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19 ottobre 2017

 

Madrid: sabato stop all’autonomia catalana. Due giorni per un negoziato in extremis 

di Luca Veronese 

 

Le ultime parole del messaggio inviato da Carles Puigdemont al governo spagnolo possono forse riaprire il dialogo tra Barcellona e Madrid. «Per concludere, se il governo dello Stato insiste nell’impedire il dialogo e nella repressione, l’Assemblea della Catalogna potrà procedere, se lo ritiene opportuno, a votare la dichiarazione di indipendenza che non è stata votata il giorno 10 ottobre». Il leader indipendentista catalano ha dunque rinnovato la disponibilità a trattare, ha accusato il premier spagnolo Mariano Rajoy per la repressione in corso nella regione. Tutto come previsto. Ma poi ha anche - per la prima volta - ammesso che una dichiarazione di indipendenza non è mai stata fatta, che un voto dell’Assemblea catalana non c’è stato. E lo ha messo nero su bianco, prima dello scadere dell’ultimatum.

 

 

Rajoy, per il momento, non ha considerato la correzione di Puigdemont e si è invece soffermato sulla nuova minaccia del leader catalano.

Il premier spagnolo ha fatto sapere di considerare inadeguata la risposta di Puigdemont. Tanto che ha già annunciato una riunione del Consiglio per sabato mattina per attivare l’articolo 155 della Costituzione, che consente a Madrid di annullare di fatto l’autonomia regionale per proteggere l’interesse generale della Spagna.

 

Da qui a sabato ci sono altri due giorni per tentare di avviare un negoziato.

E soprattutto i Socialisti, che appoggiano il governo di minoranza di Rajoy, sono molto indecisi nell’intervento pesante sull’autogoverno della regione.

 

Catalogna, tempo scaduto. Madrid:sabato stop autonomia

Ieri Rajoy aveva proposto, affidandosi ad ambasciatori discreti ed evitando con cura i canali ufficiali, la sua via d’uscita alla crisi: elezioni subito in Catalogna per misurare il consenso del fronte indipendentista e di quello unionista, oggi alla pari secondo i sondaggi nella regione. Il voto anticipato, nelle intenzioni di Rajoy, dovrebbe ovviamente servire a scatenare una campagna contro l’indipendenza e a smantellare la maggioranza degli indipendentisti catalani nel Parlament di Barcellona.

 

Il voto sembra l’unica alternativa che il governo spagnolo lascia alla Generalitat prima di intervenire per commissariare la Catalogna.

In un modo o nell’altro, dopo un accordo tra Rajoy e Puigdemont, o per imposizione del governo di Madrid che dopo il commissariamento potrebbe sciogliere l’Assemblea regionale, la Catalogna potrebbe tornare presto a votare. Questa volta in modo pienamente legale e non solo legittimo. Tutto sommato una soluzione democratica e politica a una crisi ormai sfuggita di mano sia a Madrid sia a Barcellona.

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