La nonviolenza e' in cammino (anno XVIII)

Numero 218 del 3 ottobre 2017

 

Alcune parole dette in una chiacchierata tra amici il 3 ottobre 2017, nella giornata della memoria delle vittime dell'immigrazione

 

Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a vivere, senza del quale nessun altro diritto si da'.

Il primo dovere di ogni essere umano e' il dovere di rispettare, aiutare e salvare le vite altrui, e se non si adempie questo dovere cessa ogni civile convivenza e prevale la barbarie e la morte.

Nel giorno in cui facciamo memoria delle vittime dell'immigrazione ricordiamoci della nostra comune umanita'.

Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Siamo una sola umanita': ogni vittima ha il volto di Abele.

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Lo so anch'io che va di moda dire tutto il male possibile dei vecchi professori di filosofia tedeschi.

E lo so che la loro pedanteria sistematica non si confa' all'epoca presente della comunicazione ultraveloce, in cui ogni pensiero seriamente pensato pare sia ritenuto un inutile ingombro.

Ma da uno di quei professori imparai tre cose che non ho dimenticato.

Che nessun essere umano e' un oggetto, uno strumento, un mezzo di cui altri puo' disporre a piacimento come fosse una cosa inanimata: ogni essere umano e' un valore infinito, ogni essere umano e' un fine in se', ogni essere umano pensa, e pensando pensa la liberta' sua e di tutti, pensa la giustizia e la felicita' comune.

Che nessun essere umano puo' accettare di essere tenuto in condizioni di inferiorita': tutti gli esseri umani sanno di essere eguali in diritti; e lo sono proprio perche' ogni persona e' diversa da tutte le altre, ed in questa fondamentale diversita' a tutte le altre e' simile, e l'umanita' consiste di questa pluralita' di esistenze tutte preziose, tutte insostituibili: ogni essere umano e' l'umanita' intera.

Che siccome la Terra e' una sfera, ed ha quindi un superficie non infinita, ogni essere umano che li' dove e' nato non trova modo di vivere una vita degna ha diritto di andare altrove e di fermarsi dove trova un luogo in cui vivere degnamente possa.

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E a voler sintetizzare questi ragionamenti in una formula rastremata, vale ora e sempre l'antica massima (la "regola aurea", come fu definita) che troviamo in tutte le antiche e viventi culture del mondo: tratta le altre persone cosi' come vorresti che le altre persone trattassero te.

Ognuno di noi e' stato alla nascita e per anni del tutto inerme e di tutto bisognoso, ognuno di noi e' sopravvissuto perche' altre persone se ne sono prese cura, cerchiamo di non dimenticarcene mai.

Siamo un'unica umana famiglia, cessiamo di farci del male.

Occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Sono idee antiche come le montagne, ma ancora dobbiamo inverarle.

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