La Repubblica

La nonviolenza e' in cammino

Numero 451 del 24 dicembre 2017

 

"Questa Europa malata di nazionalismo dove il passato torna a cercare vendetta"

Andrea Tarquini intervista Agnes Heller*

 

"Il passato torna tra noi, col volto della vendetta". Agnes Heller, grande voce dell'intelligentsia centroesteuropea, commenta cosi' a caldo.

 

- Andrea Tarquini: Sessantamila nazionalisti in piazza a Varsavia, che cosa ne dice?

- Agnes Heller: Sessantamila persone in piazza gridando quegli slogan sono tante. Il patriottismo diventa nazionalismo. Lo sfondo e' un'Europa che appare malata ovunque o quasi, e i partiti storici democratici sono in crisi.

- Andrea Tarquini: Qual e' stata la sua prima reazione?

- Agnes Heller: Situazione brutta, davvero. La Storia passata, ripeto, torna tra noi, irrompe nel presente come vendetta. Insisto, sessantamila nazionalisti in piazza con quegli slogan nel piu' grande paese del gruppo di Visegrad sono un segnale grosso. E la controdimostrazione era molto piccola. Stiamo andando giu' tutti, l'Europa appare malata.

- Andrea Tarquini: Il dissenso nel Centro-est era multiculturale, oggi e' una somma di nazionalismi. Perche'?

- Agnes Heller: I movimenti per la liberta', come molti decenni prima fu l'Austria-Ungheria, erano uniti da momenti di passato comune. Il Centro-est ha un passato diverso dal resto d'Europa: l'occupazione sovietica. Il nazionalismo del gruppo di Visegrad viene da quel passato.

- Andrea Tarquini: Perche' questo feeling comune di voglia di nazionalismo?

- Agnes Heller: Il passato ha creato posizioni politiche diverse, interessi diversi, terreno fertile per i populismi. Tutte le nazioni europee divennero nazionaliste dopo la prima guerra mondiale, ma nell'Est non ci fu il dopoguerra democratico. Abbiamo sottovalutato il pericolo: i trend attuali nel gruppo di Visegrad possono essere per la Ue pericolosi come fu per l'Ungheria il Trattato di Trianon che porto' alla perdita di vastissimi territori e a sviluppi nazionalisti.

- Andrea Tarquini: Sara' possibile tenere i paesi di Visegrad nella Ue?

- Agnes Heller: Dipende, se la Ue sapra' fare chiarezza sul concetto di valori europei. Furono valori europei anche i totalitarismi, che non nacquero ne' in Africa ne' in Asia. E occorre saper affrontare i conflitti tra centro e periferia dell'Europa.

- Andrea Tarquini: Come far avanzare l'integrazione politica europea?

- Agnes Heller: L'integrazione e' importante, ma richiede coraggio come fecero Francia e Germania superando secoli di ostilita'. Dobbiamo affrontare le realta' storiche: l'integrazione deve prendere in considerazione le ferite del passato in quella parte d'Europa se vogliamo riconquistarla. Invece la Ue ha commesso diversi errori verso quei paesi.

- Andrea Tarquini: Perche' la voglia d'identita' nazionale assume simili volti?

- Agnes Heller: L'identita' nazionale conta per tutti i paesi europei, la questione e' quale tipo di identita' nazionale emerge: e' ben diverso se e' sciovinista e fondata su odii verso gli altri. Ecco il problema dei paesi di Visegrad: hanno reagito cosi' all'occupazione sovietica, ritengono ancora tutti potenziali occupanti e cio' apre spazi a populismo e a piccoli despoti. Dopo l'89 purtroppo le forze democratiche nel centro est non tennero conto del peso del passato. Pensarono alla politica solo in termini parlamentari, non nella sua dimensione di umori e interessi e bisogni sociali e memoria, ed ecco il risultato.

- Andrea Tarquini: Perche' nei paesi di Visegrad si respirano paure e odii verso i migranti anche quando i migranti sul posto non esistono?

- Agnes Heller: Gli autocrati sono da tempo antioccidentali e vittimisti, da prima dell'ondata di migranti. Basta evocare la paura di essere occupati da altri, di vedere distrutta la nazione. Basta l'immagine del pericolo, anche senza pericolo reale, con una propaganda efficace. Il terreno fertile sono traumi e delusioni post-1989. E un passato che aveva distrutto la cultura borghese ed ebraica. Alcuni definiscono i migranti pericolosi anche perche' arrivano con molti bambini, e' quasi da Notte dei cristalli.

- Andrea Tarquini: La Ue puo' salvarsi dalla minaccia?

- Agnes Heller: L'Europa fa pensare a un malato di polmonite che puo' morire o guarire e rafforzarsi.

 

22 dicembre 2017

 

"In Europa crescono nuove tendenze autoritarie, autoritarismi non ideologici come i vecchi totalitarismi ma pericolosi per la societa' liberale e per la pace".

E' l'allarme di Agnes Heller.

 

- Andrea Tarquini: No polacco alle richieste Ue, modello "illiberale" in Ungheria, destre e populisti in crescita quasi ovunque: quanto sono in pericolo societa' liberale e valori costitutivi europei?

- Agnes Heller: Dipende da quanto sapremo difendere anche a livello istituzionale i diritti di ogni minoranza, elemento centrale dello Stato di diritto. Ogni democrazia senza la difesa garantita delle minoranze puo' far nascere ovunque autocrati di ogni sorta. Leader semitirannici come Orban, o Kaczynski che ha mantenuto la promessa di "portare Budapest a Varsavia", cioe' la "democrazia illiberale" teorizzata da Orban, o persino qualche Mugabe.

- Andrea Tarquini: Insisto: Polonia, Ungheria, leggi antigiustizia in Romania, destre piu' forti all'Ovest: perche' cade il tabu' dell'antifascismo?

- Agnes Heller: La questione non e' solo fascismo o nazismo. Orban parla di "democrazia illiberale" e ha lanciato un modello, vediamo al potere altri autocrati che costruiscono governance di fatto dittatoriali non fasciste ne' comuniste. Allora dobbiamo creare un nuovo concetto: trend tirannici senza supporto di ideologie strutturate. Rafforzati dal nazionalismo sempre piu' attraente perche' invita a "pensare a noi e basta" e offre un nuovo senso di identita' in una comunita'. Il nazionalismo e' sempre presente, ecco il problema. Non punta su ideologie, istiga presunti interessi personali.

- Andrea Tarquini: Che ne sara' della Ue?

- Agnes Heller: I sondaggi nei paesi europei continuano a registrare in molti paesi maggioranze pro-Europa, anche in Gb ora il no alla Brexit e' piu' forte. Ma i populisti seducono la gente con slogan e promesse, non con ideologie.

- Andrea Tarquini: Perche' cio' accade anche nell'Ovest che non e' passato da 50 anni di dominio sovietico?

- Agnes Heller: Guardiamo all'Austria, esempio col passaporto agli altoatesini. In Austria tradizioni e correnti di destra estrema sono sempre rimaste molto forti. Storicamente e' stato un paese anche molto antisemita, piu' di Ungheria e Germania. Dopo il '45, e' stata molto riluttante a riconoscere responsabilita' e complicita' coi crimini del nazismo. La Germania per tornare nel consesso dei popoli civili ha fatto i conti col passato, altri no.

- Andrea Tarquini: Quanto sono pericolosi antisemitismo, razzismo, xenofobia, all'Est come all'Ovest?

- Agnes Heller: L'antisemitismo assume nuove forme. Colpa anche delle sinistre per i loro attacchi di odio a Israele. Non e' antisemitismo sociale ma torna l'odio antisemita storico. Poi c'e' la propaganda, come quella ungherese contro Soros. Nelle menti e in piazza vive un nuovo antisemitismo, ricordiamo anche la marcia di Varsavia. La xenofobia e' purtroppo un sentimento irrazionale naturale incoraggiato da certe forze politiche.

- Andrea Tarquini: L'Austria ha offerto il passaporto agli altoatesini: e' revisionismo storico?

- Agnes Heller: Sarebbe ingiusto da parte di Vienna dare la cittadinanza agli altoatesini cui l'Italia concede pieni diritti e un'autonomia speciale sognata dalle altre minoranze in Europa. Le frontiere nate dopo due guerre mondiali non possono essere toccate. In quei confini c'e' garanzia di pace dopo secoli di conflitti. Vienna dovrebbe saperlo.

 

Nota

* Ágnes Heller filosofa ungherese, nata a Budapest nel 1929, è stata, prima del crollo definitivo dei regimi dell'est europeo, il massimo esponente della «Scuola di Budapest», corrente filosofica del marxismo facente parte del cosiddetto "dissenso dei paesi dell'est europeo", (da non confondere con il dissenso di figure quali Aleksandr Solženicyn). Nota in occidente come la teorica dei "bisogni radicali" e della rivoluzione della vita quotidiana, il suo pensiero è stato molto discusso soprattutto in occidente negli anni '70 e '80 e in Italia in particolare con riferimento ai movimenti degli anni '70.

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