Il gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi"

Viterbo, 27 luglio 2017

 

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

 

Il Gruppo di lavoro su "La nonviolenza in Italia oggi", aderendo all'iniziativa "Una persona, un voto", invita tutti i parlamentari italiani ad aderire all'appello per il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che vivono stabilmente in Italia.

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l'Italia non sia subalterna a un'Europa razzista, ma si ponga alla guida dell'Europa antirazzista: l'azione necessaria e' il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che vivono in Italia.

Perche' e' col riconoscimento del diritto di voto che s'invera la democrazia.

Perche' e' col riconoscimento del diritto di voto che si passa dalla sfera dell'arbitrio e della sopraffazione all'ambito dei diritti e della legalita' che salva le vite e rispetta la dignita' delle persone.

Perche' e' col riconoscimento del diritto di voto che si riconosce che il modo adeguato di prendere le decisioni non e' l'imposizione violenta del primato del piu' forte e del piu' malvagio bensi' il consentire ad ogni persona di esprimersi e di contribuire alla deliberazione in comune in condizioni di eguaglianza.

Perche' e' col riconoscimento del diritto di voto che l'Italia adempie la promessa e la premessa fondamentale della Costituzione repubblicana.

Perche' e' col riconoscimento del diritto di voto che l'Europa dei diritti umani prevale finalmente sull'Europa del colonialismo e del razzismo.

Perche' e' col riconoscimento del diritto di voto che tutti possiamo tornare umani.

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Ci associamo pertanto alla richiesta a tutti i parlamentari di unirsi ai centoquaranta deputati e senatori di diverse forze politiche che hanno gia' sottoscritto l'appello "Una persona, un voto" promosso da padre Alessandro Zanotelli e dalla partigiana e senatrice emerita Lidia Menapace (e da innumerevoli altre personalita' della societa' civile e delle istituzioni) che appunto chiede il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone che vivono in Italia.

Recita quell'appello: Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.

Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.

Una persona, un voto. Il momento e' ora.

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Segnaliamo altresi' che il fondamento giuridico della proposta e' adeguatamente argomentato nella premessa del progetto di legge formulato anni fa dall'Anci (l'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia, che rappresenta tutti i Comuni italiani) recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'" (progetto riferito alle sole elezioni amministrative, ma agevolmente estensibile anche alle elezioni politiche).

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Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Sconfiggiamo la violenza con il diritto.

Contrastiamo la barbarie con la democrazia.

Una persona, un voto.

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