euronews 

30/10/2017

 

Ribellione, sedizione e malversazione. Sono questi i capi d’accusa che la procura spagnola ha spiccato nei confronti del presidente catalano destituito carles puidgemont, dei 13 membri del suo governo, della presidente del parlamento catalano Carme Forcadell insieme al suo ufficio di presidenza. Il procuratore dello Stato Juan Manuel Maza ha chiesto per gli imputati interrogatori d’urgenza, misure cautelari e un pagamento di garanzia di oltre 6 milioni di euro, pena la confisca dei beni. 

 

Secondo quest’uomo: “perche si configuri il reato di ribellione deve essere dimostrato l’uso della violenza e in questo caso non c‘è stata violenza, penso stiano un po’ esagerando”. “Penso che abbiano fatto bene ad accusare Puidgemont – dice questa signora – non ha rispettato la legge e tutti quelli che non rispettano la legge devono pagare il giusto prezzo”

E intanto, i partiti catalani hanno sciolto la riserva decidendo di partecipare alle prossime elezioni in Catalogna indette dal governo di Madrid per il 21 dicembre. 


Puidgemont, riparato in Belgio insieme a 5 suoi ex ministri, potrebbe guidare una coalizione indipendentista. Ma non è ancora chiaro se e da dove continuerà a svolgere il suo ruolo. Almeno per il momento l’ipotesi di un suo arresto è escluso dalla stessa procura.

 

Destituito da Madrid e perseguito dalla procura spagnola: il leader separatista Catalano Puigdemont potrebbe davvero chiedere asilo politico in Belgio?. L’ipotesi è stata smentita dal premier belga Charles Michel, intervenuto dopo che il suo ministro all’immigrazione e membro del partito indipendentista fiammingo, Theo Francken, aveva evocato la possibilità domenica. Come spiega Philippe De Bruyckerde, professore presso l’università libera di Bruxelles, una richiesta del genere metterebbe il Belgio in una posizione molto delicata.


“E’ chiaro che la richiesta sarebbe infondata, poichè all’interno dell’Unione europea siamo in presenza di regimi democratici. In secondo luogo, se il Belgio decidesse di esaminare questa richiesta, dovrebbe immediatamente avvertire il Consiglio europeo. Sarebbe una decisione politica molto importante con pesanti conseguenze “.


La scelta del Belgio non sarebbe casuale : la presenza nel paese di tre differenti comunità linguistiche ha dato vita ad una struttura federale molto peculiare “Il Belgio è uno stato federale in cui sussistono molte differenze e opposizioni tra le regioni e forse questa è la spiegazione”, suggerisce Marc Pierini di Carnegie Europe. “Ma nel complesso i governi europei preferiscono evitare di creare un precedente di questo tipo”.


Il Belgio è uno dei paesi in cui crisi catalana ha avuto un’ eco maggiore. Il governo attualmente in carica è infatti il frutto di una coalizione con il partito N-Va, la cui principale rivendicazione è l’indipendenza della regione delle fiandre.

 

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