Originale: Counterpunch

http://znetitaly.altervista.org/

19 maggio 2017

 

Rivoluzione in contrasto con passività

di Andre Vltchek

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Si dice di volere i fatti – fatti e ancora fatti – prima di potersi impegnare. Prima che alla fine si decida di diventare parte di qualcosa: un partito politico, un movimento o un altro essere umano. Ce ne sono già moltissimi: una valanga, uno tsunami di fatti . “Di fatto” la vostra vita trabocca di fatti. La maggior parte di questi  viene portata direttamente nel vostro soggiorno o nella vostra camera da letto o nel vostro ufficio: risplendono dai cristalli liquidi dei monitor dei computer e dagli schermi della televisione sempre più piatti ed eleganti.

Non c’è davvero bisogno di viaggiare, vero? Non c’è bisogno di “sporcarsi”. Senza lasciare la propria sedia o il divano, si possono anche apprendere nozioni elementari riguardo alla scienza di Newton, Einstein o Leonardo da Vinci. Si può anche sperimentare, in modo indiretto, naturalmente, la miseria più estrema dei quartieri poveri di Haiti o della Giamaica. Vi si può mostrare un campo di battaglia,si possono  vedere le donne più  esotiche  e più ‘proibite’ con le quali qualcun altro fa l’amore, e si può entrare nei palazzi reali.

E’ tutto lì, a portata dei polpastrelli: formule e definizioni, musica e pornografia, storia e anche un po’ di poesia, se la poesia è proprio quello che si sta davvero cercando.

Non c’è motivo di andare fuori. Naturalmente molte persone devono uscire, almeno dal lunedì al venerdì per svolgere il loro lavoro solitamente monotono. Ogni tanto si devono comprare dei generi alimentari anche se si possono ordinare online o usando il telefono, e alcuni impieghi attuali non richiedono neanche la presenza personale degli impiegati.

Mentre l’individualismo (egoismo) è quello che sempre di più determina la maggior parte delle culture in Occidente, la vera individualità (unicità) è quasi scomparsa.

Anche se internet trabocca di informazioni, dati e “fatti”, sebbene ci siano ora a disposizione centinaia di canali disponibili sui menu dei fornitori di televisioni via cavo, le combinazioni soggiorno –computer o soggiorno con televisore producono risultati sempre più monotoni: le persone sono sempre più apatiche, il loro modo di pensare è uniformato e non sono disposti a correre rischi in senso intellettuale, emotivo o fisico.

La passività sta venendo costantemente razionalizzata e difesa. In superficie, le ragioni fornite per giustificare la mancanza di impegno, sono logiche, ‘sensate’, e talvolta perfino legittime.

La passività è diventata ‘calma’ e così anche la disperazione, la desolazione e la tristezza.

Invece di incoraggiare violenti scoppi ribelli di angoscia, come qualcosa di naturale, positiva e anche essenziale (non si dovrebbe combattere con tutte le proprie capacità contro tutte le forze che stanno rendendo la vita senza scopo e inutile?), quasi ogni cosa che viene definita dalla società, “emozioni negative” viene repressa e controllata dalle medicine e dalla terapia. In questo modo, la “scienza” medica  diventa la colpevole, uccide molte reazioni sane, e , alla fine, uccide la vita stessa.

Raramente viene espressa, ma è essenziale da comprendere: una persona che sta male in modo grave perché è circondata da un ambiente totalmente malsano, perfino folle (sistema politico, famiglia, insiemi di bugie costantemente ripetute) in realtà reagisce in maniera vigorosa e sana. E’ come quando il corpo lotta contro una grave infezione. Soltanto in questo caso la battaglia è mentale.

Ci si aspetta che le persone siano “normali”, mentre gli standard che definiscono la “normalità” hanno le loro radici nelle malattie mentali di cui l’intera società sta chiaramente soffrendo. Non soltanto gli immigrati; ora tutti sono obbligati ad “adattarsi”, Che cosa significa realmente adattarsi? Cioè: diventare atomizzato, apatico e perciò solo e vulnerabile? La vita allora scorre lentamente, calma, freddamente e senza emozioni. Una persona cresce, diventa matura, invecchia e muore. La società si deteriora lentamente. Il pianeta Terra va gradualmente in rovina.

Circondati da infelicità uniformata e perpetua, da passività e amnesia, non si è più consapevoli delle sofferenze degli altri. Lo schermo che la gente ha di fronte è illuminato fino a tarda notte.  Ogni cosa si riduce a brevi latrati e a simboli uniformati

pre-programmati sui telefoni cellulari.

Qualcosa è andata perduta. Sembra esserci una carenza di qualcosa molto essenziale, un deficit enorme. In un tale ambiente l’amore non può fiorire e la rivoluzione non può mai esserci. Nella sterilità, e circondati da un vuoto di emozioni, gli esseri umani possono vivere un pochino di più, ma tale esistenza può realmente definirsi vita?

La realtà è “autentica” soltanto quando viene sperimentata in modo olistico  e in prima persona. Questa è la conclusione a cui sono arrivato, dopo essere stato testimone di centinaia di conflitti in tutto il mondo, ma anche dopo avere osservato così tanti momenti splendidi, così tanti grandi successi umani, praticamente in tutti gli angoli del mondo.

Lo schermo di un computer offre soltanto immagini estremamente filtrate, perfino “censurate” della realtà (indipendentemente da quanto possa essere ad alta-definizione),  e anche dei suoni elementari. Anche i nostri sensi umani imperfetti e limitati sono in grado di afferrare, registrare ed elaborare incomparabilmente più di questo.

Quando si dipende esclusivamente da una realtà confezionata e  filtrata (immagini e suono), gran parte della nostra mente diventa inattiva, comincia a deteriorarsi (anche a degenerare) ed alla fine il processo diventa irreversibile. E’ come se si avesse soltanto l’uso della mano destra per tutta la vita, ma non le  gambe, e non la mano sinistra: la situazione provocherebbe, nel modo più sicuro, l’indebolimento dei muscoli e disastrose deformità fisiche.  Lo stesso accade con la mente umana, con il cervello, se gli si impedisce di compiere tutte le sue funzioni naturali in modo regolare.

Insisto che “conoscenza” e “comprensione della realtà” devono consistere in un “approccio completo”, in cui sia coinvolta almeno la maggior parte dei nostri sensi. Praticamente, ‘comprendere veramente’ richiede “esserci”.

Permettete che faccia un esempio, soltanto uno, anche se, naturalmente, ci sono migliaia di paradigmi che potrei fornire.

Si può stare tutta la vita a Berlino, a Londra o a Boston e guardare i notiziari sul vostro schermo televisivo, si può  rimuginare su innumerevoli “fatti” forniti dai propri migliori amici (internet e smart phone), ma non ci si avvicinerebbe mai a comprendere che cosa è avvenuto negli scorsi due decenni in America Latina o che cosa sta succedendo proprio adesso in Siria.

Per capirlo, ci si dovrebbero rimboccare le maniche, smettere di vegetare e cominciare a vivere. Si dovrebbe sperimentare, con tutti i i sensi, che cosa sembrava l’umidità che proveniva dalle pareti nei quartieri poveri ai tropici, si dovrebbe osservare da quelle misere colline sovrappopolate quei condomini insopportabilmente costosi all’orizzonte, si dovrebbe sentire l’odore dell’alito cattivo delle giovani donne che non si sono potute permettere le cure odontoiatriche, mentre il paese era inondato dai petrodollari. Si dovrebbero vedere i giovani ballare il venerdì sera, in maniera così disperata e senza speranza. Una sera dovreste camminare in qualche vicolo stretto, da soli, e vedere due uomini armati di pistola che camminano dritti verso di voi. Dovreste sentire l’odore di un profumo scadente di una donna che vi si avvicina alle due di notte in un baretto  frequentato da giornalisti locali, che vi afferra per le spalle, e che comincia a singhiozzare e confessa che ora è una prostituta, ma che soltanto un anno fa era un’insegnante di scuola elementare e voleva vivere in una casetta con un giardino ordinato e colorato.  Dovreste sapere come di solito era viziata l’aria nelle stanze stipate di corpi in qualche sperduto ospedale pubblico dove delle persone povere stavano morendo di cancro. Dovreste vedere e sentire e odorare di più, molto di più per capire il motivo per cui chi di noi era allora lì, sono ancora dove siamo adesso, totalmente determinati e leali, lavorando e vivendo per la Rivoluzione.

Ernesto Che Guevara ha dovuto lasciare la sua bolla provinciale di famiglia che consisteva di medici che si godevano la loro vita di classe medio-alta; ha dovuto mettersi in viaggio. In un certo senso, non è mai tornato. Il Che ha dovuto vedere, odorare e avere sensazioni per potersi impegnare, per prendere una posizione, per sentirsi coinvolto; ha dovuto capire che cosa è la miseria, la lebbra, che cosa sono la fame e la disperazione, ma  ha anche dovuto affrontare tutta quella gloria enorme del suo continente, del Sudamerica.

Tutto va di pari passo: per lottare, impegnarsi, rischiare la propria vita, si deve amare o almeno si deve sapere in che modo amare. Per amare prima si deve essere vivi!

Durante il suo infinito viaggio in motocicletta attraverso il continente, quello che il Che ha sperimentato non è stato necessariamente qualcosa di “fattuale” o anche di “razionale”.

Quello su cui i rivoluzionari venezuelani hanno basato le loro azioni pochi decenni dopo, è stato principalmente e profondamente emozionale. I loro sentimenti alla fine divennero razionalizzati, portando alla promessa di liberare il continente. Il passo successivo è stato di compiere parecchie azioni determinate. Anche i fatti sono stati impiegati, ma erano radunati totalmente per la Causa, per la Rivoluzione. Non è mai stato e non è stato mai inteso che fosse il contrario.

La Rivoluzione è un evento altamente emozionale, e così è l’amore, così è la vita. Non c’è vita e non c’è amore senza ribellione, senza una “rivoluzione privata”, senza l’impegno. Vivere e amare richiedono coraggio e libertà personale, ma richiedono  anche completa dedizione, spirito di sacrificio e determinazione.

Durante la Rivoluzione, come quando si è innamorati, tutti i sensi sono coinvolti. Si combatte per l’umanità. Si combatte per la felicità della propria altra metà. Non importa quali ostacoli blocchino la strada, non importa quanto duro sia il viaggio, quando si ama o si lotta, ma specialmente mentre si ama e si lotta una persona è completamente viva. Allora e soltanto allora, la propria vita guadagna significato.

La Rivoluzione può essere totalmente priva  di  religione; potrebbe essere, e spesso è completamente laica. Ma, significativamente conta su tre brillanti Muse, tre sorelle che non sono mai lontane da qualsiasi cosa grande che manda avanti la nostra la nostra razza umana. I loro nomi sono: Fede, Amore e Speranza.

La Fede non può essere mai basata sui fatti. L’Amore non può essere mai basato su fatti. La Speranza non è basata su fatti.

Le tre sorelle non possono essere ‘studiate’, e non si può imparare molto su di loro da internet.

Non potrebbero essere completamente capite con la logica. Tutte e tre rappresentano semplicemente la vita.

La vita è sempre più assente dalle società che controllano ora il mondo; le società che stanno sempre di più limitando la gamma naturale dei sensi umani, mentre radunano uomini e donne negli stretti e oscuri tunnel prefabbricati che portano soltanto nell’insensatezza  perversa.

Tali società sono già riuscite a creare una nuova e orribile religione, un nuovo tipo

di fanatismo estremo basato su un “razionalismo” freddo, indifferente e insensato, sulla “scienza” senza qualità umane, e su un assortimento preselezionato di “fatti”. Queste società hanno già soffocato, fino ad ucciderle, sia la poesia che la capacità umana di sognare. Hanno finito con il violentare il mondo, fecondandolo con la passività e la depressione, costringendo l’umanità a rifiutare la fede, l’amore e la speranza, a sputare sugli impegni, sulla lealtà, sulle azioni costruttive e positive, sulla vita stessa.

Le analisi effettive del mondo “basate sui fatti” portano per lo più a un cupo pessimismo e negativismo. Non è soltanto perché fissare a lungo lo schermo del computer e quello della televisione è deprimente e poco sano, ma anche perché tali analisi sono, in grande misura, “illusorie” e ingannevoli.

L’analogia con la ‘esperienza virtuale basata sui fatti’ rispetto alla ‘conoscenza umana vantaggiosa’ sarebbe:  ‘pornografia’ rispetto ad ‘amore’.

Per un poeta, un rivoluzionario, un sognatore, un umanista, questa conoscenza che consiste soltanto di ‘fatti obiettivi’ (ravvivati da innumerevoli formule e risultati di test), apparirebbe tanto  esplicita, fredda e vuota quanto la ‘pornografia esplicita’.

L’amore non è soltanto lo sfregamento fisico di due organi sessuali, ma è anche fatto di tenerezza, comprensione, onestà e della scomparsa di tutte le paure accumulate durante tutta la propria vita. E’ una genuina liberazione e una grande avventura, una “rivoluzione privata”, un processo attraverso il quale l’intero mondo, anzi l’intero universo viene riscoperto e ridefinito totalmente e dall’inizio, da due persone, insieme.

I grandi amori veri come quelli che le persone in passato di solito sperimentavano e poi ne scrivevano (così rari, però, adesso), non sono stati mai facili, dato che le persone non sono dei semplici esseri umani, e due di loro non possono quasi mai

“stare  perfettamente bene insieme.” C’erano quasi sempre dei grossi drammi e rotture temporanee, poi ricongiungimenti appassionati; c’erano incomprensioni e anche acuto dolore. Per due individui forti rimanere insieme, sopravvivere come coppia, come una cosa sola, ha sempre richiesto grande determinazione e forza di volontà.

E’ sempre più facile rinunciare, abbandonare, come si fa in questi giorni.

Si riduce tutto a quei “fatti” privati della passione, della profondità e del coraggio, è vero?

Considerate una donna di cui pensate di esservi innamorato, e guardate i fatti, la analizzate. Avanti, provate. Fatelo nel modo in cui attualmente si fa in questi giorni: freddamente e razionalmente. Vivere con lei “migliorerà la tua vita”? Le sue natiche non sono troppo larghe e le sue gambe un pochino troppo corte? Di fatto, “non è un poco “troppo complicata?” E, “non arriva con troppi bagagli?” Stare con lei non metterà a repentaglio la sua carriera?

Pensieri di questo genere, in passato sarebbero stati considerati grotteschi. Ora, però, sono accettabili, perfino normali.

Vi ricordate il miglior romanzo scritto da Hemingway? “Per chi suona la campana”?

Un uomo, un insegnante americano della piccola borghesia va in Spagna. Parte come   volontario per combattere dalla parte del socialismo, dalla parte della Spagna repubblicana , contro il fascismo. Si chiama Robert Jordan. Incontra una ragazza: si chiama Maria. La testa di Maria è stata rasata a zero, dopo essere stata brutalmente violentata dai soldati fascisti. Dall’inizio sembra un amore assolutamente impossibile, ma al diavolo! E’ amore e sia Robert Jordan che Maria lo sanno, lo sentono, e non cercano neanche di essere razionali riguardo ad esso. Contro ogni previsione, improvvisamente, ma completamente, due persone di due paesi remoti, danno la loro vita l’uno all’altro e poi fanno l’amore e ‘la terra si muove’ (come è stata soddisfacente un’esperienza sessuale, n.d..t.) come si muove soltanto una volta nella vita. E Maria muore e Robert Jordan non se ne va; resta sul lato della strada, facendo un gesto inutile, ma eroico, in attesa che si avvicini una colonna fascista, così poteva fare quello che aveva promesso a lei e a se stesso: combattere e molto probabilmente morire in questa terra straniera, morire onestamente, per il paese di Maria.

Ebbene, questo è il modo in di solito scriveva la gente, e in questo modo vivevano… e in questo modo erano soliti amare.

Questo è ciò che era normale, e che solitamente veniva ammirato e apprezzato.

E questo è ancora il modo in cui scrivo e vivo e amo, e non me ne frega niente se è di moda o no. So quando scrivo bene, non importa che cosa dicano gli altri. So quando combatto coraggiosamente e onestamente, anche se, alla fine perdo. Si sanno queste cose, come forse si sa anche quando lui o lei vive come un vigliacco o quando lui o lei tradisce. So anche quando ‘le terra si muove’ e se si muove, anche quando l’altro fa qualcosa di folle e di ‘imperdonabile’, indipendentemente da che cosa dichiaro, resterò.

Nel mondo di oggi, Maria e le donne come Maria sarebbero considerate come un “partito” molto cattivo. Una donna ferita,  traumatizzata con un ‘terribile bagaglio’ da portare sulle spalle. Nessun ‘uomo sano di mente’ la abbraccerebbe, nessuno combatterebbe e morirebbe per lei. (Anche se da qualche parte prof   dentro  lo so: Vorrei, sono… anche adesso.).

La pornografia, o qualche incontro segreto con  una prostituta in un “hotel dell’amore” sarebbe molto più ‘sicuro’, molto più ‘semplice’ per i saggi uomini occidentali di oggi.

Questo è il motivo per cui, ne sono convinto, in un ambiente così, con una condizione mentale di questo genere, nessuna vera rivoluzione è più possibile.

Ogni grande amore disorienta ed è spesso doloroso. Le vere rivoluzioni non sono mai  ordinate,  mai facili, e mai perfette. Il motivo è che sia l’amore umano che la passione umana per il progresso e il cambiamento consistono di un insieme di emozioni e di istinti complessi,  che a volte si scontrano, che spesso coesistono in qualche modo non armoniosamente, ma creando sempre un grande vortice di passioni, cosa che in realtà rende la vita degna di essere vissuta.

Per definizione, l’amore non può mai essere ‘ sterile’, e lo stesso si può dire circa la vera rivoluzione. Il vero amore e la vera rivoluzione sono sempre  vive,  piene di fluidi, di sangue che bolle, di lacrime. Sono fatti di speranza, di dolore, ma anche di grande gioia.

La pornografia è totalmente sterile, e sterile è quell’universo moralista fatto di distacco, di fredda osservazione ‘imparziale’ del mondo, e anche di “fatti” trasmessi elettronicamente. Sterile è anche il rifiuto di ‘impegnarsi’ di ‘sporcarsi’, di coinvolgersi, e di ‘schierarsi’. Sterile è non combattere e non essere pronto a morire per i propri ideali.

Sterile è si desidera la purezza assoluta. “Non posso impegnarmi perché non sono pronto a sostenere completamente questo ideale, questa ideologia, questa rivoluzione.”

Quando sento queste cose, immagino immediatamente quei corpi femminili creati dalla moda e dalle agenzie pubblicitarie: “perfetto”, liscio, snello e lungo… ma assolutamente privi di vita e di individualità.

Non sono attratto da corpi di questo genere, e non sono attratto da ideologie ‘perfette’, ordinate e ‘inoffensive’, ‘innocue’. Non vorrei mai stare con una donna che non vorrei uccidere, almeno una volta. Non combatterei mai per la perfezione, soltanto per gli esseri umani e quelli non sono mai completamente (e fortunatamente) senza difetti.

Durante una rivoluzione e anche quando si ama e si viene amati pazzamente, ci si può

anche ridurre in cenere, ma questa è la vita ed meglio seguire questa strada che scomparire a causa dell’influenza, della vecchiaia o in un incidente stradale.

Si può anche cadere, scomparire, mentre si cerca la vera conoscenza perché spesso la conoscenza è nascosta nei luoghi più strani, pericolosi e sgradevoli. Si deve arrivare vicino, molto vicino, se si vuole davvero capire.

Talvolta se si arriva troppo vicino, si muore. Ma anche queste è la vita. E’ così e questo è il modo in cui dovrebbe essere. Senza un enorme sforzo, senza vero coraggio, energia, passione, senza correre rischi, la vita non è degna di essere vissuta.

 


Andre Vltchek è un filosofo, romanziere, regista e giornalista d’inchiesta. Ha scritto articoli sulle guerre e i conflitti in dozzine di paesi. Tre dei suoi libri più recenti sono: Il romanzo rivoluzionario “Aurora”, e due opere di successo di saggistica:  “Exposing Lies of the Empire” [Smascheramento delle menzogne dell’Impero] e “Fighting Against Western Imperialism [Lotta contro l’imperialismo occidentale] Guardate altri suoi libri su: http://andrevltchek.weebly.com/books.html. Andre sta realizzando documentari per teleSUR e Al-Mayadeen. Guardate Rwanda Gambit, il suo documentario  sul Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo. Dopo aver vissuto in America Latina, in Africa  e in Oceania, Vltchek attualmente risiede  in Asia Orientale e in Medio Oriente  e continua a lavorare in tutto il mondo.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.counterpunch.org/2017/05/19/revolution-vs-passivity

 

top