Haaretz

2 marzo, 2017

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Marzo 15, 2017

 

Israele adora le guerre e non fa nulla per scongiurarle

di Gideon Levy

Traduzione di Carlo Tagliacozzo

 

Non esiste un’ altra interpretazione dell’inchiesta del revisore dello Stato sulla guerra del 2014 contro Gaza e da questa non emerge nessun’altra importante conclusione.

 

Israele adora le guerre. Ne ha bisogno. Non fa nulla per scongiurarle e qualche volta le provoca. Non esiste un’altra interpretazione del rapporto del revisore dello Stato sulla guerra del 2014 contro Gaza e da questa non emerge nessun’altra importante conclusione.

Tutto il resto, i tunnel, il Consiglio nazionale di sicurezza, il consiglio dei ministri, e i servizi di sicurezza, sono bazzecole, nient’altro che sforzi per distrarci dalla cosa più importante. Cioè che Israele vuole la guerra. Ha respinto tutte le alternative, senza discuterle, senza interessarsene, per realizzare i propri desideri.

Anche nel passato Israele ha voluto le guerre. Fin dalla guerra del 1948, tutte le sue guerre potevano essere evitate. Chiaramente sono state guerre volute, sebbene la maggior parte di esse fossero inutili e poche abbiano provocato dei danni irreparabili. Generalmente Israele le ha iniziate, qualche volta vi è stato trascinato, ma anche allora le guerre potevano essere scongiurate, come nel 1973. Qualche guerra ha determinato la fine della carriera di chi le ha iniziate e ogni volta Israele sceglie la guerra come l’opzione principale e privilegiata. È difficile trovare una spiegazione razionale del fenomeno, ma è un fatto che ogni volta che Israele va in guerra riceve ampio, automatico e incondizionato sostegno da parte della pubblica opinione e dei media. Così non sono soltanto il governo e l’esercito ad amare la guerra, ma tutto Israele l’adora.

La prova consiste nel fatto che le commissioni d’inchiesta pubblicano rapporti quasi identici dopo ogni guerra – il rapporto sulla guerra contro Gaza ha quasi plagiato quello della commissione Winograd dopo la seconda guerra del Libano del 2006. ( “La guerra è iniziata frettolosamente e irresponsabilmente”). Dal momento che non si trae alcun insegnamento e ogni cosa viene dimenticata, è chiaro che qualcosa di impellente spinge Israele alla guerra.

Questa è anche stata la modalità nell’estate dell’operazione “Margine protettivo”, non essendoci stata assolutamente nessuna ragione per fare la guerra. E così sarà per la prossima guerra,che incombe nel futuro. Che peccato che martedì “l’allarme rosso” nel sud sia stato un falso allarme. Era quasi l’opportunità per sferrare un colpo sproporzionato su Gaza, il modo che il ministro della Difesa Avigdor Lieberman e Israele adorano, di quelli che trascinano Israele nella prossima guerra.

È già tutto scritto, i suoi sostenitori non perdono occasione per provocarla e la sua storia è come la storia delle guerre narrate dalle inchieste del revisore dello Stato.Anche il prossimo conflitto armato avrà un suo rapporto. Io e te, la prossima guerra e il prossimo rapporto.

È ragionevole ipotizzare che la prossima guerra esploderà a Gaza. Hanno già preparato la scusa. L’orrore dei tunnel, che è stato gonfiato grottescamente a livello di un conflitto nucleare mondiale, è stato creato per questo scopo. Armamenti primitivi sono sufficienti per creare una scusa perfetta per [intraprendere] un conflitto armato. E al pari di prima dell’operazione “Margine Protettivo” nessuno si ferma a chiedere: cosa ne è di Gaza, che fra altri tre anni non sarà adatta ad ospitare un insediamento umano? Come ci aspettiamo che risponda, dato che i suoi abitanti sono in pericolo di vita? Che fretta c’è? C’è tempo. Nel frattempo può essere distrutta un’altra volta o due.

Gaza vizia Israele con guerre di lusso. Non c’è niente che Israele ami di più di una guerra contro quello che non è un esercito, contro chi non possiede una copertura aerea, nessun armamento e nessuna artiglieria, proprio un’armata dai piedi scalzi e con tunnel, il che permette a Israele di narrare episodi di eroismo e di cordoglio. I bombardamenti israeliani contro persone indifese, per qualche ragione chiamati “guerra”, con minime perdite israeliane e il massimo di vittime palestinesi: è così che ci piacciono le nostre guerre.

Il revisore dello Stato ha stabilito che il governo non ha discusso soluzioni alternative alla guerra. Ciò avrebbe dovuto sollevare una protesta in tutto il Paese, ma è stata messa a tacere dal nonsense dei tunnel. Qualunque bambino a Gaza sa che vi è un’alternativa tale che se Gaza si aprisse al mondo, tutto sarebbe differente. Ma per ottenere ciò occorrono dirigenti israeliani coraggiosi e non ce n’è nessuno. C’è bisogno di una massa di israeliani che dica inequivocabilmente “no” alle guerre e non c’è nessuno neppure di questi. Come mai? Perché Israele adora le guerre.

 

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