Al-Sharq al-Awsat 

15/04/2017

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18 aprile 2017

 

Libia: il progetto di divisione di Gorka

di Jibrail Al-Abidi

scrittore e ricercatore libico

Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

 

Quale spiegazione dietro il progetto di Sebastian Gorka in Libia?

 

Lo scorso 10 aprile, dal quotidiano britannico The Guardian è trapelata la notizia del progetto irrazionale di Sebastian Gorka, consigliere del presidente americano Donald Trump, sulla divisione della Libia in tre piccoli Stati. La notizia è coincisa con l’ostinazione delle fazioni politiche libiche di raggiungere un accordo reale e non figurato e rivela che il piano di Gorka vuole in realtà far pressione sulle parti politiche e non può considerarsi come una semplice rivelazione di intenti. 

Tuttavia, il piano si rivela subito un fallimento e un’azione immatura. La Libia è costituita per il 100% da musulmani sunniti e non vi sono fazioni o etnie geografiche pronte ad accettare uno Stato indipendente. Persino la guerra e lo stato di disordine attuale non rappresentano un pretesto di divisione del Paese, in quanto non si tratta di una guerra civile nel senso proprio del termine, ma di una guerra al terrorismo e a coloro che vogliono dominare in loco elevando la bandiera dell’Islam politico. 

Parlando del progetto dell’estremista di destra, Sebastian Gorka, il quotidiano The Guardian ricorda di un dialogo avvenuto in un café pubblico tra lo stesso Gorka e un responsabile italiano, prima dell’insediamento di Trump a presidente degli Stati Uniti. Pertanto l’idea di Gorka non ha alcun carattere veritiero, ma rappresenta solo la prova di un “candidato” che aspira a divenire inviato speciale di Trump in Libia. 

La Libia esiste come entità geopolitica da più di 100 anni, dall’accordo Sykes-Picot, eredità dell’impero ottomano. Un cambiamento nel Paese non può avvenire senza un giocatore chiave o, in altre parole, l’ideatore della cartina stessa. L’Italia aveva cercato di dipingerla come la “Quarta Sponda” trasformandola nella Libia Italiana dopo che aveva sottratto Tripoli all’impero ottomano, comprendente 3 regioni: la Cirenaica, la Tripolitania e il Fezzan. Il piano di Gorka non è quindi una novità, ma riprende il vecchio progetto di tutela presentato dall’allora ministro degli Esteri italiano, Carlo Sforza, e il ministro degli Esteri britannico, Ernest Bevin. Da qui il progetto “Bevin-Sforza” che prevedeva la divisione della Libia in tre regioni sotto tutela internazionale: alla Gran Bretagna spettava l’amministrazione della Cirenaica, all’Italia quella della Tripolitania e alla Francia quella del Fezzan. Il progetto, presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel maggio 1949, era stato bloccato dal voto di Haiti. Oggi, nonostante siano trascorsi 65 anni, si vuole far rivivere il progetto Bevin-Sforza con la penetrazione dei tre Stati. 

La divisione della Libia come fallimento governativo o prodotto dell’unione di tre regioni, assume nelle parole dello scrittore americano, Justin Raymond, le sembianze di un matrimonio “costretto”: “L’idea è quella che ci sia una nazione [appunto la Libia] che rappresenti il dilemma centrale per farci capire quel che accade in quello stato inventato”, sostiene Raymond. Da queste parole vi è un richiamo alla richiesta di divisione degli Stati Uniti che rappresentano per l’appunto un’unione – o matrimonio – “costretto” tra Stati!

 

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