nena-news.it - Ultimi aggiornamenti di venerdì 21 luglio 2017:

ore 22:25 

3 coloni uccisi nell’insediamento di Chalamish (Cisgiordania). Abbas, intanto, annuncia: “Sospensione di tutti i contatti con Israele”

Tre coloni, due uomini di 40 e 60 anni e una donna di 40 anni sono stati accoltellati a morte stasera nell’insediamento di Chalimish (nella zona centrale della Cisgiordania). Un’altra donna israeliana di 60 anni è stata trasferita all’ospedale Sharei Tzedek di Gerusalemme. Le sue condizioni sono giudicate serie. Il presidente palestinese Abbas, intanto, annuncia la sospensione di “tutti i contatti” con Israele.

ore 18.45

BILANCIO DELLA MEZZALUNA ROSSA: 390 PALESTINESI FERITI

La Mezzaluna rossa ha appena dato il bilancio della giornata di scontri tra Gerusalemme e Cisgiordania: 390 palestinesi sono stati feriti, la maggior parte per inalazione di gas lacrimogeni, 38 a Gerusalemme e 66 in Cisgiordania da pallottole vere e proiettili di gomma. Cinque gli agenti di polizia israeliani feriti.

ore 16.30

TERZA VITTIMA PALESTINESE AD ABU DIS, CISGIORDANIA

Un terzo palestinese è morto in un ospedale di Ramallah, dove era stato portato a causa delle ferite riportate in scontri con l’esercito israeliano ad Abu Dis, Cisgiordania


Palestinians hauled the body of Muhammad Abu Ghanam to avoid it being confiscated by Israeli forces


infopal.it - 21/7/2017 - 42 feriti fra i manifestanti davanti alla moschea di al-Aqsa - Quds Press, PIC. Giovedì sera perlomeno 42 palestinesi sono rimasti feriti quando le forze israeliane hanno attaccato decine di partecipanti al sit-in vicino alla Porta di al-Asbat della moschea di al-Aqsa. Il reporter di PIC ha riferito che le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro i manifestanti, ferendone molti. Tuttavia, il sit-in è continuato. Due dei feriti, colpiti da proiettili rivestiti di gomma, si trovano in condizioni critiche. Secondo la Mezzaluna Rossa, tutti i feriti sono stati ricoverati negli ospedali. A quanto riportato, le truppe israeliane hanno anche minacciato lo staff della Mezzaluna Rossa e hanno vietato loro di avvicinarsi alla Porta di al-Asbat e all’area di Wadi al-Joze. Un soldato israeliano è stato leggermente ferito durante gli scontri scoppiati vicino alla moschea. I manifestanti hanno richiesto la revoca delle misure razziste applicate dalle autorità d’occupazione israeliane al luogo santo. Sono stati riportati degli scontri anche davanti alla Porta di al-Sahera della moschea di al-Aqsa e nella cittadina di al-Ram, a nord della Gerusalemme occupata.

http://nena-news.it/

21 lug 2017

 

“Venerdì della rabbia”, due palestinesi uccisi

 

Due giovani uccisi. Israele vieta l’accesso alla Spianata delle Moschee ai palestinesi con meno di 50 anni. Dieci arresti nella notte, 22 feriti negli scontri. Un giovane ucciso vicino a Betlemme, mentre 3mila poliziotti vengono dispiegati intorno alla Città Santa

 

AGGIORNAMENTI:

ore 15.40 –

SECONDO PALESTINESE UCCISO. 190 I FERITI, TRE GRAVI.

Sono almeno 190 i palestinesi feriti negli scontri a Gerusalemme con la polizia israeliana. Tre di loro sono gravi. Sui social network alcuni palestinesi denunciano raid della polizia dentro l’ospedale al-Makassed, alla ricerca di persone ferite da arrestare.

Secondo fonti mediche dello stesso ospedale, un altro giovane è deceduto in ospedale per le ferite da arma da fuoco riportate. Sarebbe stato identificato come Mohammad Abu Ghannam, residente nel quartiere di Al-Tur. Anche il suo corpo è stato subito portato via per i funerali.

 

RAID NELL’OSPEDALE AL-MAKASSED

https://twitter.com/_/status/888387218091515905

 

ore 14.20 –

GIOVANE UCCISO A RAS AL-AMUD, COLPITO DA UN COLONO

Un giovane di 17 anni, Muhammad Mahmoud Sharaf, del quartiere di Silwan, è stato ucciso da un colono con colpi di armi fa fuoco. Secondo fonti mediche è stato colpito al collo. La famiglia ha subito celebrato i funerali per paura che la polizia israeliana confiscasse il corpo.

 

ore 13.45 –

SCONTRI IN CITTA’ VECCHIA, POLIZIA LANCIA GRANATE STORDENTI

Sono in corso scontri tra palestinesi e polizia israeliana in alcuni quartieri a ridosso della Città Vecchia: a Ras al-Amud, a pochissima distanza dalla Spianata delle Moschee, i poliziotti lanciano granate stordenti per disperdere la folla. Sono migliaia i fedeli che hanno pregato fuori dalla Spianata, guidati dai leader religiosi che hanno invitato a non entrare come forma di protesta per l’istallazione di metal detector.

Proteste in corso anche in alcune città della Cisgiordania, tra cui Betlemme e Hebron. Qui, secondo testimoni, l’esercito sta sparando pallottole vere

 

Ore 13.15 –

ABBAS CHIAMA KUSHNER AL TELEFONO

Il consigliere del presidente palestinese Abbas, Nabil Abu Rdeneh, ha riportato di una telefonata oggi con il consigliere del presidente statunitense Trump e suo genero, Jared Kushner. Abbas avrebbe chiesto all’amministrazione Usa di intervenire per far rimuovere i metal detector dalla Spianata e riportare la calma a Gerusalemme.

 

ore 11.45 –

MIGLIAIA DI PALESTINESI IN MARCIA VERSO LA CITTA’ VECCHIA, PRIMI SCONTRI

Sono migliaia i palestinesi in marcia verso la città vecchia di Gerusalemme, controllati da almeno 3mila poliziotti di frontiera. A pochi minuti dalla preghiera del venerdì, sono già scoppiati i primi scontri vicino alla Porta di Damasco, mentre centinaia di fedeli hanno pregato all’alba di fronte alla Porta dei Leoni. Alcuni giornalisti, israeliani e stranieri, hanno denunciato di essere stati bloccati dalla polizia mentre cercavano di avvicinarsi alla Porta dei Leoni per raccontare gli eventi di oggi.

 

Roma, 21 luglio 2017, Nena News –

 

Il venerdì della rabbia palestinese è arrivato. La tensione intorno a Gerusalemme è altissima dopo giorni di proteste e scontri. E morti invisibili: ieri un altro giovane palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano a Tuqu’, villaggio vicino Betlemme circondato dalle colonie. Aveva 26 anni e si chiamava Mohammad Hussein Tanouh, è stato colpito quattro volte dai soldati israeliani vicino alla scuola del paese per poi essere schiacciato da un veicolo militare.

Secondo l’esercito stava tentando di investire dei soldati ma testimoni raccontano una versione diversa: il ragazzo era a piedi ed è stato preso di mira dai militari. Mentre camminava, disarmato, è stato colpito alla testa e al petto da dieci metri di distanza, per essere poi investito.

Immediata è esplosa la protesta a Tuqu’: i giovani sono scesi in strada e hanno lanciato pietre ai soldati che hanno risposto con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Almeno 15 i feriti tra i manifestanti, tra cui uno colpito alla testa da un proiettile di gomma.

Un’altra morte che si aggiunge ai 41 palestinesi uccisi quest’anno e i quasi 300 morti dall’ottobre 2015. E ora la tensione rischia di esplodere di nuovo, intorno alla Moschea di al-Aqsa e la Spianata delle Moschee. I palestinesi ne sono convinti: Israele sta mettendo in atto una serie di misure di sicurezza – metal detector, tornelli, divieto alla chiamata alla preghiera dagli altoparlanti – per modificare lo status quo del luogo sacro e giungere, a breve, nella divisione fisica in due, come successo nel 1995 con la Moschea di Abramo a Hebron.

Per oggi sono previste manifestazioni a Gerusalemme e nei villaggi vicini, un giorno della rabbia a cui ha fatto appello Fatah e a cui si sono unite anche gli altri partiti palestinesi. Stamattina all’alba le autorità israeliane hanno emesso un ordine destinato ad accendere la tensione: divieto di ingresso per la pregheria del venerdì sulla Spianata agli uomini palestinesi con meno di 50 anni.

Intanto circa 3mila poliziotti sono stati dispiegati in Città Vecchia e almeno dieci palestinesi sono stati arrestati nella notte: tra loro alcuni attivisti, tra cui Hatem Abdel Khader, rappresentante di Fatah a Gerusalemme e capo negoziatore sullo status di al-Aqsa. Ieri sera aveva dato per fallito il dialogo con la controparte israeliana. Negli scontri scoppiati ieri notte 22 palestinesi sono rimasti feriti, nei pressi della Porta dei Leoni. E questa mattina alcuni fedeli provenienti dalla Cisgiordania e in possesso di permessi di ingresso in territorio israeliano sono stati rimandati indietro ai checkpoint


Non mancano le voci contrarie all’interno dell’establishment israeliano: ieri, durante la riunione d’emergenza indetta dal premier Netanyahu, lo Shin Bet (i servizi segreti interni) hanno detto che le nuove barriere andrebbero rimosse, opinione non condivisa dalla polizia. Che insiste: i metal detector resteranno sulla Spianata fino a quando sarà necessario, ha detto ieri il portavoce Rosenfeld. “Settimane o mesi, finché sarà necessario”. E a vincere è questa linea: questa mattina l’alto consiglio di sicurezza israeliano ha lasciato aalla polizia la decisione finale. Nena News

Video

 

21 lug 2017

Palestinians riots outside Old City of Jerusalem

Old city

Old city 2

20 lug 2017

Watch: New footage of Temple Mount attack

19 lug 2017

Rabbi Jeremy Gimpel Arrested on Temple Mount

September 23 2017 Alignment & Revelation 12 confirmation via "Late but Great Convergences!

18 lug 2017

Muslims rage over Temple Mount metal detectors

Urgent 2017: Rebuilding The Third Temple is beginning.

17 lug 2017

Altercations at Lions Gate


http://www.repubblica.it/

21 luglio 2017

 

Israele vieta accesso alla Spianata delle moschee per under 50: due palestinesi uccisi, uno ha 17 anni

 

Scontri tra polizia e reparti dell'esercito israeliano dopo che il governo ha lasciato in funzione i metal detector e inasprito le misure di sicurezza. Proteste in corso anche in Cisgiordania a Hebron, Betlemme, Ramallah e Tulkarem. Fonti mediche parlano di 200 feriti, contusi, ustionati ed intossicati

Due palestinesi sono stati uccisi oggi negli scontri avvenuti a Gerusalemme est nei pressi della spianata delle moschee, dopo la decisione delle autorità dello stato ebraico di permettere l'ingresso nel terzo luogo sacro dell'islam esclusivamente alle persone con più di cinquant'anni di età. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Maan una delle vittime è un ragazzo di 17 anni, colpito da un colono israeliano a Gerusalemme Est, nel quartiere a maggioranza araba di Ras Al-Amoud. La polizia ha confermato la morte solo di quest'ultimo.
 

Centinaia di persone sono rimaste ferite da proiettili di gomma o intossicate da gas lacrimogeni. Le forze dell'ordine hanno impedito alle ambulanze palestinesi di raggiungere la zona e la Mezzaluna rossa ha fatto sapere che alcuni suoi addetti sono stati colpiti da candelotti lacrimogeni. Altri incidenti si sono verificati in Cisgiordania: all'ingresso di Betlemme e al valico di Qalandya, presso Ramallah.

Sempre secondo la Mezzaluna Rossa, i feriti sono almeno 193, sia a Gerusalemme sia in Cisgiordania. Oltre 4 poliziotti, sono 41 i feriti nel centro di Gerusalemme, portati in centri di soccorso medico, in maggioranza perché sono stati colpiti da oggetti, proiettili di gomma e hanno riportato ustioni, mentre altri 31 sono stati curati sul posto. Nel quartiere di Isariya, due persone sono state ferite da munizioni vere, 10 da proiettili di gomma, 40 sono state curate per aver inalato gas lacrimogeni e ustioni.
 

In Cisgiordania, 11 feriti sono stati registrati a Ramallah, a causa di granate stordenti, gas lacrimogeni e munizioni vere, mentre 38 a Betlemme, in gran parte per asfissia da gas. Disordini sono avvenuti anche nel nord e nel sud del Territorio paletinese, con tre feriti a Qalqilia, sei a Tulkarem e sei a Hebron, di cui due per proiettili veri.

La spianata delle moschee - per gli ebrei il monte del tempio, ugualmente un luogo santo - è stata fonte di gravi tensioni negli ultimi giorni in seguito all'attacco terroristico contro due poliziotti israeliani, uccisi il 14 luglio scorso: gli assalitori infatti vi si erano rifugiati prima di essere abbattuti dalla sicurezza. Da allora il governo israeliano ha deciso di installare dei metal detector all'ingresso del sito, misura aspramente contestata dai palestinesi che per protesta hanno deciso da domenica scorsa di radunarsi a pregare all'esterno della spianata.

Proprio per evitare un eccessivo affollamento della città vecchia nel venerdì, principale giornata di preghiera islamica, e quindi ulteriori problemi di sicurezza la polizia israeliana ha deciso di consentire l'ingresso nella zona ai soli ultracinquantenni, provvedimento peraltro non inedito e che mira a ridurre il rischio di attentati.

 

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha tuttavia più volte assicurato di non voler alterare in alcun modo lo statu quo (non scritto) che permette ai musulmani di accedere liberamente al sito mentre gli ebrei devono limitarsi ad ore precise e senza potervi pregare. Di fatto lo stato ebraico controlla l'accesso alla spianata ma la gestione degli edifici di culto è affidata alla Giordania.

Amman ha chiesto la "immediata e totale" riapertura del sito ai fedeli, lanciando un appello alla comunità internazionale perché intervenga sulla questione. Ieri era stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a chiedere la rimozione dei metal detector "vista l'importanza della spianata delle moschee per tutto il mondo musulmano" e sembrava che il premier ne stesse valutando la rimozione per oggi, giorno della preghiera del venerdì. Ma dopo le consultazioni con i capi della sicurezza e i membri del governo, Benjamin Netanyahu ha deciso di mantenerli attivi.

Nei giorni scorsi il Mufti di Gerusalemme ha ordinato che le moschee cittadine siano tenute chiuse e che i fedeli convergano invece verso la Spianata, al massimo delle loro capacità date le limitazioni imposte dalla polizia. In ogni caso, ha aggiunto, i fedeli avrebbero dovuto rifiutarsi di passare dalle porte elettroniche. Il presidente palestinese Abu Mazen ha convocato a Ramallah in Cisgiordania una riunione urgente dei vertici dell'Olp e di al-Fatah per discutere la "pericolosa escalation israeliana alla moschea al-Aqsa". Abu Mazen è stato costretto ad abbreviare una visita ufficiale in Cina per seguire da vicino l'evolversi della crisi a Gerusalemme.

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