Originale: Transnational Institute

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27 novembre 2017

 

L’estrema destra in Polonia

di Ewa Jasiewicz  

traduzione di Giuseppe Volpe

 

Lo spettacolo di 60.000 nazionalisti e neonazisti in marcia nel centro di Varsavia in precedenza questo mese ha fatto notizia in tutto il mondo. La tolleranza e la tacita solidarietà del partito al governo in Polonia (PiS) nei confronti dell’estrema destra si sono spinte troppo in là? 

 

Lo spettacolo di 60.000 nazionalisti e neonazisti in marcia nel centro di Varsavia in precedenza questo mese ha fatto notizia in tutto il mondo. Apparentemente la Polonia è oggi un luogo improbabile per svolte politiche radicali, con solo il 5 per cento di disoccupazione e i salari in più rapida crescita della UE. I commentatori sono rimasti perplessi circa i possibili moventi del crescente fascismo nel paese. Tuttavia la marcia è andata costantemente crescendo di numero dal 2011, quando vi parteciparono solo 20.000 persone, e i partecipanti sono diventati ogni anno più radicali.

I giornalisti polacchi non sono stati sorpresi dal silenzio del partito al governo, Legge e Giustizia (PiS), riguardo alla sfacciata presenza di fascisti o all’aggressione a manifestanti donne da parte della polizia antisommossa e dei marciatori. Gli organizzatori sono gruppi neonazisti – Campo Radicale Nazionale e Gioventù Polacca – che hanno ripetutamente marciato dietro striscioni antisemiti, anticomunisti, omofobi e razzisti. Il PiS ha portato i loro membri nella sua orbita mediante un’approvazione tacita per più di un decennio. Ma la tolleranza e la tacita solidarietà del PiS nei confronti dell’estrema destra si sono spinte troppo in là? Come si è arrivati a questo?

Przemyslaw Wielgosz, direttore dell’edizione polacca di Le Monde Diplomatique, colloca l’ascesa del PiS nella crisi economica degli ultimi vent’anni che ha visto la ristrutturazione neoliberist dell’economia del paese, la disoccupazione giovanile al 50 per cento e due milioni di polacchi abbandonare il paese in cerca di lavoro.

“L’adesione alla UE ha cambiato spettacolarmente la situazione in Polonia. I gruppi sociali più poveri ne hanno tratto il maggior beneficio negli ultimi 10-15 anni, ma la classe media inferiore è andata peggio. Quelli che credevano nel mito neoliberista del successo individuale, i proprietari di piccole azienda, i lavoratori autonomi, si sono trovati a dover competere con il capitale transnazionale in un mercato dominato da grandi multinazionali e hanno perso; sono stati ri-proletarizzati. Questo è il gruppo che appoggia il PiS e l’estrema destra”.

 

Privatizzazione della solidarietà

Un’indagine del 2013 del Centro Ricerche sulla Pubblica Opinione ha rilevato che il 70 per cento dei polacchi si identificava come ‘classe media’, tuttavia solo il 10 per cento (1,5 – 3 milioni) godeva in realtà di condizioni economiche che potevano essere descritte come tali. “I sostenitori del PiS non provano solidarietà per la loro stessa classe, una classe lavoratrice, bensì per la classe di cui aspirano a far parte”, spiega Wielgosz.

Le politiche del PiS di aumento del salario minimo, riduzione dell’età pensionistica (di sette anni per le donne e di cinque per gli uomini), di introduzione di un minimo di ore per i lavoratori saltuari [gig economy], di sovvenzioni per i bambini, con il pagamento a tutte le famiglie di 500 zl (120 euro) al mese per ogni bambino nell’ambito del programma 500 Plus e prestiti governativi alle famiglie per l’acquisto di proprietà (il Mieszkanie Plus) sono state definite una forma di Nazional Socialismo. Wielgosz dissente. “Ci sono aspetti nazional socialisti nei programmi economici del PiC, ma non c’è stata alcuna ridistribuzione di ricchezza, nessuna tassazione dei ricchi, e nessun meccanismo per la divisione della ricchezza. La retorica è radicale, ma resta in vigore l’ordine economico precedente”. Anche se le sue politiche possono avere potenziali benefici socialdemocratici, l’identità del PiS è costruita su identità, accesso, appartenenza e agire che necessariamente escludono gli ‘altri’, definiti e usati dal partito come non appartenenti all’identità bianca, cattolica, nazionalista (ad esempio profughi, non cristiani, comunità LGBTQI, femministe, gente di sinistra).

Jakub Grzegorczyk, segretario generale del sindacato anarchico Iniziativa Operaia (IP), che ha 53 comitati in tutta la Polonia, tra cui in Volkswagen e Amazon, concorda: “Pochissimo è cambiato riguardo ai rapporti di potere tra lavoratori e padroni. Le modifiche pianificate dal PiS alle leggi che regolano la rappresentanza sindacale e gli scioperi favorendo in particolare la principale federazione sindacale Solidarity e grandi sindacati in generale, minano l’organizzazione e l’azione di  sindacati più piccoli, come il nostro, e rispecchiano le tattiche di centralizzazione, disciplina del lavoro e incorporazione del regime di Franco in Spagna o di Salazar in Portogallo”.

 

Presa complessiva del PiS

Jaroslaw Urbanski, sociologo e fondatore dell’Iniziativa Operaia, è stato incarcerato per aver condotto campagne sindacali con Solidarity nel 1980. “Con così tanta polarizzazione della scena politica, molti dipendenti scelgono il nostro sindacato, che non cela la sua simpatia per il movimento femminista, non si oppone ai profughi e non promuove slogan omofobi. Progrediamo anche perché non siamo associati a nessun partito politico e al conflitto tra PiS, PO e Nowoczesna”.

Urbanski ritiene che la popolarità del PiS sia sopravvalutata e che i lavoratori votino in base ai loro interessi economici piuttosto che a quelli identitari: “E’ difficile dire quanto durature saranno le attuali simpatie nazionaliste in Polonia. Sono, da un lato, la conseguenza di una lotta sistematica contro la sinistra per molti anni e, dall’altro, di una delusione di massa nei confronti del neoliberismo e del capitalismo. Inoltre i governi del PiS hanno assunto il potere in condizioni economiche eccezionalmente buone: la disoccupazione è bassa, il bilancio dello stato è ampio. Ma che cosa succederà quando ci sarà la prossima crisi? Io credo che l’autorità del PiS e il sostegno a esso siano basati più su fattori economici che sua qualche specifico valore patriottico”.

L’organizzatrice di solidarietà ai rifugiati e sociologa dell’Università di Poznan, Katarzyna Czarnota, ritiene che il PiS e i suoi sostenitori siano in ascesa ideologica e strutturale e, che siano motivi economici o sentimentali a muovere gli elettori, la licenza al PiS di realizzare una radicale cultura conservatrice di destra richiederà generazioni per essere cancellata. La Czarnota mi ha parlato dopo una  mobilitazione per impedire a Robert Winnicki, parlamentare europeo e fondatore del gruppo neonazista Gioventù Polacca, di parlare a Poznan. Si era riunita una coalizione di 13 organizzazioni, tra cui Stonewall, Poznan Libera dall’Odio, Razem Poznan, Il Nostro Tema (piattaforma femminista d’attacco) e il centro sociale anarchico Rozbrat. La radio e la televisione statale hanno dipinto la protesta pacifica come uno scontro violento, affermando che antifascisti stavano arrivando dalla Francia e dalla Germania e inducendo molti a restarne lontani. “Le cose sono cambiate molto velocemente. La presa da parte del PiS dell’emittente pubblica (Radiotelevisione Polacca) e il licenziamento di giornalisti più indipendenti ha contribuito a consentire la demonizzazione e la messa a tacere dei critici. La televisione statale mostra regolarmente video di migranti che protestano ai confini meridionali dell’Europa, diffondendo paura che i nostri confini siano inondati. Ogni sfera della vita è stata politicizzata dal governo: la corte costituzionale, i media, l’istruzione, le istituzioni culturali, le ONG si sono viste tagliare i fondi. L’accademia è ancora relativamente al sicuro. Tuttavia dappertutto la vita della gente è tuttora precaria e in crisi: il cosiddetto miracolo economico della Polonia è un mito, e con le riforme 500 Plus e Casa Plus del PiS, credo che il partito vincerà le prossime elezioni.”

 

Media imbavagliati

I tribunali, la polizia, i pubblici ministeri e minacce di multe sono stati usati da politici del PiS per intimidire giornalisti affinché non pubblicassero possibili conflitti d’interessi e abusi di potere, tra cui collegamenti tra la Russia e il Ministero della Difesa. Il sindacato dei giornalisti, la Società dei Giornalisti, ha recentemente pubblicato una lettera aperta alle ‘Organizzazioni Internazionali dei Giornalisti’ chiedendo sostegno e avvertendo che “loro (il PiS) stanno ora preparando una pacificazione generale dei media privati in Polonia, alcuni dei quali di proprietà straniera, sotto lo slogan della de-concentrazione e della ri-polacchizzazione”.

Marcelina Zawisza è uno dei cofondatori del Partito Razem (Insieme). La ventiseienne ha lavorato negli ultimi otto anni come barista, cameriera, terminalista temporanea e giornalista su smieciowe umowy (contratti spazzatura o l’equivalente dei contratti a zero ore britannici); è una precaria polacca. Razem ha raccolto casi di attività dell’estrema destra, tra cui la nomina di attivisti di estrema destra a posizioni istituzionali di potere, sul suo portale zerotolerencji, contandone sinora 253. “L’ascesa del fascismo non è ad hoc; è sistemica. Indagando e denunciando la fusione di elementi dell’estrema destra con lo stato noi mostriamo chi si sottrae alla responsabilità di fermarla, e attualmente si tratta del PiS”.

Il vicepresidente della Gioventù Polacca è stato recentemente nominato direttore del dipartimento di audit interno della Banca Nazionale Polacca e lo scorso giugno Filip Lukaszewski del Campo Radicale Nazionale (ONR) è stato nominato assistente del vicedirettore del portale internet della Radio Polacca.

 

Un’altra Polonia è possibile 

Razem ha anche sostenuto minatori, lavoratori della sanità e insegnanti, il movimento femminista per i diritti riproduttivi, mobilitazioni antifasciste e diritti dei consumatori, tenendo anche pronunciamenti, promozioni porta a porta e accompagnamento degli elettori alla registrazione in alcune delle comunità più impoverite del paese. Meno del 50 per cento degli elettori aventi diritto ha partecipato alle elezioni del 2015 che hanno visto il PiS conquistare una maggioranza assoluta con il 37 per cento dei voti. La strategia di Razem consiste nel raggiungere i non votanti e quelli attirati dall’estrema destra. “Parliamo di rapporti e di comunità e di attenzione agli altri in una società che è incredibilmente individualista, dove ai piccoli a scuola non è insegnata la cooperazione, bensì la competizione. Mostriamo solidarietà ai gruppi che ne hanno bisogno e che lo stato trascura”.

Chiestole quanti seggi ritiene che Razem conquisterà alle elezioni del 2019, lei dice “Venti!” Ambiziosa, considerando che Razem deve ancora conquistare un solo seggio; ha avuto il 3,6 per cento dei voti nell’anno della sua fondazione (2015), meno del 5 per cento necessario per avere un parlamentare, ma un risultato modesto considerato che nel parlamento polacco ci sono 460 seggi. Dei parlamentari di estrema destra in parlamento spiega: “Gli elettori non sapevano chi stavano eleggendo perché l’estrema destra si è celata in liste come quella di Kukiz 15 (un’organizzazione di estrema destra ‘dissidente’ fondata dal musicista punk rock Pawel Kukiz) il che ha consentito a Robert Winnicki della Gioventù Polacca di conquistare un seggio al parlamento europeo”.

Richiesta di chi siano gli uomini di destra, la Zawisza dice: “Non sono una classe o un gruppo sociale; c’è una trasversalità ed è questo che è così pericoloso. Sì, ci sono i tizi dei progetti in tuta da ginnastica alle dimostrazioni, ma anche uomini istruiti, più anziani e donne. Il PiS può essere un patrono della Destra Unita, ma la domanda è: a che punto tutto questo sfuggirà al suo controllo? Il PiS giustifica e normalizza l’estrema destra organizzata sui media, rendendo normale ciò che è estremo. La dimensione del problema aumenterà tanto quanto le consentiranno i partiti al governo”.

Przemyslaw Wielgosz considera la strategia del PiS come dominante la politica polacca accettando, coltivando e cooptando l’estrema destra per assorbirla e controllarla. “Il PiS si sta posizionando come l’unica entità che può controllare i fascisti ed è la sola alternativa ai fascisti. Stanno creando la minaccia dalla quale poi vogliono proteggere il pubblico polacco. E’ un gioco molto pericoloso”.

 

Rovesciamento della democrazia

Nonostante l’ascesa della destra ci sono considerevoli movimenti sociali progressisti in tutto il paese che si oppongono ai pignoramenti e alla fratturazione idraulica e sostengono i diritti degli inquilini, delle donne e dei profughi. L’intensa lotta per difendere la foresta primordiale di Bialowieza dal disboscamento è emblematica sia dell’approccio del PiS ai beni comuni, all’eredità culturale e all’opposizione, sia di un vasto movimento di azione diretta di base che gode del sostegno di massa del pubblico.

Migliaia sono accorsi da ogni parte del paese per bloccare un recente decreto che consentiva l’attività forestale commerciale nella foresta. Sono stati attuati sessanta blocchi dal maggio. Il PiS l’ha definito una lotta ai parassiti della corteccia e all’ecoterrorismo. Gli attivisti lo hanno definito un vandalismo culturale ed ecologico del patrimonio ambientale pubblico e hanno ribadito che la Commissione Europea ha dichiarato illegale il taglio del legname. Commentando con i giornalisti il blocco più recente nella foresta, un braccio in un manicotto e l’altro ad afferrare il suo cellulare, l’attivista di Accampamento per la Foresta Aska Pawluskiewicz ha spiegato: “Non è questione dei profitti finanziari dell’industria del legname; si tratta purtroppo di chiarire chi comanda qui, chi è il padrone e chi può fare ciò che vuole”.

Accampamento per la Foresta (Oboz Dla Puszczy), la rete che coordina le proteste, ritiene che il suo movimento sociale molto visibile e accessibile abbia minacciato l’autorità del governo. Venti attivisti sono stati arrestati da cento poliziotti e guardie forestale durante un blocco pacifico della Commissione Forestale a Varsavia due settimane fa e accusati di turbativa dell’ordine pubblico. Sono stati sottoposti a umilianti perquisizioni corporali, irruzioni nelle loro case e interrogatori della loro famiglia e dei vicini. “Le autorità temono il movimento sociale a difesa della Foresta di Bialowieza e hanno deciso di frenarlo usando la polizia e presto forse anche i tribunali. E’ stato affermato da dichiarazioni non ufficiali di poliziotti di scorta che hanno lamentato l’impegno di forze così vaste in questa azione. Hanno indicato che si tratta del risultato di una decisione “dall’alto” e che essi avrebbero preferito perseguire criminali veri”, si legge in un recente comunicato stampa dell’Accampamento per la Foresta.

Le condizioni per una crescita del fascismo appoggiato dallo stato sono presenti e dinamiche in Polonia, ma si stanno anche sviluppando condizioni per il contropotere dei movimenti per il lavoro, di quelli sociali e di quelli per il clima e sfide elettorali allo stato attuale, dando speranza a quelli che osservano inorriditi. Un’altra Polonia è possibile.


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-far-right-in-poland/

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