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19 june 2017

 

"Ecco la donna più picchiata d'Italia": agente della Digos provoca e spintona Maya

 

Dopo la denuncia da parte di Maya delle minacce e delle violenze compiute dalle forze dell’ordine mentre si trovava sequestrata in commissariato nella notte tra l’8 e il 9 giugno, tanta è la solidarietà che da tutta Italia (e oltre) si è espressa attorno alla sua storia.

 

A Torino durante l’ultima settimana si sono susseguite diverse iniziative per sostenere Maya contro gli abusi delle forze dell’ordine: dopo una partecipata assemblea in Università e una conferenza stampa sotto il commissariato teatro di questa vicenda, sabato sera circa 200 persone si sono ritrovate in presidio in piazza Vittorio, per tornare tutte/i assieme nel luogo in cui Maya era stata fermata pochi giorni prima. Il presidio si è poi trasformato in un corteo selvaggio che ha attraversato il centro torinese denunciando la vicenda di Maya e additando chiaramente la responsabilità della polizia.

 

La determinazione di Maya nel denunciare pubblicamente quanto accaduto – mettendo in luce le infamie di uomini in divisa troppo spesso considerati intoccabili e abituati ad agire in un clima di impunità - ha evidentemente creato non poco nervosismo tra le forze dell’ordine trovatesi ora al centro dell’attenzione. Ed è così che nella giornata di ieri Maya si è trovata nuovamente a fare i conti con l’arroganza e la violenza della polizia: mentre era in Valle di Susa a un’iniziativa No Tav, un noto agente della Digos torinese, riconoscendola, l’ha spintonata apostrofandola con un “ecco la donna più picchiata d’Italia”. Di fronte a questa provocazione, i No Tav che avevano assistito alla scena sono immediatamente intervenuti, contestando l'agente in questione e spiegando anche agli altri presenti quanto era accaduto, provocando nuove reazioni scomposte e nervose tra le forze dell'ordine che presidiavano l'evento (qui una cronaca dell'iniziativa No Tav di ieri).

Nonostante queste provocazioni, Maya continuerà la sua battaglia sena abbassare la testa e, se questo è il "prezzo" che la polizia pensa di farle pagare per aver deciso di non rimanere in silenzio di fronte agli abusi subìti, sarà ancora più importante continuare a sostenerla negli sviluppi di questa vicenda.

 

Se ne toccano una le toccano tutte!

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