Wafa e Ma’an

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8/7/2017

 

Bimbo di 18 mesi muore due mesi dopo aver respirato gas lacrimogeni. I soldati israeliani avevano ostacolato i soccorsi

 

Un bimbo palestinese di 18 mesi è morto venerdì, due mesi dopo aver inalato gas lacrimogeni lanciati dalle forze israeliane contro le case della cittadina di Abud, nel distretto di Ramallah.

Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, il ministero palestinese della Sanità ha affermato che a causa della gravità della sua condizione, Abdul Rahman Barghouti, 18 mesi, era stato trasferito all’ospedale Hadassah di Gerusalemme dopo aver inalato gas lacrimogeni.

Wafa ha sottolineato che “tutti gli sforzi per salvare la sua vita sono falliti”, e il bambino è stato dichiarato morto venerdì sera.
Barghouti aveva inalato gas lacrimogeni lanciati contro la sua abitazione dai soldati israeliani, durante la manifestazione cittadina del 19 maggio a sostegno di circa 1.300 prigionieri palestinesi che stavano effettuando uno sciopero della fame di massa per richiedere un trattamento e condizioni migliori nelle prigioni israeliane.

All’epoca, le forze israeliane lanciarono lacrimogeni nelle case palestinesi, causando asfissia in molti residenti, tra i quali il piccolo Barghouti.
Allo stesso tempo, le forze israeliane spararono munizioni letali contro i manifestanti, ferendo diversi giovani palestinesi.

Secondo Wafa, i soldati israeliani impedirono all’ambulanza della Mezzaluna Rossa palestinese di raggiungere la casa di Barghouti, costringendo i medici palestinesi a correre a piedi per fornire il primo soccorso al bimbo. I medici, poi, furono costretti a portarlo in braccio verso l’ambulanza, situata a 30 minuti dalla casa di Barghouti. Tempo prezioso perso che forse avrebbe salvato la vita del piccolo.
Barghouti è il 36° palestinese ucciso dalle forze israeliane dall’inizio del 2017.

 

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