Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

Viterbo, 20 febbraio 2017

 

Un invito alle forze politiche antifasciste. Riconoscere subito il diritto di voto a cinque milioni di nostri conterranei cui oggi e' assurdamente negato

 

Ai gruppi dirigenti ed alle rappresentanze istituzionali delle forze politiche democratiche

 

Oggetto: Per contrastare le derive antidemocratiche una proposta di impegno corale e persuaso affinche' nella prossima legge elettorale sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia e quindi effettualmente parte della popolazione italiana

 

Gentili signore e gentili signori,

nelle dichiarazioni dei vostri gruppi dirigenti e dei vostri rappresentanti nelle istituzioni sovente e' espresso il dovere di contrastare la temibile crescita delle organizzazioni razziste e neofasciste in Italia e in Europa, della loro propaganda di odio, del loro agire violento contro vittime inermi.

La vostra preoccupazione e' anche la nostra.

Purtroppo in molti paesi europei, ed anche nel nostro, a piu' riprese sono stati varati dai governi ed avallati dai parlamenti inammissibili e sconcertanti provvedimenti che costituiscono un flagrante cedimento al razzismo, una flagrante violazione dei piu' basilari diritti umani.

Ogni persona ragionevole sa che la democrazia si difende con la democrazia; che i diritti umani si difendono riconoscendo e inverando i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ogni persona ragionevole sa che i campi di concentramento e le deportazioni, la riduzione in schiavitu' e l'apartheid, l'omissione di soccorso nei confronti di chi e' in pericolo di vita, costituiscono dei crimini, e sono ovviamente incompatibili con la democrazia, con la legalita', con la civilta'.

Ai deliri neonazisti di chi parla di pulizia etnica, di rastrellamenti strada per strada, di ruspe al lavoro per abbattere umili ripari, di pattugliamenti navali per respingere sulle Sirti e nei lager libici vittime innocenti in fuga dall'orrore, ebbene, occorre opporre la forza della verita', la forza della legalita', la forza della democrazia, la forza della civilta'; occorre opporre la coscienza che ogni essere umano appartiene all'umanita', che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; occorre opporre la volonta' buona che salva le vite, che reca aiuto a chi e' nel dolore e nella paura, che concretamente afferma l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani.

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Molte autorevoli personalita' della cultura e delle istituzioni, della riflessione morale e dell'impegno civile, hanno sottoscritto nelle scorse settimane un "Appello all'Italia civile: una persona, un voto", appello il cui fine e' che nella prossima legge elettorale sia finalmente riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

In questo appello si legge: "Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano".

Ed ancora: "Il fondamento della democrazia e' il principio Una persona, un voto; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui".

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Gentili signore e gentili signori,

voi sapete perfettamente che il fondamento della democrazia e' il principio "Una persona, un voto". E' tempo di inverarlo pienamente almeno nel nostro paese.

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Anni addietro con specifico riferimento alle elezioni amministrative l'Associazione Nazionale Comuni Italiani elaboro' un progetto di legge recante "Norme per la partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di nazionalita'", progetto di legge che puo' costituire per piu' aspetti un punto di riferimento condiviso da tutte le forze politiche democratiche (con l'avvertenza che il lasso di tempo li' indicato andrebbe ricondotto ai normali tempi amministrativi per l'efficacia di un trasferimento di residenza ai fini dell'inclusione nelle liste elettorali: sei mesi di stabile residenza sarebbero un tempo piu' che congruo).

Aggiungiamo che mentre per le elezioni amministrative e' sufficiente una legge ordinaria, per le elezioni politiche puo' essere necessaria una modifica costituzionale: ebbene, che venga questa modifica costituzionale che la parte piu' avvertita della popolazione italiana auspica ed attende da decenni, modifica costituzionale che sarebbe del tutto coerente con lo spirito della Costituzione e con la lettera dei suoi principi fondamentali (non vi e' infatti dubbio che se all'indomani della Liberazione in Italia vi fosse stata una stabile presenza di milioni di persone non native ad esse sarebbe stato riconosciuto senza esitazione il diritto di voto nel paese in cui effettivamente vivevano; la democrazia e' infatti indivisibile, se da essa si esclude una parte della popolazione, li' la democrazia cessa di esistere del tutto).

Noi crediamo che riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese sia oggi un dovere e una necessita': un atto concreto di democrazia, ed in quanto tale anche di effettuale contrasto al razzismo e al neofascismo.

Auspicando un vostro impegno a tal fine, vogliate gradire distinti saluti.

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

che coordina l'iniziativa dell'"Appello all'Italia civile: una persona, un voto"

 

 

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