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24 giu 2017

 

Darwin sparisce dalle scuole turche, Tahrir da quelle egiziane

 

Ankara annuncia la rimozione della teoria dell’evoluzione dalle scuole elementari, Il Cairo cancella le mobilitazioni popolari da quelle superiori. Per le classi scolastiche passa l’imposizione di una narrativa di Stato

 

Roma, 24 giugno 2017, Nena News –

 

Ogni autoritarismo ha le sue particolari paranoie, che non di rado passano per le classi scolastiche: dopotutto è lì che si formano le giovani generazioni, su libri che sono lo specchio della visione nazionale della storia e dell’attualità. Se fondamentale è il linguaggio nella definizione di un’identità ma anche di una specifica narrativa di Stato, altrettanto fondamentale sono i contenuti.

A dimostrarlo, nell’arco di pochi giorni, sono Ankara e Il Cairo, entrambi impegnati nella revisione del curriculum scolastico per le scuole. L’intervento più recente, di un paio di giorni fa, è quello turco: in un video il capo del Dipartimento nazionale per l’educazione, Alpaslan, Durmus, ha annunciato che la teoria dell’evoluzione di Darwin sarà eliminata dai testi scolastici delle scuole elementari perché “controversa”. “Se i nostri studenti non hanno le basi, la conoscenza scientifica o le informazioni per comprendere il dibattito intorno ad argomenti controversi, noi li lasciamo fuori”.

Da settembre, dunque, l’evoluzionismo non sarà insegnato nelle scuole di grado inferiore ma resterà in quelle superiori. Al contrario, ha aggiunto Durmus, si darà spazio all’eurocentrismo e alla musica turca come strumento di enfatizzazione dei valori nazionali. Ovvie le reazioni critiche da un ampio spettro politico, sindacati, intellettuali e partiti che leggono nell’eliminazione di Darwin come il tentativo di plasmare la società turca intorno a valori conservatori, islamizzati e distanti dalla tradizionale laicità turca.

Il dibattito c’è, ma forse servirà a poco: il presidente Erdogan ha approvato la bozza di normativa presentata dal Dipartimento nazionale dell’educazione e – a sentire Durmus – il nuovo curriculum scolastico sarà ufficializzato dopo l’Eid al-Fitr, la festa di conclusione del mese sacro di Ramadan.

Negli stessi giorni al Cairo si procedeva a eliminare dal curriculum scolastico degli istituti superiori due date fondamentali nella recente storia egiziana: la rivoluzione del gennaio 2011 e le proteste di massa del giugno 2013 (che si conclusero con il golpe militare dell’attuale presidente al-Sisi, a scapito del presidente eletto Morsi) saranno cancellate.

“Il nuovo curriculum seguirà gli standard internazionali”, si è limitato a dire Reda Hegazy, direttore generale del Ministero dell’Educazione. Gli studenti, dunque, non studieranno quanto accaduto sei anni fa, la rimozione del dittatore Mubarak sulla spinta popolare né il colpo di Stato che ha condotto all’attuale repressione della società civile, dei media e delle opposizioni politiche. Ma soprattutto non si tratterà l’argomento centrale, la forza delle manifestazioni di massa, il riconoscimento del ruolo popolare nella determinazione degli sviluppi politici del paese. 

Una scelta che va nella stessa direzione delle tante assunte per mettere a tacere le normali aspirazioni democratiche della base, dalla legge anti-terrorismo che nella pratica vieta sit-in e proteste fino alla legge sulle ong, volta a rendere le organizzazioni non governative mere fornitrici di servizi. Nena News

 

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