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mercoledì 12 aprile 2017

 

Francia 2017: il paradosso Macron

di Salvatore Borghese

 

Emmanuel Macron è il favorito (dai sondaggi) delle prossime elezioni presidenziali in Francia. Ma la sua candidatura, se risulterà vincente, costituirà un vero e proprio paradosso…

 

Ormai da molte settimane, i sondaggi sulle imminenti elezioni presidenziali in Francia vedono un testa a testa al primo turno tra Marine Le Pen (Front National) ed Emmanuel Macron (En Marche!). Quest’ultimo è dato come ampiamente favorito nelle intenzioni di voto al secondo turno, tanto che molti ne parlano già come il prossimo presidente della Repubblica francese.

Ma queste certezze potrebbero essere meno solide di quanto mostrino i sondaggi (e il senso comune).

“In un’elezione a suffragio universale e diretto, può il candidato preferito dalle classi privilegiate prevalere su quello preferito dalle classi popolari?” si chiede, provocatoriamente, un articolo di Slate. I due candidati suddetti sono, rispettivamente, proprio Macron e Le Pen. Non si tratta di una definizione frettolosa, ma alquanto circostanziata:

È difficile immaginare due profili sociali più opposti di quelli degli elettorati di Le Pen e Macron. Esaminiamoli alla luce delle indagini in serie “PresiTrack” Opinionway/ORPI per Les Echos e Radio Classique (3873 persone intervistate da lunedì 27 a domenica 2 aprile) che permettono di ottenere dei numeri significativi.

Gli elettorati di Macron e Le Pen sono su fronti opposti praticamente da ogni punto di vista. Forse l’unico punto che hanno in comune è che entrambi sono molto forti (i più forti) tra gli under 35, mentre soffrono molto nella fascia più anziana (65 anni e oltre) dove Fillon è nettamente il più gradito con ben il 43% delle preferenze – e, aggiungiamo noi: attenzione a questa variabile, alla luce del fatto che storicamente l’affluenza è più alta tra gli elettori più maturi…

Marine Le Pen è di gran lunga preferita tra gli operai, dove “asfalta” Macron con il 43% contro il 13% del centrista. Quest’ultimo è invece il più votato tra i quadri dirigenti, con il 29%. Come spesso accade, questa asimmetria si ritrova anche nei titoli di studio: tra chi possiede un titolo di studio superiore, Macron ottiene il 30%, mentre nella categoria inferiore è Marine Le Pen a primeggiare con il 36%. Non sorprende, allora, ritrovare Macron in testa (insieme a Fillon) tra chi è proprietario di un immobile (25%) e Le Pen prima tra chi è in affitto (31%).

Infine, Macron e Le Pen rappresentano le “due France” storicamente contrapposte: quella metropolitana e quella periferica/rurale: il primo infatti è in testa tra chi vive nella regione parigina (29%) e nelle città con più di 100 mila abitanti (27%), mentre la seconda è prima nei comuni rurali e nelle città al di sotto dei 20 mila abitanti (28 e 29% rispettivamente). E tutte queste differenze in realtà non fanno che riflettere le istanze programmatiche dei due, che sono agli antipodi:

I due candidati si situano ai poli opposti sia sulla dimensione del liberalismo economico sia su quello del liberalismo culturale. […] Non sorprende quindi che questi due candidati si scelgano reciprocamente come avversari principali.

Quindi: l’uno è il candidato preferito dalle fasce più agiate/istruite/urbanizzate; l’altra è il suo esatto contrario. Ma qui arriviamo a quello che secondo Slate è un “immenso paradosso”:

Tutti sono d’accordo nel descrivere una Francia quasi depressa, fiaccata da una crisi interminabile, con un popolo che oscilla tra l’abbattimento e la rivolta. E sarà questo stesso paese, con i suoi innumerevoli motivi di insoddisfazione, a coronare il candidato dello spirito imprenditoriale, del rilancio europeo e delle opportunità della globalizzazione?

La Francia che aveva votato “No” nel 2005 al trattato costituzionale europeo, contro l’opinione quasi unanime delle élite, si darà nel 2017 al campione del “cerchio della ragione”?

Certo, è presto per trarre conclusioni affrettate. Non va dimenticato che in Francia esiste una robustissima “tradizione” contro il Front National che avvantaggia, di per sé, chiunque ne sia lo sfidante nei ballottaggi. E stiamo parlando pur sempre di scenari ipotetici, che si verificheranno solo se Macron sarà effettivamente insieme a Marine Le Pen uno dei due candidati più votati al primo turno. Tra meno di due settimane avremo le prime risposte.

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