http://www.notiziegeopolitiche.net/

29 settembre 2017

 

Catalogna: sale la tensione. La UE sta con Madrid

 

Sale la tensione in Catalogna in vista dell’annunciato referendum indipendentista del 1 ottobre, contrastato da Madrid dopo che la Corte suprema lo ha ritenuto incostituzionale.

 

Era stato il presidente della Regione autonoma della Catalogna, Carlos Puigdemont a indire la consultazione referendaria, ed il 6 settembre il parlamento regionale aveva approvato l’iniziativa con 72 voti a favore, 11 astensioni e nessun contrario.

 

E dopo arresti di funzionari, manifestazioni, commissariamento della polizia regionale (Mossos d’Esquadra) da parte del ministero dell’Intero e sequestro di milioni di schede elettorali, in Catalogna sono arrivati 14mila agenti per occupare le sedi destinate ai seggi elettorali.

 

Gli uomini della Guardia urbana, che dipendono dallo stato centrale, stanno bloccando gli accessi ai depositi del Comune per impedire che venga prelevato il materiale elettorale anche perché, come ha precisato la Procura, è di proprietà dello Stato e non della Regione autonoma.

 

E mentre per le strade di Barcellona e Girona si moltiplicano le proteste di studenti e di indipendentisti in un clima di nervosismo crescente, il portavoce della Commissione Ue, Alexander Winterstein, ha risposto al responsabile del dipartimento Esteri del governo regionale catalano, Raul Romeva, che aveva chiesto alla Commissione di “difendere” i principi democratici a suo dire violati dalla “repressione” del governo di Madrid, che “rispettiamo l’ordinamento giuridico costituzionale della Spagna. Non abbiamo altri commenti da fare su questa questione”.

 

I sondaggi al momento dicono che l’82% dei 7,5 milioni di catalani è per il “diritto di decidere”, il 61% dice che voterà, ma è tutto da vedere come, dal momento che oggi è stato fatto sapere che chiunque allestirà un seggio, e quindi verrà in possesso dei dati personali degli elettori, rischierà una sanzione di 100mila euro.

 

Non è la prima volta che in Catalogna si tiene un referendum del genere: nel novembre 2014 il 72% dei 2 milioni di catalani (su 4,5 milioni di aventi diritto) che avevano preso parte alla consultazione referendaria indetta dall’allora governatore Artur Mas si era detto favorevole all’indipendenza.

 

Il risultato, scontato, aveva comunque un valore prettamente simbolico (e forse propagandistico), in quanto già prima la Corte costituzionale del paese, interrogata dalle autorità centrali di Madrid, aveva dichiarato nulla la consultazione elettorale poiché non era prevista (e non lo è tutt’oggi) la possibilità per una regione spagnola di costituirsi in nazione indipendente.

 

top