Fonte: La Gaceta.es

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Gen 24, 2017

 

Frauke Petry, (Alternative fur Deutchland): “Bisogna smantellare la UE per salvare l’Europa”

Traduzione di Luciano Lago

 

Frauke Petry,  intervistata da José Javier Esparza:  “Bisogna smantellare la UE per salvare l’Europa”

 

L’Unione Europea si è andata trasformandosi in un sistema retto da tecnocrati ed ingegneri sociali che hanno sottratto la libertà personale dei cittadini. In nome della “diversità, i tecnocrati stanno erodendo la libertà e l’identità degli europei.

Cosa è cambiato in questi anni perchè l’ostilità verso l’unione Europea possa dichiararsi ormai non contro l’Europa in se stessa, ma piuttosto precisamente in favore di quella, l’Europa dei popoli e delle tradizioni, per salvaguardarla? Due cose fondamentali. La prima, una sconsiderata politica di immigrazione che in pochi anni ha riempito le nostre città con una popolazione di cultura estranea, strutturalmente contraria ai principi della cultura europea, e che ha dato luogo ad una situazione di violenza civile permanente, la seconda, una politica economica orientata a fare dell’Unione Europea un qualche cosa come un “popolo Potemkin” della globalizzazione, come quelle belle zone di passaggio che il ministro russo Potemkin faceva attrezzare per consentire il passaggio dell’imperatrice Caterina per rallegrare gli occhi di sua maestà, quando transitava per i suoi domini, e che erano smantellate immediatamente dopo; la crisi finanziaria mondiale del 2008 ha affondato il popolo decorato del Potemkin dell’Europa globale, che è quello che è rimasto allo scoperto è uno scenario in rovina con disoccupazione crescente, lavoro precario, perdita accelerata del livello di capacità di acquisto, debiti pubblici esorbitanti…

 

Per la prima volta da quando è terminata la seconda guerra mondiale, gli europei hanno la certezza che la generazione successiva vivrà peggio di quella attuale. Il miracolo che ha edificato la grande Europa del benessere svanisce e quello che emerge è l’immagine del malessere generalizzato. Questa immagine degradata non si scorge dalle altezze della elite globale, mentre si vive in maniera drammatica al livello del suolo ed è la popolazione che si ribella e coloro che gli danno voce vengono definiti populisti.

 

L’ostilità dell’establishment

Il movimento cresce, ma le pressioni dell’establishment sono veramente insolite: ostilità mediatica generalizzata, ostilità istituzionale non dissimulata, dell’ostilità bancaria (ad esempio, il Front National è il solo partito della Francia al quale nessuna banca presterà denaro per la campagna che riguarda le elezioni presidenziali), ostilità della sinistra pro-immigrazione… Questa riunione di Coblenza è stata un esempio perfetto dell’ostilità del sistema verso la nuova destra identitaria europea. Personalità politiche significative hanno pubblicamente lanciato appelli per impedirla. Una grande manifestazione – che è finalmente risultata abbastanza piccola è stata radunata sulla porta della sala di congresso della vecchia città renana allo scopo di non lasciare entrare i partecipanti. (Un atteggiamento molto “democratico”).

Dalla notte precedente, quando gli ospiti hanno fornito un ottimo trattamento ai propri ospiti con una ben misurata celebrazione in un ristorante locale pittoresco, le misure di sicurezza erano semplicemente stupefacenti: veicoli speciali per i trasferimenti (a tutta velocità), decine di guardie del corpo e poliziotti, controlli della forza pubblica in tutti gli accessi, controllo rigoroso degli ospiti… Colpo sconosciuto: sono mesi  che la Germania vive la stessa tensione antiterrorista del resto dell’Europa. Ma qui, oltre a quella, vi era la tensione artificiale creata dalla sinistra locale.

 

Leaders delle formazioni identitarie a Coblenza

Parliamo della riunione, che è certamente la questione di cui nessuno parlerà più. Ubichiamo dove: nella vecchia Renania (Magonza, Wiesbaden, tutto intorno), con molti gradi sotto zero, l’umidità del Reno che congela le ossa, campi coperti di neve ed alberi che agitano ombre nella notte, un bel  paesello di vie strette, una dotazione poliziesca in ogni angolo e, presto, in un vecchio  grande edificio con ampia corte di stalle. Così che  occorre  entrare in quello. Le macchine arrivano, scaricano i loro occupanti e, a tutta velocità, scompaiono: protocollo di sicurezza. Nel cortile, molte vampate a pieno rendimento: fa un freddo che gela e c’è troppa gente che sta vigilando là fuori oggi. Gli ospiti passano all’interno della grande edificio. Resto un momento alle intemperie, con le guardie del corpo. Ho ascoltato da qualcuno che vi erano disposizioni dal ministero dell’interno e lì all’ingresso vogliono verificare i documenti. E per questo, nessuna persona lo fa meglio di quelli. (……………….)

 

Il miracolo di Frauke Petry

Frauke Petry è una donna straordinaria. Nata nella Germania comunista (Dresda, 1975), scientifica di prestigio, dottoressa in chimica, farmacologia e tossicologia, creatrice di una società di poliuretani, lodata per la sua preoccupazione ecologica, decorata dalla Repubblica con l’Ordine di Merito e madre attenta quattro figli. C’è altro? Sì: suona il pianoforte molto bene, come dimostrato nel suo benvenuto agli ospiti di questa conferenza. E ‘questa donna che nel 2013 ha fondato, con il democristiano Bernd Lucke e con il giornalista di sinistra, Konrad Adam, Alternativa per la Germania (AfD). Perché? Fondamentalmente, per uscire l’euro, per combattere il salvataggio in Europa di miliardari falliti e chiedere la sburocratizzazione dell’Unione.

Un partito “di estrema destra”? Niente affatto. Poi, con i nuovi sviluppi si sono venute a intorbidare le cose : Primo, la guerra in Ucraina, che ha spinto Angela Merkel con la benedizione di Obama ad intraprendere frontalmente una politica anti-russa , con effetti negativi per l’economia tedesca; secondo, una ondata di immigrazione massiccia e disordinata aperta da Merkel che in pochi mesi ha cambiato completamente il volto sociale del paese. Erano, infatti, le espressioni dei due grandi forze che attenagliano l’Europa: globalismo e multiculturalismo. Il partito si era diviso. Petry è stata tra coloro che hanno criticato sia la politica anti-russa, sia l’immigrazione di massa. Con esso, la stragrande maggioranza dei militanti, l’ hanno appoggiata ed hanno finito per scegliere lei e Jörg Meuthen come co-presidente del partito . Ed è proprio il malcontento di gran parte della popolazione con la politica dell’ immigrazione che ha fatto tramutare Alternativa per la Germania (AfD) in una forza crescente.

Partito Xenofobo,  “razzista”, “ultra”? Alternative per la Germania non è davvero nulla di simile. Al contrario, Frauke Petry è blasonata per avere un’idea profondamente radicata di libertà. Lei non a caso è nato in un mondo, quello opprimente della Germania comunista , dove la libertà non esisteva. “La caratteristica dell’Europa spiega – è proprio la libertà: quella greca, quella cristiana, la libertà romana. Ma oggi questa idea sta attraversando una grave crisi perché il potere delle oligarchie minaccia la libertà personale “.

Frauke Petry fa un singolare parallelismo con il mondo sovietico che ha vissuto: “Oggi ci chiedono di avere fiducia(nonostante che tutta la costruzione si stia sgretolando), “perché il sistema non può fallire”; Ci avevano detto la stessa cosa, allora. ” Dal loro punto di vista, l’Europa ha vissuto un processo accelerato di “de-democratizzazione” dopo la caduta dell’Unione Sovietica, perché l’Unione europea si è trasformata in un organismo rigido governato da tecnocrati e ingegneri sociali che limitano la libertà personale. In nome della “diversità” i tecnocrati stanno erodendo la libertà e l’identità degli europei. L ‘ “armonizzazione sociale” che la Merkel ha proposto -ironizza Petry- rassomiglia più alla Germania comunista che all’Europa delle libertà. E ‘nato un “nuovo materialismo tedesco”, scherza, evocando il materialismo filosofico di Marx, una mescola singolare di capitalismo mondialista e di multiculturalismo.

Come AfD dissente fondamentalmente dal capitalismo mondialista e dal multiculturalismo, che sono i cavalli di battaglia della destra e della sinistra (ed il loro terreno diconsenso), e come il fatto dell’immigrazione di massa sembra essersi trasformato nel nuovo criterio per giudicare il bene ed il male, il discorso mediatico ha collocato su AfD il marchio d’infamia.

 

Infamante perchè considerato “ultra”. Ma ultra de che?

Alternativa per la Germania difende la separazione dei poteri, le libertà pubbliche, e naturalmente il sistema democratico (quello che rispettta gli interessi del popolo e non  dei potentati finanziari), ed è apertamente antistatalista sul piano economico. Tutti lo sanno ma quanto più si forzano i toni, tanto più perdono credibilità i media e più simpatie si svegliano per questo movimento che, in solo due anni, ha rivoluzionato la scena politica tedesca.

Sullo sfondo è la questione dell’identità, naturalmente. “L’Europa di Bruxelles -ci dice Frauke Petry- è una costruzione dove vige l’obbligo di labbandonare la nostra cultura. Ma nessuno ne parla di lasciare la cultura afghana nigeriana o no: Solo noi dobbiamo abbandonare il nostro retaggio culturale”.

Quindi, il fattore identitario è diventato il fiore all’occhiello di tutti questi movimenti per i diritti che la maggior parte dei media chiama “estreme” come se fossimo ancora negli anni della ripartizione del fascismo. La realtà attuale è molto diversa. Queste destre precisamente identitarie- sono nate da un’altra decomposizione, vale a dire quella del cosmopolitismo occidentale. Ecco dove si fonda la sua ragione per l’affermazione della sovranità nazionale. E questo era solo lo standard di un altro importante invitato da incontrare Coblenza: Marine Le Pen, che fa il suo ingresso in questo ristorante rurale del Reno, nello stesso momento in cui abbiamo finito la nostra conversazione con Frauke Petry.

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