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22 giugno 2017

 

Marcia indietro di londra sulla Brexit? Sogno non impossibile.

di Enrico Oliari

 

Marcia indietro sulla Brexit? Per il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk si tratta di un sogno non impossibile, dal momento che ad “Alcuni amici britannici, che mi hanno chiesto se la Brexit potrà essere rovesciata e se posso immaginare un finale in cui il Regno Unito resta nell’Unione Europea”, “ho risposto loro che l’Ue è stata costruita su sogni che sembravano impossibili, quindi… chi lo sa?”.
Tusk lo ha detto ai giornalisti poco prima dell’inizio del Consiglio europeo che si tiene oggi a Bruxelles, d’altro canto da allora le cose anche in Gran Bretagna sembrano essere cambiate, con la premier Theresa May, portatrice dell'”hard Brexit” (per quanto al referendum era tiepidamente per il “remain”), è uscita a fette dalle elezioni dell’8 giugno. Poi vi è il “conto” da 70 miliardi che la Commissione ha presentato, l’incognita sul commercio e sulla libera circolazione delle persone, le grandi aziende in fuga e le Autorità europee, come quella del Farmaco e quella bancaria, che potrebbero essere spostate altrove.
May, che a Bruxelles ha preannunciato di voler fare “un’offerta generosa” sui diritti dei tre milioni di europei che vivono in Gran Bretagna, cioè l’esatto contrario dello spirito per cui è stata partorita la Brexit, sta cercando di dare un colpo alla botte ed uno al cerchio, ma dall’altra parte c’è un capo della Commissione, Jean-Claude Juncker, tutt’altro che disposto alle mezze misure, specie ora che l’antieuropeismo arranca, si veda il miserrimo risultato di Marine Le Pen, che all’Assemblée nationale ha conquistato solo 8 seggi, e il magro risultato di Geert Wilders in Olanda.
Dopo la Brexit tra i cittadini dei Ventisette c’è voglia di identità europea, di serrare le fila e di avere ottimismo, dall’altra parte c’è il protezionismo di Trump e le grandi potenze economiche in espansione, dalla Cina all’India.
Un ottimismo che “deve essere estremamente cauto, ma abbiamo buoni motivi per parlarne”, ha affermato Tusk, che politicamente ha oggi lasciato aperta una porta ai britannici.

 

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