Asharq al-Awsat

29/01/2017

 

L’inizio di un nuovo ordine mondiale

di Adil Darwish

commentatore politico e giornalista egiziano

Traduzione e sintesi di Alberto Claudio Sciarrone.

 

Subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump ha dato il via ad una nuova era per gli Stati Uniti in vari settori quali la politica interna e quella estera, l’economia e la sicurezza al grido di “America first”.

Il presidente americano ha fissato la sua prima visita con il primo ministro inglese Theresa May mentre nello Studio Ovale ritornava la statua di Winston Churchill al posto di quella di Martin Luther King, voluta dal suo predecessore Obama. Dall’asse storico tra Winston Churchill e Franklin D. Roosevelt passando per quello Thatcher-Reagan fino alle alleanze più recenti tra Blair e Bush e Obama e Cameron, il Regno Unito è stato sempre uno storico alleato degli Stati Uniti. I due leader si trovano sulla stessa linea d’onda per quanto riguarda la lotta contro il terrorismo e sembrano anche aver superato le divergenze sulla questione Nato, con Trump che ha ribadito il suo appoggio all’organizzazione internazionale “al 100%”. Il presidente americano ha inoltre espresso la sua ammirazione per “Brexit” come una decisione presa dal popolo britannico in maniera indipendente e liberale.

La nuova amministrazione vuole inoltre riallacciare i rapporti con un altro storico alleato nel Medio Oriente, l’Egitto, riaffermando il suo ruolo storico, geografico e culturale per la stabilità della regione. Il tycoon si è dimostrato disponibile a discutere un nuovo piano di sviluppo economico e di cooperazione in materia di sicurezza e di intelligence per la lotta al terrorismo. In questo ambito, il presidente americano ha inoltra pensato di inserire i Fratelli Musulmani, storico nemico del presidente Al-Sisi, nella lista delle organizzazioni terroristiche. La stima tra i due leader è reciproca: Trump aveva definito Sisi un uomo fantastico mentre quest’ultimo è stato il primo ad inviare un messaggio di congratulazioni al neopresidente dopo l’esito delle elezioni. L’attenzione per il Medio Oriente è stata confermata anche dall’incontro svoltosi ieri con il re di Giordania Abdullah II, il primo leader dei Paesi arabi ad effettuare una visita di Stato a Washington e storico alleato della Gran Bretagna.

Per quanto riguarda le relazioni con i paesi limitrofi, cioè il Canada e il Messico, Trump ha adottato una politica completamente diversa dal suo predecessore: dopo aver firmato i documenti per uscire dal Partenariato Trans-Pacifico (TPP), che si proponeva di creare un mercato comune tra dodici nazioni (la maggior parte delle quali affacciate sull’Oceano Pacifico), il prossimo obiettivo dichiarato è lo smantellamento dell’Accordo nordamericano per il libero scambio (NAFTA). L’accordo entrato in vigore nel 1994 e che coinvolge gli Stati Uniti, il Messico e il Canada, ha recato solo danni all’economia americana facendo perdere posti di lavoro secondo il neoeletto alla Casa Bianca. Analizzati questi eventi, è lecito affermare che la prima settimana dell’amministrazione Trump coincide con l’inizio di un nuovo ordine mondiale..

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