euronews.com/ - 25/05/2017 - Le autorità britanniche hanno messo a punto il settimo arresto nel quadro delle indagini sull’attentato kamikaze della Manchester Arena. Si tratta di 6 uomini ed una donna che gli inquirenti considerano implicati in quella che si confermerebbe essere una cellula terroristica. L’attentato kamikaze costato la vita a 22 persone e che ha fatto decine di ferite non sarebbe dunque stato il gesto di un lupo solitario, Salman Abedi, ventenne britannico di origini libiche, come le autorità del Regno Unito avevano sospettato sin dalle prime fasi dell’indagine. Nel frattempo le forze antiterrorismo libiche hanno arrestato il fratello del kamikaze e il padre che prima dell’arresto, descriveva un giovane normale: “Salman studiava al Northenden College, a Sud di Manchester, non aveva particolari problemi, aveva concluso i primi due anni con ottimi voti, avevo parlato con lui meno di una settimana fa”. Una descrizione che non trova riscontro negli elementi emersi dall’indagine ed ottenuti dal New York Times: il quotidiano ha pubblicato una serie d’immagini scattate sul luogo dell’attentato, all’entrata della sala concerto. Inclusi quelli che sarebbero i resti del detonatore. Elementi probatori che sin dall’inizio avevano lasciato pensare non già ad un’azione improvvisata ma piuttosto ad un’operazione pianificata nei dettagli. Mentre Manchester piange le sue vittime, la Premier britannica Theresa May, che ha annunciato l’innalzamento del livello d’allerta nel Paese ed affiancato l’esercito alle forze di polizia, ha deciso di ridurre la sua permanenza al G sette di Taormina, per restare nel Regno Unito.


strategika51.wordpress.com - sitoaurora.altervista.org - maggio 24, 2017 - Traduzione di Alessandro Lattanzio - Contrariamente alla stampa o ai genitori, Salman Abadi Labidi, presunto attentatore suicida di Manchester, non era un profugo, ma aveva beneficiato di uno dei tanti programmi speciali di protezione dei servizi segreti inglesi. Salman era nato da genitori libici a Manchester nel 1994. Suo padre, Ramadan Abadi, era un ufficiale dei servizi segreti libici, prima di essere reclutato dagli inglesi. La sua copertura fu bruciata accidentalmente da un parente della moglie, Samia Tabal, poco dopo il fallimento di una vasta cospirazione dell’esercito libico per uccidere Muammar Gaddafi. Quest’ennesima congiura contro Gheddafi innescò non solo una delle più grandi purghe nei servizi di sicurezza, ma la dissoluzione delle Forze Armate libiche, sostituite da ciò che Gheddafi chiamò “popolo in armi”, concetto vagamente ispirato ai sistemi svizzeri e svedesi di difesa logistica e che si rivelerà fatale nel 2011, quando la Libia fu attaccata dalla NATO. Fu il servizio segreto inglese che si occupò dell’esfiltrazione o fuga della famiglia Abadi dalla Libia. Ufficialmente, Abadi fuggì dalla dittatura di Gheddafi rifugiandosi nel Regno Unito. Gli Abadi risiedettero prima a Londra, prima di trasferirsi nel sobborgo di Manchester dove risiedette per oltre un decennio. Come molti giovani delle periferie delle città europee, Salman crebbe senza riferimenti e mostrò particolare entusiasmo verso la cosiddetta “primavera araba” al punto di voler unirsi ai ribelli libici. Ciò naturalmente attirò subito l’attenzione dei servizi segreti inglesi responsabili della perlustrazione della periferia cercando candidati disposti a sacrificarsi in battaglia contro i nemici di Sua Maestà, in nome di Allah. L’attentatore suicida che ha colpito il concerto pop di Manchester causò 22 morti e 50 feriti, secondo un rapporto delle ultime ore. La polizia inglese rivelava rapidamente l’identità del presunto terrorista, suggerendo che non fosse solo conosciuto, ma supervisionato dagli agenti che seguivano l’ambiente da cui proveniva. Questi dettagli non sono stati trasmessi dai media europei e probabilmente non lo saranno mai. La ragione di Stato lo chiede.

 

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