Originale: Defend Democracy Press  

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5 agosto 2017 

 

Una farsa lugubre

di Samir Amin

traduzione di Giuseppe Volpe

 

La democrazia elettorale pluripartitica, gioiello della modernità democratica in Europa e negli Stati Uniti, è corrotta e in declino. La dittatura del capitale finanziario monopolistico ha visibilmente eliminato lo scopo e il significato delle elezioni. La Francia aveva già sperimentato questo diversi anni fa quando il popolo francese rigettò in un referendum la proposta costituzione europea. Ciò non impedì al governo e al parlamento di adottarla poco tempo dopo! La lezione che il popolo francese ricavò da quell’esperienza fu molto semplicemente che il voto aveva perso il suo significato decisivo, non valeva più la pena prendersi il disturbo di votare. Le elezioni presidenziali dell’aprile 2017 e le due tornate delle elezioni parlamentari dell’11 e 18 giugno lo dimostrano chiaramente.

 

L’astensione oggi sfiora il 60 per cento dell’elettorato! Ciò non si era mai visto prima nella storia della democrazia occidentale. In queste condizioni, anche se Macron è stato eletto presidente e ha una confortevole maggioranza assoluta nel nuovo parlamento, i voti effettivi a suo favore non superano il 16 per cento dei cittadini francesi, principalmente appartenenti alla classe media e a quella imprenditoriale, un contesto sociale che è naturalmente “filo-capitalista” e socialmente reazionario. Certamente non costituisce una “vittoria a valanga”, come pretenderebbero i media dominanti. Se qualcosa di simile fosse successo in Russia, Iran o in qualsiasi paese del Sud, i media occidentali non avrebbero esitato a denunciare la farsa. Ma stanno attenti a non dire troppo quando si tratta di una “democrazia” occidentale, in questo caso la Francia.

 

Questa farsa elettorale è la prevedibile conseguenza della dittatura continua e senza precedenti di monopoli finanziari negli ultimi tre decenni, celata dietro l’ingannevole apparenza delle “oggettive esigenze delle leggi del mercato”. Questa dittatura si è impadronita del potere politico diretto e l’adesione della socialdemocrazia alla retorica e alle esigenze del neoliberismo economico si è di fatto tradotta nel conferimento del potere a un “partito unico”, specificamente uno che serve la ridotta minoranza dei “molto ricchi”.

In pratica non c’è più alcuna differenza tra governi della destra tradizionale e quelli della sinistra elettorale, tradizionalmente rappresentata dai socialisti. Questa forma del partito unico – quella dei “neo-con” negli Stati Uniti – oggi regola la “vita politica” o, più correttamente, la “vita depoliticizzata” nell’occidente europeo e nordamericano.

 

Non c’è alcun motivo per essere felici di questa lugubre farsa. La perdita di legittimità della “democrazia elettorale” non sta conducendo alla formulazione di un’alternativa inventiva consistente in forme nuove e più avanzate di democrazia reale. E’ lo stesso in occidente e nei paesi del Sud. Il popolo nota la divergenza dalla retorica pretenziosa, ma alla fine ne accetta le conseguenze, specificamente una “corsa all’indietro” alla massima velocità. Per la Francia, come per altri paesi del centro imperialista, la sua posizione nel sistema mondiale procura vantaggi a una vasta maggioranza della sua popolazione. Tali vantaggi sono probabilmente alla base del massiccio “sostegno” al liberismo di mercato.

 

Tuttavia il futuro resta aperto. In Francia la farsa elettorale della “République en marche!” (che si può tradurre come “Repubblica avanti!” o “Avanti Repubblica!”) non soddisfa alcuna aspettativa della vasta maggioranza dei cittadini e dei lavoratori. L’atteso sostegno della destra al progetto del presunto “centro” rivelerà presto il vero volto di Macron: un uomo di destra che serve il capitale finanziario e le politiche neoliberiste, e null’altro. D’altro canto le lotte sociali, rafforzate dall’emergere della forza politica rappresentata da “La France insoumise” (che può essere tradotto come “Francia ribelle” o “Francia non sottomessa” o “Francia non domata”) probabilmente aumenteranno. La falsa “valanga Macron” vantata dai media, anche se priva di qualsiasi fondamento nella realtà, può avere vita breve. Ciò nonostante va notato che l’esperienza degli ultimi tre decenni ha dimostrato chiaramente che le lotte sociali in sé e di per sé non sono sufficienti a fermare la deriva a destra e a ripristinare una dinamica di progressi sociali. Ciò richiede di andare oltre le strategie difensive e di creare un progetto alternativo positivo ci sia autenticamente sociale e democratico.

 

Un progetto di questo tipo dovrà, di necessità, porsi all’interno di una prospettiva più vasta e più lunga, che sfidi il sistema mondiale imperialista e il sottosistema europeo atlanticista che lo sostiene. Le condizioni per l’emergere di idee di questa grandezza e le strategie d’azione accompagnatorie dovranno essere rivitalizzate e dovrebbero essere al centro del dibattito e delle discussioni nella sinistra radicale, in Francia e altrove in Europa e nel mondo.

 


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/a-grim-farce/

 

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