, anche di notte. Serve una diminuzione della settimana lavorativa a parità di reddito.

2) Lavorare meno per lavorare meno. 
L’automazione dev’essere un vero progresso. Deve servire a liberarci dalla fatica e dal ricatto del lavoro. Deve servire a liberare tempo per gli affetti, per la socialità, per coltivare i propri interessi non a produrre disoccupazione. 

3) C’è lavoro e lavoro. 
Quante volte il lavoro rappresenta qualcosa di nocivo per chi lo porta avanti e per ciò che produce? Il criterio che deve guidare il lavoro è l’utilità sociale di tutti non i profitti di pochi. 

4) Lavoro o non lavoro devo poter campare.
La diminuzione del lavoro socialmente necessario non deve portare alla miseria nessuno. Casa, welfare e bisogni primari devono essere garantiti a tutti

Da Torino Reset G7

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03 agosto 2017

 

Torino ReSetG7 - Appello alla Mobilitazione!

 

Dal 26 settembre all'1 ottobre i rappresentanti di Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito si riuniranno a Venaria per discutere di scienza, industria e lavoro. Prosegue così il tour italiano del G7, che dopo aver fatto tappa in tante città investirà anche Torino con il suo codazzo di ministri e con il suo apparato repressivo. Una vergognosa messa in scena a spese di tutti i cittadini, mentre il paese sprofonda sempre di più i responsabili del disastro fintamente disquisiscono di soluzioni che non hanno. Come potrebbe essere altrimenti? Sono loro e il loro modello di sviluppo alla base di tutti i nostri problemi.

Torino è forse la città che più, in Europa, ha vissuto a pieno le contraddizioni nel campo dell'industria, della scienza e del lavoro: la città (post-)industriale per eccellenza, che sta pagando il prezzo delle loro scellerate politiche in termini di ricadute ambientali e di abbandono delle periferie. Torino è una città emblematica nel mostrare come nel nome del profitto di poche aziende si sia sacrificata la salute e il benessere della collettività, è una città in cui il tasso di disoccupazione supera il 10%, quello giovanile al 40% e le risposte cittadine e nazionali si concretizzano nell'ulteriore precarizzazione e ricattabilità lavorativa.

Siamo certi che nessuno meglio di Poletti e la sua cricca sanno che questo vertice è un affronto alla città. Per questo a settembre i ministri hanno deciso di barricarsi alla reggia di Venaria, mentre è già iniziata la campagna intimidatoria della stampa per creare un clima di paura intorno alle contestazioni. Altro che garantire la sicurezza, l’obiettivo è uno solo: tutti devono stare a casa e i ministri devono poter decidere tranquilli sulle nostre teste..

Lo diciamo chiaro: noi non accettiamo la presenza di un evento simile nella nostra città e ancora di più non vogliamo accettare i falsi proclami fatti che usciranno da quel patetico consesso. Sentiamo la necessità di portare nelle strade un modello alternativo e contrario alle politiche di disuguaglianza sociale promosse dalla governance mondiale dei potenti della terra.

Le giornate di fine settembre saranno l'occasione per ridare voce a tutti coloro che da anni subiscono gli attacchi alla sanità, ai luoghi della formazione, ai territori, ai diritti sul lavoro e all'autodeterminazione delle proprie vite. Vogliamo lanciare una mobilitazione larga, inclusiva e diffusa che si ponga l'obiettivo di riprendersi la città, creando spazi, momenti di discussione e azione nell'arco di tutte le giornate del G7.
Ad un vertice blindato e non rappresentativo vogliamo contrapporre una mobilitazione dal basso. Non lasceremo che sette ministri prendano decisioni sulle nostre vite e sul nostro futuro a porte chiuse.

Crediamo che la vetrina istituzionale del G7 possa rappresentare una tappa importante nel portare l'opposizione di una società che negli ultimi anni ha combattuto, e continua a farlo, contro le politiche europee di austerità e le più recenti politiche del governo Renzi-Gentiloni su lavoro, sicurezza, scuola e ambiente. Per questo tutte le realtà di Torino che fanno della proposta politica d’alternativa, dell’impegno militante e della trasformazione sociale la priorità del loro agire hanno deciso di riunirsi in un'Assemblea Cittadina, per poter portare l'opposizione unitaria di una città che ha vissuto per anni le conseguenze della post industrializzazione e delle politiche sul lavoro.
Come Assemblea abbiamo sentito la necessità di coinvolgere tutti i soggetti e i singoli, attivi a Torino e in tutt'Italia per poter creare un'ampia mobilitazione, costruita dal basso, con un'assemblea nazionale sul G7 che si terrà a Torino, sabato 9 domenica 10 settembre ore 14:00 presso la Cavallerizza Reale.

Serve ripartire da zero. Chi decide su cosa, come sono usate le risorse di tutti, a cosa serve il lavoro: o la ricchezza è per tutti o lavorare non ha senso.

RESET G7!

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