Fonte: www.zerohedge.com

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28 febbraio 2017

 

Trump ha ragione: “Gli svedesi sono soppressi dal culto religioso del politicamente corretto”

di Nick Kamran

Traduzione di HMG

 

La scorsa settimana (18/2/17), il presidente Trump ha fatto il seguente commento:

“Guardate cosa sta succedendo”, ha detto ai suoi sostenitori. “Abbiamo mantenuto il nostro paese sicuro. Guardate a quel che sta succedendo in Germania; guardate quel che è successo la notte scorsa in Svezia. In Svezia, chi l’avrebbe mai creduto?”.

Subito dopo, è stato preso in giro da Carl Bildt, l’ex primo ministro svedese:

 

Altri hanno risposto in modo ignorante, dimostrando una specie di sindrome di Stoccolma, cercando palesemente di coprire gli argomenti sottostanti, nati quasi 20 anni fa.

 

Tuttavia, il presidente Trump ha avuto, ancora una volta, ragione. Ha solo sbagliato il momento, non i fatti di fondo.  Giorni dopo sono scoppiati dei disordini a Rinkebyy, uno dei sobborghi a nord-ovest di Stoccolma. Anche un giornalista di sinistra di uno dei quotidiani svedesi più importanti è stato attaccato.

In modo ignorante, Robert Reich, ex Segretario del Lavoro sotto Bill Clinton, ha collegato questi attacchi alla dichiarazione di Trump. Fa finta di non sapere che no-go zone esistevano molto prima della presidenza di Trump.

 

Il Presidente Trump in realtà ha fatto qualcosa di buono, parlando a nome degli svedesi, non in grado di farlo per sé stessi, soppressi dalla religione del politicamente corretto, impressa da un establishment segreto.

 

Video: STOCKHOLM SYNDROME

 Il video che Trumpo ha guardato la notte prima 

 

Quando ho vissuto a Stoccolma nel 1999-2000, il quartiere di Rinkeby aveva già una reputazione di luogo pericoloso, specialmente di notte per le giovani ragazze. Ho lavorato per la Ericsson e risiedevo a Huseby (ormai una “no-go zone”), vicino ad Akalla e Rinkeby. La mia etnia indiana mi ha dotato di una camaleontica abilità, aiutando a nascondere il fatto di essere americano. Il mio aspetto, a seconda del taglio di capelli e dell’esposizione al sole, mi aiuta a mimetizzarmi tra latinos, arabi, persiani ed anche africani, se mi rado la testa e trascorro un po’ di tempo al sole. (Dovreste vedermi con la barba! Posso praticamente camminare inosservato in Afghanistan, Iran e Siria).

 

Quando sono arrivato in Svezia, con una posizione da ingegnere di software, ero così contento di quel che vedevo: una società efficiente ed equilibrata, con un alto valore per salute e benessere. Così tanto che ho cucito una bandiera svedese sul mio zaino, mostrando la mia nuova “nazionalità” con orgoglio. Ho subito scoperto che orgoglio e senso di appartenenza per i nuovi arrivati, tipicamente americani, non si traducono in altre società.

— Uno svedese di origine turca mi ha detto che non sarei mai stato svedese. Ha aggiunto che era nato in Svezia, stato nell’esercito, con un passaporto svedese, lavorato come autista della metropolitana, pagato le tasse negli ultimi 20 anni, e ancora non era svedese.

— Un tipo con un aspetto più tipicamente svedese, seduto accanto a me in metropolitana, mi ha detto che non avrebbe mai potuto mettere una bandiera svedese sul suo zaino.

—  Sarebbe considerata una cosa razzista. Mi ha detto che una persona di pelle marrone che brandisse una bandiera svedese sarebbe considerato matto, con bisogno di un medico, e non un patriota.

Quasi tutti quelli che incontravo alle feste, dopo abbondanti bevute ed inibizioni rimosse, mi dicevano che non ero veramente americano, anche se sono nato lì.

Un’altra cosa ironica a cui ho assistito a Huseby, un sobborgo in gran parte abitato da iraniani, era che i giovani, nati in Svezia, non sapevano parlare bene né il farsi né lo svedese. Parlavano invece una lingua ibrida, compresa solo nella periferia di Stoccolma.

 

Molti di quelli con cui ho fatto amicizia mi hanno detto che non si sentivano né iraniani né svedesi.

Sono arrrivato alla conclusione che gli svedesi sono felici di accogliere la gente, offrirgli un luogo per vivere e una borsa di studio. Tuttavia, questo è quanto, falliscono nell’integrazione. La cosa può anche spiegare il perché si vedono così molti medici e scienziati di altre etnie guidare i taxi. Sembrava quasi come se  gli stranieri che non riuscivano ad arrivare puntuali e che, inoltre, non lo volevano, erano più accettati di immigrati qualificati di pelle scura con un forte senso etico del lavoro, energia e determinazione. I primi, abbiamo concluso parlando tra amici, non erano una minaccia per l’establishment mentre noi avremmo potuto essere percepiti come tale per la posizione di qualcuno. Questa è forse la differenza principale tra i valori americani ed europei. Noi abbiamo sempre creduto nell’abbondanza: abbondanza per tutti e frontiere aperte. In Europa, le risorse e le frontiere sono esaurite, facendo pensare alla gente che, affinché uno vinca, un altro deve perdere.

 

Pertanto, la società nordica, per funzionare correttamente, richiede che la “gerarchia dei bisogni di Maslow” venga ignorata. Questo è l’unico modo “per tenere tutti a posto”, mantenendo status quo ed equilibrio.

In Svezia, il razzismo funziona così: gli immigrati dovrebbero solo essere felici. Ma non tutti possono essere soddisfatti con il “lagom” (svedese per “quel tanto che basta”). È socialmente guardato dall’alto in basso (ma non vietato) aspirare a migliorarsi: ottenere una formazione, trovare un lavoro stabile e salire la scala aziendale. In breve, il Jantelagen (la base filosofica della socialdemocrazia) impone praticamente l’opposto del sogno americano: taci e accontentati!

 

Tuttavia, quando le persone ragionevolmente intelligenti ma prive di lavoro ed istruzione formale cominciano a muoversi per 12+ ore di veglia al giorno, di solito niente di buono accade. Quelli tra quattrocento che hanno il QI di un medico, ingegnere, capo militare o banchiere d’investimento, ma sono privi di istruzione formale ed esperienza del mondo, iniziano a progettare vie alternative. Più spesso, sfruttare la loro gente.

Quindi, il governo e il disgusto di sé (imposto dai media sulla popolazione nativa), con il senso di colpa bianco come premessa, in combinazione con la mancanza di identità degli immigrati, spinge la società svedese alla rovina, non Donald Trump.

 

Soppressione svedese della libertà di parola.

Quando l’agente di polizia Peter Springare ha esposto in un post su Facebook i dati sulla criminalità citando che erano per lo più commessi da immigrati, i media governativi e tradizionali lo hanno immediatamente bollato come razzista. Senza nemmeno considerare che tali dati che ha portato l’ agente. che ha servito 47 anni in polizia , avrebbero potuto essere un grido di aiuto, il governo svedese al conrario ha nominato un procuratore speciale.

 

Mentre ero a Huseby, ho assistito a una buona dose di violenza domestica e di risse da bar tra gli stranieri. Mettere il politicamente corretto sopra la giustizia sta avendo gravi conseguenze. Il governo svedese liberale, in sostanza, sta ignorando le persone che sta cercando di proteggere.

Springare riassume questo pensiero: “Se non si può discutere il problema della criminalità tra gli immigrati senza che qualcuno lo attribuisca alla propaganda razzista, siamo nei guai”, “Il problema è che nessuno ne vuole parlare”.

 

Conclusioni

L’incredibile ricchezza di una volta della Svezia veniva dal fatto che eranopassati indenni durante la Seconda Guerra Mondiale. Avendo tutta la loro industria intatta, sono stati i vincitori nella ricostruzione dell’Europa. SAAB, SKF, ABB, Volvo, Skanska e molte altre aziende erano o nate o cresciute notevolmente durante la ricostruzione. Più tardi queste aziende si sono evolute in formidabili attori globali. Con la nuova ricchezza, hanno costruito uno stato di assistenza sociale per prendersi cura del proprio popolo, così come di stranieri in fuga da guerre e oppressione. Da qualche parte lungo il percorso, una cultura sconcertante si è però evoluta.

 

La vita qui è controintuitiva. I paesi nordici, considerati i più democratici, fanno pensare che siano pronti ad ascoltare tutti i punti di vista. Non è così. La gente è facilmente a disagio e tesa quando si parla, soprattutto in maniera diretta, di argomenti difficili.

Quando si vive e lavora in Svezia, vi è una tensione evidente e non detta sotto la superficie gentile. L’etichetta sociale prevalente non permette di parlare di problemi evidenti. Un’amica, che è anche un’agente di polizia di sesso femminile, una volta mi ha detto che l’identità nazionale svedese si basa su ingenuità e distacco.

Le economie sono un’estensione dell’energia, ambizione, anima e spirito del singolo popolo. Fino a quando si continuerà a mettere la testa sotto la sabbia, le cose non miglioreranno. Speriamo che il presidente Trump richiami maggiore attenzione su questi “elefanti in un salotto”.

 

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