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21 gennaio 2017

Due tomi per 2500 pagine usciranno a maggio per i 50 anni della morte del priore di Barbiana

L’opera omnia di don Lorenzo Milani (1923-1967), comprensiva dei suoi libri e dell’epistolario, oltreché di numerosi inediti, approda nei Meridiani Mondadori, la prestigiosa collana che raccoglie autori e testi considerati classici.

Il doppio volume dedicato allo scomodo priore di Barbiana uscirà nel prossimo mese di maggio, a 50 anni esatti dalla morte del sacerdote autore di “Lettera a una professoressa” e “L’obbedienza non è più una virtù”. Direttore scientifico dell’iniziativa editoriale è Alberto Melloni, studioso di scienze religiose, professore ordinario di storia del Cristianesimo all’Università di Modena-Reggio Emilia, segretario della Fondazione per le scienze religiose di Bologna, che custodisce gran parte delle carte originali di don Milani.

L’impresa si intitola “Tutte le opere”: comprende complessivamente 2500 pagine (raccolte in due tomi indivisibili). Saranno raccolti tutti gli scritti editi e le numerose pagine inedite di don Milani. Nei “Meridiani” compariranno i soli due libri dati alle stampe in vita da don Milani: “Esperienze pastorali”, del 1958, che il Sant’Uffizio fece ritirare dal commercio; e “Lettera a una professoressa”, cui il priore deve la sua fama e che uscì a firma della Scuola di Barbiana un mese prima della morte di don Lorenzo. Troveranno spazio nei due tomi: l’epistolario privato; gli articoli su quotidiani e riviste dedicati a scuola, istruzione, emancipazione e sfruttamento del lavoro; e le due lettere pubbliche sull’obiezione di coscienza rivolte ai giudici e cappellani militari. Saranno raccolti, inoltre, tutti gli scritti sparsi, dalle prime composizioni giovanili ai bigliettini di cui don Milani si serviva per comunicare negli ultimi giorni di vita.

Battezzato durante le persecuzioni razziali, nel 1943 Lorenzo Milani entra in seminario a Firenze, e diventa sacerdote; cappellano a San Donato di Calenzano, vi fonda una scuola serale; presto rimosso dall’incarico e, nel dicembre 1954, mandato come priore a Barbiana, minuscola parrocchia di montagna nel Mugello, continua la sua attività didattica, all’insegna del motto “I care” (“Mi interessa”, opposto allo slogan fascista “Me ne frego”), in due stanze annesse alla canonica: le lezioni, che non conoscono né domeniche né vacanze, raccolgono i ragazzi dei dintorni, figli di contadini e di operai. Gravemente malato dal 1960, muore il 26 giugno 1967.

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