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22/11/2017

 

Saad Hariri è tornato a Beirut

 

Dopo essere atterrato all’aeroporto, ha voluto andare a rendere omaggio alla tomba di suo padre Rafic. Oggi partecipa alla parata della festa di indipendenza del Libano insieme a Michel Aoun e Nabih Berri. Il suo partito si raduna davanti a casa sua.

 

Il premier libanese Saad Hariri è tornato ieri sera a Beirut dopo quasi tre settimane di assenza e l’annuncio delle sue dimissioni date mentre si trovava in Arabia saudita.

Hariri è stato accolto all’aeroporto dal personale della sicurezza e per prima cosa ha voluto rendere omaggio alla tomba di suo padre, Rafic, ucciso in un attentato nel 2005.

 

Nell’annunciare le sue dimissioni da Riyadh lo scorso 4 novembre, Hariri aveva fatto oscure allusioni a possibili attentati contro la sua persona e aveva accusato l’Iran e il partito di Hezbollah di mettere a soqquadro la regione, destabilizzando il Libano.

 

Il presidente Michel Aoun non aveva accettato le sue dimissioni finché non fosse ritornato nel Paese ed è giunto ad accusare l’Arabia saudita di aver sequestrato il premier. Nella situazione di alta tensione che si è creata, con le critiche di Teheran verso Riyadh e l’offerta di collaborazione da parte di Israele al regno saudita contro Iran e Hezbollah, è intervenuta la Francia. Quattro giorni fa Hariri è partito da Riyadh verso Parigi dove ha incontrato il presidente Emmanuel Macron.  Ieri Hariri è partito da Parigi verso l’Egitto, dove ha avuto un colloquio con il presidente Abdelfattah Al-Sissi, prima di giungere a Beirut.

 

Il premier ha promesso che in questi giorni spiegherà la sua posizione. Intanto oggi è prevista la sua presenza alla parata per la festa dell’indipendenza del Libano, insieme al presidente Aoun e al presidente del parlamento Nabih Berri. Il suo partito, la Corrente del Futuro, ha lanciato un appello per un raduno dei sostenitori davanti alla casa di Hariri oggi alle 13.

 

Il ritorno del premier a Beirut allontana una possibile crisi politica nel Paese dei cedri, che aveva recuperato da poco una certa stabilità con l’elezione presidenziale di Aoun, ma non disinnesca la possibilità per il Libano di essere travolto e assorbito nel conflitto regionale fra Arabia saudita e Iran.

 

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