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28 agosto 2017

 

Antonio Guterres:gli appelli alla distruzione di Israele, una forma moderna di antisemitismo

di Vanessa Tomassini

 

Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), Antonio Guterres, è giunto ieri in Israele. Un viaggio diplomatico di tre giorni per Gueterres, che incontra oggi il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme. Poi sarà la volta di Abu Mazen a Ramallah, prima di fare visita ai territori di Gaza.
In mattinata Guterres, incontrando il presidente israeliano Reuven Rivlin, ha ammesso che gli appelli alla distruzione dello Stato di Israele rappresentano “una forma moderna di antisemitismo e non li permetteremo”. Il capo di Stato israeliano facendo in particolare riferimento all’ultima decisione dell’Unesco, che ha dichiarato Hebron sito arabo patrimonio dell’Umanità, ha chiesto che vengano fermate “le discriminazioni contro Israele da parte di numerose istituzioni e agenzie delle Nazioni Unite”.
Rivlin ha colto anche l’occasione per chiedere al segretario generale di esercitare pressione su Hamas per il rilascio di civili israeliani trattenuti a Gaza e la restituzione dei corpi dei soldati caduti nella Striscia di Gaza durante la guerra del 2014.
Il premier Benyamin Netanyahu invece ha riportato all’attenzione dell’Onu la minaccia iraniana, di cui ha discusso con il presidente russo, Vladimir Putin, il 23 agosto a Sochi. “Teheran – ha detto Netanyahu – vuole trasformare la Siria “in una base di arroccamento militare come parte del suo dichiarato intento di cancellare Israele”. Aggiungendo che l’Iran “sta anche costruendo a questo scopo siti dove produrre missili guidati di precisione, sia in Siria sia in Libano. Questo è qualcosa che Israele non può accettare e che anche l’Onu non dovrebbe fare”.
Ieri aveva preso la parola il viceministro degli Esteri, Tzipi Hotovely, che alla vigilia dell’arrivo di Guterres aveva rivelato un altro dei punti da discutere: il cambio del mandato dell’Unifil, la forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite. L’organizzazione è attiva nel sud libanese al confine con Israele ed ha il compito di assicurare il ritiro di Israele dall’area, supportando il governo di Saad Hariri nel ristabilire la sua autorità. Dal 25 luglio 2014 la missione è guidata dal comandante italiano, Luciano Portolano.
“È tempo – ha avvertito Hotovely – di mettere questo punto sul tavolo e affrontarlo”. Per quanto riguarda l’Unifil il viceministro ha sostenuto che “il mandato deve cambiare” facendosi forte degli appelli Usa ad una presa di posizione della Forza delle Nazioni Unite riguardo ai movimenti di armi degli Hezbollah libanesi finanziati dalla Repubblica Islamica dell’Iran.

 

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