http://www.affarinternazionali.it/ 9 Ott 2017
Nobel Pace: i giovani dell’Ican, premio alla buona volontà di Carlo Trezza
? andato a sorpresa alla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican) il premio Nobel per la pace di quest’anno. L’ Ican è una coalizione, con sede a Ginevra, di organizzazioni non governative appartenenti a circa cento Paesi impegnate a porre fine “all’arma più distruttiva mai creata, l’unica che pone una minaccia esistenziale a tutta l’umanità”. Il progresso nel campo del disarmo e del controllo degli armamenti è per statuto, assieme alla fraternità tra le nazioni e la promozione di congressi per la pace, uno dei tre criteri cui il Comitato norvegese per il Nobel si deve attenere nel concedere l’ambìto premio. La motivazione per la designazione di quest’anno è duplice: “il lavoro svolto per porre l’attenzione sulle conseguenze catastrofiche di qualsiasi uso dell’arma nucleare” e “gli sforzi innovativi (ground breaking, ndr) effettuati per giungere a una proibizione giuridicamente vincolante di tali armi”. Ambedue le motivazioni meritano un approfondimento.
Conseguenze catastrofiche dell’uso della arma nucleare Tale principio venne riconosciuto persino dai cinque Paesi cui il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (Tnp) concede il possesso dell’arma nucleare (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti), sino ad allora riluttanti ad affrontare tale scabroso argomento. Gli stessi Paesi fecero successivamente marcia indietro, allorchè si pose in essere un precesso volto a concretizzare, nel quadro di una serie di conferenze internazionali, l’incompatibiltà dell’uso dell’arma nucleare con il diritto umanitario. L’ Ican si trovò allora in prima linea nel promuovere tale incompatibilità.
Sforzi innovativi per una proibizione vincolante di tali armi Si è effettivamente giunti, attraverso questo trattato, a una proibizione totale e giuridicamente vincolante dell’uso, possesso, sperimentazione e stazionamento dell’arma nucleare, un obiettivo mai raggiunto da quando nel lontano 1946 venne approvata la prima risoluzione dell’ Assemblea generale dell’Onu che proclamò “l’eliminazione delle armi atomiche e delle altre principali armi di distruzione di massa” dagli arsenali militari degli Stati. Il risultato conseguito quest’anno a New York non ha precedenti, ma la sua efficacia effettiva, come si ammette nella stessa motivazione del Comitato di Oslo, rimane da verificare. Il negoziato è avvenuto infatti tra 122 Paesi “likeminded”, nessuno dei quali possiede l’arma nucleare. Non vi hanno partecipato invece gli Stati che la posseggono, quelli che la ospitano sul proprio territorio e quelli che considerano la deterrenza nucleare una componente essenziale per la propria sicurezza. Nella motivazione di Oslo il Comitato norvegese si riconosce che il trattato in sé non darà luogo ad alcuna reale riduzione nucleare e si preconizza un processo graduale per raggiungere l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari.
La centralità per la pace della questione nucleare L’ Ican da anni va affermando l’anomalia del fatto che le armi più micidiali sul piano umanitario, quelle nucleari, siano le uniche rimaste a non essere totalmente proibite. È ferma convinzione, si dice nel comunicato del Comitato norvegese, che l’ Ican abbia ” più di chiunque dato una nuova direzione e nuovo vigore agli sforzi per stabilire un mondo privo di armi nucleari”. I giovani dell’ Ican, che da Ginevra conducono con entusiasmo questa iniziativa, meritano questo incoraggiamento e la visibilità internazionale che ne deriva.
Carlo Trezza, Senior Adviser dello IAI per il Disarmo e la Non Proliferazione e e coordinatore del Gruppo italiano dello European Leadership Network, già ambasciatore d’Italia per il Disarmo e la Non Proliferazione a Ginevra.
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