The Saker

26 maggio 2017
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Mag 30, 2017

 

Ballando coi lupi sul Titanic

Traduzione di Raffaele Ucci e Elvia Polit

 

Robert Fisk non poteva esprimersi meglio: “Trump sta per fare un vero casino in Medio Oriente” [in Inglese]. A seguito della sua decisione fantasticamente stupida di attaccare i militari siriani con missili da crociera, Trump, o per meglio dire dire, le persone che decidono per lui, probabilmente hanno capito che era “game over” per qualsiasi politica statunitense in Medio Oriente, così hanno fatto l’unica cosa che potevano fare: sono corsi incontro a quei pochi contenti di questa aggressione alla Siria: i Sauditi e gli Israeliani. Inutile dire che con questi due “alleati”, ciò che attualmente viene fatto passare per “politica estera statunitense” in Medio Oriente andrà solo di male in peggio.

Molti sono i modi in cui l’Arabia Saudita e Israele sono veramente unici: sono entrambi importanti sponsor del terrorismo, sono entrambe nazioni profondamente affascinate da ideologie che possono essere descritte solo come incivili (Wahhabismo e suprematismo Ebraico) e sono entrambi armati fino ai denti. Ma hanno anche un’altra cosa in comune: a dispetto, o forse a causa dei loro enormi bilanci militari, queste due nazioni sono anche militarmente molto deboli.

 

Oh, certo, hanno un sacco di apparecchiature militari sofisticate, e gli piace spadroneggiare in giro e malmenare qualche “nemico” indifeso, ma una volta messa da parte la propaganda ci si rende conto che i Sauditi non riescono nemmeno ad affrontare gli Houti in Yemen, mentre gli Israeliani sono stati sonoramente sconfitti dalle forze di 2° rango di Hezbollah nel 2006 (le forze scelte di Hezbollah si concentravano lungo il fiume Litani e non sono mai state coinvolte in combattimenti diretti): l’intera Brigata Golani non è nemmeno riuscita a conquistare Bint Jbeil [in Inglese], nonostante quella piccola città fosse a soli 2 chilometri dal confine israeliano. Questo è anche il motivo per cui i Sauditi e gli Israeliani cercano di limitarsi agli attacchi aerei: perché sul terreno fanno semplicemente schifo. Anche qui la somiglianza è stupefacente: i Sauditi sono diventati degli “esperti” nel terrorizzare Sciiti indifesi (in Arabia Saudita o in Bahrein [in Inglese]) mentre gli Israeliani sono esperti nel terrorizzare i civili palestinesi.

 

Ballando coi lupi

Con Trump che aderisce ufficialmente a questa brutta alleanza, gli USA offriranno la “competenza militare” di un paese che non riesce nemmeno a prendere Mosul, soprattutto perché le sue forze si nascondono letteralmente dietro ai Curdi e agli Iracheni. Pensare che questi tre vogliano distruggere Hezbollah, l’Iran e la Russia sarebbe quasi comico se non fosse per lo spaventoso bagno di sangue che ne risulterebbe.

Ahimè, guardate cosa stanno facendo i Sauditi allo Yemen, a quello che gli Israeliani hanno fatto a Gaza o al Libano, o a quello che gli USA hanno fatto all’Iraq, e capirete immediatamente ciò che la formazione di questa nefasta alleanza significherà per i popoli siriani e il resto della regione. La storia dimostra che un militare non ha bisogno di essere un esperto di guerra reale per essere abile nell’assassinare la gente: anche se l’occupazione statunitense dell’Iraq è stata, in termini militari, un disastro totale, ha provocato quasi un milione e mezzo di morti [in Inglese].

 

È chiaro anche chi sarà l’obiettivo principale di questa malvagia alleanza: l’unica vera democrazia in Medio Oriente, l’Iran [in Inglese]. Il pretesto? Le armi di distruzione di massa, ovviamente: le (inesistenti) armi chimiche dei Siriani e le (inesistenti) armi nucleari degli Iraniani. Secondo Trump [in Inglese]: “nessuna nazione civilizzata può tollerare il massacro di innocenti con armi chimiche” e “gli Stati Uniti si sono fermamente impegnati a impedire che l’Iran sviluppi un’arma nucleare, e a fermare il loro sostegno ai terroristi e alle milizie che stanno causando così tanta sofferenza e caos in tutto il Medio Oriente”. Fin qui niente di nuovo.

 

A proposito, come combatterà questa malvagia alleanza, considerato che non ha stivali che valgano la pena di essere messi sul terreno? Qui, ancora una volta, la soluzione è semplice quanto vecchia: usare i pazzi Takfiristi di ISIS/Al-Qaida come carne da cannone di USA, Israele e Arabia Saudita. Questa è solo una versione riscaldata del “brillante” piano di Brzezinski su come combattere i Sovietici in Afghanistan. Di fatto è un ritorno al futuro. E se i “terroristi buoni” dovessero vincere, grazie a qualche sorta di miracolo, in Siria, allora li scateneranno contro Hezbollah in Libano e contro gli Sciiti in Iraq e in Iran. Chi sa, con un po’ di fortuna, l’Impero potrebbe anche riuscire a rilanciare l’Emirato del Caucaso da qualche parte sui confini meridionali della Russia, giusto?

 

Sbagliato.

Per prima cosa, la gente del luogo non è impressionata. Ecco cosa ha detto [in Inglese] in proposito il Segretario Generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah:

“Gli Israeliani scommettono sull’ISIS e sul progetto Takfirista nella regione… ma in ogni caso gli Israeliani, gli Americani e tutti coloro che usano i Takfiristi sanno che questo è un progetto senza futuro. Ve lo dico, e voglio anche rassicurare tutti con questa intervista. Questo progetto non ha futuro”.

Ha ragione, naturalmente. E il nuovo presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, ha ribadito apertamente che gli Americani non sanno che fare [in Inglese]:

Il problema è che gli Americani non conoscono la nostra regione, e quelli che consigliano i funzionari statunitensi li stanno ingannando.

 

È chiaro chi sono questi “consiglieri”: i Sauditi e gli Israeliani. Anche le loro intenzioni sono chiare: lasciare che gli Americani facciano il lavoro sporco per loro, rimanendo al contempo il più lontano possibile. Si potrebbe dire che i Sauditi e gli Israeliani stanno cercando di convincere gli Americani a fare per loro quello che gli Americani cercano di far fare ai Curdi in Iraq: essere la loro carne da cannone. La grande differenza è che i Curdi almeno comprendono chiaramente cosa sta succedendo, mentre gli Americani non ne hanno la più pallida idea.

 

Ovviamente non tutti gli Americani sono nella stessa situazione. Molti capiscono perfettamente cosa sta succedendo. Un buon esempio di questa acuta consapevolezza è quello che ha detto  Moon of Alabama, dopo aver letto la trascrizione del comunicato stampa del Segretario alla Difesa Mattis, del Generale Dunford e dell’Inviato Speciale McGurk sulla campagna per sconfiggere l’ISIS:

Il mio primo pensiero dopo la lettura è stato: “Queste persone vivono in un mondo diverso. Non hanno idea di come funzioni il mondo reale sul terreno. Quello che le persone vere pensano, dicono, e probabilmente faranno”. Non c’era nessun pensiero strategico visibile. Sono state presentate solo alcune malaccorte idee tattiche.

 

Un esperto giornalista britannico, il Segretario Generale di Hezbollah, il Presidente iraniano e un blogger statunitense sono tutti d’accordo su una cosa: non c’è una vera “politica” statunitense all’opera, quello che vediamo è un pericoloso esercizio di finta strategia che non può portare nient’altro che caos e sconfitta.

 

Per quale motivo l’amministrazione Trump va avanti con questa sciocchezza?

Le ragioni sono molto probabilmente una combinazione di politica interna americana e un caso di “se tutto quello che hai è un martello, tutto ti sembrerà un chiodo” [in Inglese]. La rivoluzione colorata anti-Trump con annesso colpo di Stato, che i Neoconservatori e lo Stato Profondo degli Stati Uniti hanno cominciato prima ancora che Trump fosse effettivamente entrato nella Casa Bianca [in Inglese] non si è mai fermata, e tutti i segnali indicano che le forze anti-Trump si fermeranno solo quando Trump verrà incriminato ed, eventualmente, rimosso dall’incarico. In risposta a questo attacco, tutto ciò che Trump è riuscito a fare è stato inizialmente sacrificare i suoi più stretti alleati e amici (Flynn, Bannon) nella vana speranza che questo avrebbe calmato i Neoconservatori. Poi ha iniziato a sostenere passivamente le loro “politiche”, ma come volevasi dimostrare neanche questo ha funzionato. Allora Trump ha provato perfino ad avanzare l’idea di avere Joe Lieberman come direttore dell’FBI [in Inglese] prima di farsi venire degli scrupoli e cambiare di nuovo posizione [in Inglese]. E mentre Trump cercava disperatamente di soddisfarli, i Neoconservatori raddoppiavano la posta, rilanciavano ancora e poi rilanciavano ancora. Ormai è abbastanza chiaro che Trump non ha quello che serve in termini di alleati o addirittura di coraggio personale per affrontare la palude che ha promesso di bonificare.

Di conseguenza, ciò che vediamo oggi sembra una ripetizione degli ultimi due annidell’amministrazione Obama: una totale mancanza di sagacia o persino di una politica generale, il caos nel ramo esecutivo e una politica estera caratterizzata da un disturbo di personalità multiplo, che vede il Pentagono, Foggy Bottom [nel gergo americano, il Dipartimento di Stato], la CIA e la Casa Bianca che perseguono politiche completamente diverse per perseguire obiettivi completamente diversi. A loro volta, ciascuno di questi attori si impegna in quello che (crede) di essere bravo a fare: il Pentagono bombarda, il Dipartimento di Stato finge di negoziare, la CIA si impegna in operazioni più o meno segrete a sostegno di terroristi più o meno “buoni”, mentre la Casa Bianca si concentra sui suoi sforzi di tentare di far sembrare il Presidente bravo o, almeno, in controllo di qualcosa.

 

A dire il vero, per ora Trump non ha dimostrato ancora nulla

Russia: secondo le voci diffuse dalla stampa americana, era previsto che Rex Tillerson andasse a Mosca per consegnare una sorta di ultimatum. Grazie al cielo, non è successo. Tillerson, invece, ha parlato per molte ore con Lavrov, e poi un paio d’ore con Putin. Più di recente, Lavrov è stato ricevuto da Tillerson negli Stati Uniti e, dopo il meeting, ha incontrato anche Trump. Dopo tutti questi incontri non sono stati annunciati risultati tangibili. Che cosa significa? Significa che non si è ottenuto nulla? Affatto. Ciò che è stato raggiunto è che i Russi hanno comunicato chiaramente due cose agli Americani: primo, che loro non sono impressionati dalle loro minacce, e, secondo, fin tanto che gli USA si comporteranno come un elefante cerebroleso in un negozio di porcellane, per i Russi non avrà alcun senso lavorare con gli Americani. A suo merito, Trump ha apparentemente fatto marcia indietro e ha addirittura fatto alcune dichiarazioni “distensive”. Non c’è bisogno di dire che i media Sionisti americani lo hanno crocifisso per essere stato “troppo amichevole” col Nemico. Ovviamente, ora il risultato è migliore di una guerra con la Russia, ma non è neanche la svolta importante che Trump aveva promesso (e nella quale, io credo, lui sperava sinceramente) durante la sua campagna.

 

Corea del Nord/Cina: quello che doveva accadere, ovviamente, è accaduto: tutte le minacce delle tre portaerei sono finite in un flop gigantesco, perché né la Corea del Nord né la Cina sono rimaste impressionate. Semmai, il grande dispiegamento di armamenti in stile Guerra Fredda è stato correttamente interpretato non come segno di forza, ma di debolezza. Trump ha sprecato molti soldi e molto tempo, ma non ha assolutamente niente da mostrare. La Corea del Nord ieri ha testato un altro missile a medio raggio. Con successo, si dice.

 

Ucraina: apparentemente a Trump non interessa l’Ucraina e, francamente, non posso biasimarlo. La situazione ora è così brutta che lì nessuna potenza esterna può influenzare significativamente gli eventi. Direi che in questo caso, considerando le circostanze oggettive, Trump ha fatto la cosa giusta quando ha di fatto “passato la palla” alla Merkel e all’Unione Europea: che risolvano loro questo casino, perché è soprattutto un loro problema. È il karma, si sa.

 

Quindi, in sintesi, Trump non ha nulla da mostrare nel campo della politica estera. Ha fatto un sacco di affermazioni, seguite da molte minacce, ma alla fine qualcuno gli ha detto “non possiamo farlo, Signor Presidente” (e grazie a Dio per questo eroe anonimo!). Una volta che questa realtà ha cominciato a sprofondare, tutto ciò che rimaneva da fare era creare l’illusione della politica estera, una realtà finta in cui gli Stati Uniti sono ancora una superpotenza che può determinare l’esito di qualsiasi conflitto. Considerando che l’Impero AngloSionista è prima di tutto quello che Chris Hedges definisce un “Impero delle Illusioni”[in Inglese], per il suo Presidente ha senso solo concentrarsi sul fare spettacolo, e trovare occasioni per fare una bella figura. Purtroppo, la Casa Bianca è così sprovveduta che riesce a commettere grossi errori anche quando cerca di ingraziarsi uno stretto alleato. Lo abbiamo visto durante il recente viaggio di Trump in Arabia Saudita, quando a Riyad Melania e Ivanka Trump si sono rifiutate di coprirsi il capo, ma lo hanno fatto quando sono andate in visita al Papa in Vaticano[in Inglese]. Come dicono i Francesi, è stato “peggio di un crimine, è stato un errore” che descrive meglio di un milione di parole il disprezzo che le élite americane hanno del mondo musulmano.

 

C’è un altro segnale che indica che gli USA stanno davvero raschiando il fondo del barile: Rex Tillerson ha dichiarato che “la NATO dovrebbe formalmente unirsi alla coalizione anti-Daesh”[in Inglese]. In termini militari, la NATO è più dannosa che utile per gli Stati Uniti: gli Americani combattono molto meglio da soli che insieme a grandi numeri di “eserciti finti”, che riescono a malapena a difendere loro stessi in un vero campo di battaglia. Certamente, si può probabilmente grattare mezzo battaglione decente, e anche un reggimento qua e là, ma in fondo le forze NATO sono inutili, soprattutto per le azioni di terra. Come i Sauditi e gli Israeliani, preferiscono utilizzare gli attacchi aerei, preferibilmente protetti dagli AWACS [Sistema di Allarme e Controllo Aviotrasportato, in italiano] americani, e non essere mai coinvolti in quel tipo di orribili combattimenti di fanteria in atto in Siria. Nonostante tutti i loro difetti e problemi, gli Americani hanno almeno alcune unità di combattimento realmente capaci, come i Marines e alcune unità dell’esercito, che sono esperte e capaci di dare del filo da torcere ai Takfiristi. Ma gli Europei? Scordatevelo!

 

È davvero triste osservare gli sforzi disperati dell’Amministrazione Trump di creare un qualche genere di coalizione anti-Daesh credibile, evitando strenuamente di considerare il semplice fatto che le uniche parti che possono mettere in campo una grande quantità di unità da combattimento per sconfiggere il Daesh sono gli Iraniani, Hezbollah e, potenzialmente, i Russi. Questa è la ragione per cui il Presidente iraniano Rouhani ha recentemente dichiarato che:

“Chi ha combattuto contro i terroristi? Sono stati l’Iran, la Siria, Hezbollah e la Russia. Ma chi ha finanziato i terroristi? Quelli che hanno finanziato i terroristi non possono dichiarare di volerli combattere” e “Chi può dire che la stabilità della regione può essere ripristinata senza l’Iran? Chi può dire che questa regione sperimenterà la stabilità totale senza l’Iran?”

A dire il vero, anche i Turchi e i Curdi non hanno davvero quello che servirebbe per sconfiggere il Daesh in Siria. Ma l’errore peggiore dei generali americani è che loro credono ancora che una forza di fanteria grande ed esperta come quella del Daesh/ISIS/Al-Qaida/ecc. possa essere sconfitta senza una grande offensiva terrestre. Non succederà.

Trump può quindi ballare con i Wahhabiti e andare a pregare al Muro del Pianto, ma tutti i suoi sforzi per determinare il risultato della guerra in Siria sono destinati a fallire: lontano dall’essere una superpotenza, gli Stati Uniti sono fondamentalmente diventati irrilevanti, soprattutto in Medio Oriente. Ecco perché Russia, Iran e Turchia stanno ora cercando di creare una struttura trilaterale “senza gli USA” per cercare di cambiare le condizioni sul terreno. Il meglio che gli USA sono ancora capaci di fare è sabotare questi sforzi, e prolungare inutilmente la carneficina in Siria e Iraq. Ciò è sia triste che profondamente immorale.

 

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Quando ho visto Trump ballare con i suoi amichetti sauditi ho subito pensato ai film “Balla coi Lupi” e al “Titanic”. Gli imperi spesso finiscono nella violenza e nel caos, ma Trump sembra aver deciso di aggiungere alla miscela una sana dose di ridicolo. La tragedia è che né gli Stati Uniti né il resto del mondo possono permettersi questo genere di ridicolaggine proprio in questo momento, specialmente quel genere di ridicolaggine che può sfociare velocemente in un’orgia di violenza. Con i politici europei paralizzati in uno stato di stupore servile alla cosca dei Rothschild, l’America Latina devastata dalla crisi (istigata principalmente dagli USA) e il resto del pianeta che prova a stare alla larga da una ex-superpotenza che barcolla, l’onere di provare a contenere questo disastro ferroviario al rallentatore ricade sulla Russia e sulla Cina.

Per quanto riguarda Trump, oggi ha tenuto un breve discorso davanti ai leader della NATO. Ha parlato di “minacce dalla Russia e alle frontiere orientali e meridionali della NATO”. Come volevasi dimostrare.

 

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