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18/04/2017

 

Nessuna tratativa con i detenuti palestinesi

 

Nessun compresso. Israele non intende negoziare con centinanai di detenuti palestinesi di al-Fatah che da lunedì sono in sciopero della fame per chiedere migliori condizioni di detenzione nelle prigioni israeliane.

Il governo di Gerusalemme, che ha definito la protesta politica e ingiustificata, si è detto pronto ad ascoltare le richieste dei detenuti: “Non c‘è assolutamente alcuna ragione per proseguire con lo sciopero” ha fatto sapere il portavoce del ministro degli esteri dello stato ebraico. “Possono presentare le loro richieste e le autorità israeliane vedranno cosa fare. Israele, da parte sua, ha aggiunto, di aver allestito nel Neghev un ospedale da campo dove saranno curati quanti fra gli scioperanti dovessero avere bisogno di cure nei prossimi giorni. Ma con i terroristi non si tratta.”

Gli oltre 1000 prigionieri palestinesi, seguendo l’appello del loro Marwan Barghouthi, chiedono la fine delle limitazioni alle visite e ai contatti con i familiari, fa notare il fratello di uno dei detenuti palestinesi, un migliore accesso alle cure mediche, la fine delle restrizioni all’ingresso di libri, vestiti, cibo e regali da parte dei parenti, il ripristino di alcune attività educative e l’installazione di più telefoni. Non ci sembra troppo. Anzi è il minimo dei loro diritti, di quelli applicati nelle altre carceri nel mondo arabo o in altri paesi stranieri.”

Intanto a Gaza centinaia di persone sono scese in piazza contro l’isolamento in carcere di Barghouthi, misura decisa l’altro giorno da Israele per incitamento alla rivolta.

 

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