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25 luglio 2017

 

Tolti i metal detector grazie alla mediazione del re di giordania

 

Le autorità israeliane hanno disposto la rimozione dei metal detector posti nei giorni scorsi all’entrata della Spianata delle Moschee, a Gerusalemme, dopo le forti proteste dei palestinesi e le pressioni della comunità internazionale, in particolare della Giordania.
La decisione del premier Benjamin Netanyahu è arrivata dopo la telefonata con il re giordano Abdallah, ed Amman ha disposto il rilascio dei diplomatici israeliani fermati per essere interrogati dopo il caso della guardia aggredita nel suo appartamento da un fattorino di un mobilificio, la quale per difendersi ha ammazzato il proprietario dell’immobile ed un collega dell’aggressore.
Alla base dell’azione potrebbe esservi stato un alterco più che una motivazione di carattere politico, tuttavia per poco non si è rischiata la crisi diplomatica tra i due paesi, in pace dal 1994, mentre l’ufficiale israeliano continua ad essere ricoverato in un ospedale di Amman, dove le autorità giordane contano di interrogarlo.
Non è chiaro se il provvedimento di oggi ritira, oltre ai metal detector, il divieto per i maschi under 50 di accesso alla Spianata, terzo luogo sacro dell’Islam, ma si tratta comunque di un passo importante, utile a prevenire la terza intifada, che stava per avviarsi. Al posto dei rilevatori elettronici verranno istallate telecamere per il riconoscimento del volto.
La vittoria diplomatica appare essere di re Abdullah, che in un sol colpo ha placato gli animi dei palestinesi e ha tolto le castagne dal fuoco agli israeliani.
Alla decisione di imporre limitazioni e controlli a chi entra nella Spianata delle Moschee si è giunti dopo che venerdì 14 luglio tre assalitori palestinesi avevano fatto irruzione sulla Spianata delle Moschee nei pressi della Porta dei Leoni armati di fucili Carl Gustav, di fabbricazione artigianale, e di una pistola, ed avevano aperto il fuoco colpendo tre militari israeliani, uccidendone due prima di venire a loro volta neutralizzati.

http://www.asianews.it

25/07/2017

 

Israele toglie i metal detector dalla Spianata delle moschee

 

Lo smantellamento avvenuto stamane prima dell’alba. Al loro posto Netanyahu propone nuove “tecnologie avanzate” di controllo. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva chiesto di trovare una soluzione entro venerdì. Inviato Onu per il Medio oriente: questi eventi possono creare catastrofi ben oltre il Medio oriente.

 

Questa mattina prima dell’alba, un gruppo di lavoro ha rimosso tutti i metal detector che nei giorni scorsi erano stati piazzati per controllare l’entrata alla Spianata delle moschee, il terzo luogo sacro dell’islam.

 

La decisione - che aveva suscitato sommosse e critiche internazionali - è stata presa stamane dal gabinetto del premier Benjamin Netanyahu. Una dichiarazione ufficiale afferma che al posto dei metal detector saranno approntate “ispezioni di sicurezza basate su tecnologie avanzate e altri mezzi”.

 

Israele aveva installato i metal detector alla Spianata dopo che il 14 luglio scorso due poliziotti erano stati uccisi da alcuni arabi israeliani, fuggiti con le armi nel sito sacro.

Per i musulmani la decisione unilaterale violava lo status quo (che conferisce ai musulmani la responsabilità dell’uso delle moschee nella spianata) ed appariva come un ennesimo tentativo di impossessarsi del controllo dei luoghi santi.

 

Molti musulmani hanno rifiutato di passare attraverso i metal detector e hanno preferito pregare nelle strade, dove sono scoppiati disordini e scontri con la polizia. I cristiani si sono schierati coi musulmani accusando Israele di voler trasformare in conflitto religioso quello che è una questione politica.

 

Papa Francesco ha chiesto a tutti “moderazione e dialogo”  insieme a una ripresa dei tentativi di riconciliazione e di pace.

 

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è radunato in emergenza ieri sera. L’inviato Onu per il Medio oriente, Nickolay Mladenov, che ha spiegato la situazione al Consiglio, ha poi sottolineato che “è importante trovare una soluzione entro venerdì” (giorno di preghiera per i musulmani).

 

“I pericoli sul terreno cresceranno” ha aggiunto. Questi eventi, ha fatto notare, “hanno il potenziale di avere un costo catastrofico molto al di là dei muri della città vecchia, molto al di là di Israele e Palestina, molto al di là dello stesso Medio oriente”.

 

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