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18 nov 2017

 

Hariri atterra in Francia, mercoledì a Beirut

di Roberto Prinzi

 

Dopo il prolungato (e misterioso) soggiorno in Arabia Saudita, il premier dimissionario libanese è atterrato stamane a Parigi dove incontrerà il presidente francese Macron. Tornerà a Beirut per il Giorno dell’Indipendenza.

 

Tensione Berlino-Riyadh in seguito alle dichiarazioni del ministro degli esteri tedesco Gabriel. Daily Mail: “La prossima settimana il re saudita Salman abdicherà per il figlio Mohammed”

 

AGGIORNAMENTO. ore 12:00

Presidenza libanese: “Hariri tornerà in Libano mercoledì”

Hariri ritornerà in Libano mercoledì in occasione del Giorno dell’indipendenza. Secondo quanto riferisce l’ufficio della presidenza libanese, il premier dimissionario ha chiamato il presidente Michel Aoun dopo essere atterrato stamane in Francia. “Hariri – si legge in una nota della presidenza – ha detto che prenderà parte alle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza, specialmente alla parata militare che segna l’occasione”.

 

Roma, 18 novembre 2017, Nena News –

 

Il premier dimissionario libanese Saad Hariri è atterrato stamattina alle 7 a Parigi dove incontrerà a pranzo il presidente Emmanuel Macron. “La mia permanenza in Arabia Saudita è solo per discutere del Libano e delle sue relazioni con il mondo arabo”, aveva ieri detto Hariri smentendo ancora una volta di essere stato “detenuto” a Riyadh come molti libanesi ritengono. “Dire che sono stato trattenuto in Arabia Saudita e che non mi è stato concesso di lasciare il Paese è una bugia” aveva poi ribadito su Twitter.

Tra i sostenitori della tesi della “detenzione” c’è anche il presidente libanese Aoun che ha accolto con favore il viaggio parigino del premier definendolo un “inizio alla soluzione [della crisi]”. “Se il signor Hariri parla dalla Francia, credo che lo farà liberamente” ha poi aggiunto non senza una vena polemica con Riyadh. Il presidente ha però ribadito che “le sue dimissioni dovranno essere presentate in Libano e dovrà restare qui finché non verrà formato un nuovo governo”.

Secondo una fonte vicina al premier, prima di partire alla volta di Parigi il leader libanese avrebbe avuto un incontro “eccellente, fruttuoso e costruttivo” con il principe ereditario Mohammed bin Salman, colui che, secondo molti analisti, ha costretto Hariri a dimettersi lo scorso 4 novembre. Un’accusa che il premier ha sempre negato: la sua scelta, ha più volte ripetuto, è stata dettata dai timori per la sua incolumità. La colpa, a suo giudizio, è dell’Iran e dei suoi alleati libanesi di Hezbollah che vogliono “destabilizzare il Paese”.

La scelta di Parigi come sua tappa post-Riyadh non sorprende: da quando ha annunciato le sue dimissioni, la Francia di Macron sta giocando un importante ruolo di mediazione nel risolvere la crisi. Il presidente transalpino è sceso direttamente in campo una decina di giorni fa quando, in visita agli Emirati Arabi Uniti, ha deciso di recarsi brevemente anche in Arabia Saudita. Giovedì, poi, nel tentativo di disinnescare le tensioni, il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian è atterrato a Riyad dove ha incontrato Hariri.

Non è chiaro cosa farà Hariri dopo Parigi. Macron ha dichiarato in questi giorni che dopo il soggiorno francese, il premier dovrebbe tornare in Libano o per dimettersi ufficialmente o per tornare indietro sulla sua decisione. Secondo Okab Saqr, un parlamentare di al-Mustaqbal (il partito di Hariri), dopo la sua visita parigina il leader libanese farà “un piccolo tour arabo” per poi ritornare a Beirut. Ma al momento non arrivano conferme ufficiali.

L’arrivo del premier a Parigi giunge nelle ore in cui si fa teso il clima tra Berlino e Riyadh. La monarchia, infatti, ha deciso ieri di richiamare il suo ambasciatore in Germania in segno di protesta contro le dichiarazioni del ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel secondo cui Hariri avrebbe eseguito gli ordini sauditi. Giovedì il ministro tedesco si era detto preoccupato per le minacce all’instabilità e al bagno di sangue nel Paese dei Cedri e aveva ammonito contro qualunque “avventurismo”. Qualche giorno prima, invece, aveva detto in modo più chiaro che il “Libano si è guadagnato il diritto di decidere del suo destino da solo e non di diventare il flipper della Siria o dell’Arabia Saudita o di altri interessi nazionali”.

Stando al Daily Mail, intanto, l’82enne sovrano saudita Salman intenderebbe abdicare la prossima settimana a favore del figlio Mohammed decidendo di mantenere solo il titolo di “Custode dei luoghi sacri, La Mecca e la Medina”. Se la notizia fosse confermata, il principe ereditario – artefice nei giorni scorsi di una epurazione senza precedenti di principi, ministri, dignitari e uomini d’affari suoi oppositori fatti passare per “corrotti” – completerebbe così la sua ascesa al potere concentrando la sua attenzione ancora di più sul “nemico sciita”: l’Iran e il movimento libanese Hezbollah. Nena News

 

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