Fonte: Sputnik Mundo

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Mar 24, 2017

 

Gli USA hanno volutamente prodotto il “caos controllato” in varie parti del mondo

Traduzione e nota di L.lago

 

Gli USA ed i loro alleati stanno creando intenzionalmente un “caos controllato” in molte parti del mondo e questo sistema è ampiamente utilizzato attualmente da Washington, lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Serguei Lavrov, in una conferenza tenuta nell’Accademia degli Stati Maggiori delle Forze Armate della Russia.

 

“Il concetto di caos controllato” è apparso da molto tempo come un mezzo per rinforzare l’influenza degli USA, concetto che si basa su una idea di generare tale caos ben lontano dalle coste degli Stati Uniti. I politologhi e i disegnatori della politica estera di Washington hanno sempre puntato in particolare contro il Medio Oriente”, ha segnalato Lavrov, nelle dichiarazioni raccolte dal canale Zvezda.

Secondo il titolare del Ministero degli Esteri russo, in Iraq ed in Siria, il caos controllato è stato deliberamente creato e attualmente gli USA stanno cercando di seminare il caos anche in Libia e nello Yemen.

“Le operazioni contro i talibani ed Al Qaeda sono iniziate con l’appoggio di tutti i paesi del mondo (delibera ONU). Tuttavia, nel ricevere questa autorizzazione, gli USA hanno operato in modo incoerente. La minaccia terrorista in Afghanistam non è scomparsa anzi è aumentata, la minaccia della droga è aumentata in modo esponenziale da quando esiste la presenza USA/ NATO in quel paese. Si sa che vi sono stati dei contingenti militari NATO che hanno fatto finta di non vedere lo svilupo del narcotraffico nel paese”, ha sostenuto Lavrov.

Il fallimento del progetto del Grande Medio Oriente voluto dagli USA

La Russia ha ottenuto il risultato di bloccare i piani degli strateghi USA di creare il Grande Medio Oriente ed ha fatto fallire il progetto statunitense, lo ha dichiarato fra gli altri, Erdogan Karakus, il tenente generale ritirato della Forza Aerea della Turchia, in una intervista rialsciata a Sputnik.

La realizzazione del progetto del “Grande Medio Oriente” sotto la falsa bandiera dell’imposizione dei “principi democratici ” era iniziata in Iraq, ha continuato in Afghanistan, è stato imposto anche sulla Libia, ed alla fine, questo progetto geopolitico statunitense ha coinvolto la Siria, mediante l’ivio di una armata di mercenari armati ed addestrati dagli USA, reclutati e finanziati da Arabia Saudita e Qatar.

Nota: Secondo l’opinione di vari analisti esperti, se la Russia non fosse intervenuta con le proprie forze militari, realizzando l’operazione di appoggio aereo sul territorio della Siria, il progetto del “Grande Medio Oriente” elaborato dagli USA, che di fatto prevedeva una balcanizzazione della regione e ridefinizione degli stati su base confessionale ed etnica, si sarebbe implementato ed avrebbe provocato crisi ancora più gravi e completa destabilizzazione nei paesi della regione.

Il cambio di Amministrazione avvenuto a Washington e l’ambigua politica estera iniziata da Donald Trump, al momento non hanno portato dei cambiamenti sostanziali a tale progetto, savo il fatto che gli USA stanno aumentando il loro coinvolgimento militare nella regione con l’aumento dei loro contingenti militari e l’invio di nuove forze USA.

Oltre ad una dichiarata ostilità nei confronti dell’Iran, di fatto la nuova Amministrazione sta proseguendo la politica di intervento realizzata da Barack Obama con il rinnovato appoggio di Washington ai suoi alleati nella regione: l’Arabia Saudita ed Israele. Entrambi questi alleati spingono Washington ad intervenire per rovesciare il Governo di Damasco e per isolare l’Iran. Questo obiettivo viene ostacolato dalla presenza della Russia che da ultimo ha provveduto a consolidare le sue forze militari nel paese arabo ed a estendere la sua influenza anche ad altri paesi della regione come l’Iraq e l’Egitto.

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