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19 aprile 2017

 

Liberatelo subito

di Gerardo Adinolfi

 

Il legale del reporter toscano arrestato: "Ci hanno impedito di vederlo" Manconi: "Situazione grave". La Germania: "Pronti a collaborare con l'Italia". Il padre: "Mobilitiamoci per lui"

 

"Il vice console italiano ad Ankara e il legale turco di Gabriele Del Grande sono andati nel carcere dov'é detenuto il giornalista italiano, ma le autorità turche hanno impedito loro di vederlo". A dare la notizia è il presidente della Commissione per i Diritti umani Luigi Manconi che ha avuto un colloquio telefonico con l'avvocato di Del Grande, arrestato dalla polizia turca lo scorso 9 aprile al confine con la Siria, dove stava girando un documentario. Nel pomeriggio, per chiederne la liberazione, il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha chiamato il collega turco Mevlut Cavusoglu: "Ho ribadito la nostra ferma richiesta per il rilascio immediato di Gabriele Del Grande", ha detto il ministro aggiungendo di aver ricevuto il "massimo impegno" dal governo turco  sul fatto che "le procedure verranno concluse al più presto". Alfano ha continuato: "Ho ribadito con forza che la questione delle procedure non può in alcun modo impedire l'assistenza legale e consolare e ogni forma di sostegno e mi è stato assicurato che quanto è nelle loro possibilità per rendere rapida questa procedura sarà fatto. Quindi il caso è seguito al massimo livello e con la massima attenzione possibile".

Procedure che però secondo Manconi "potrebbero essere non brevi" perchè sarebbero emersi nelle presunte accuse ancora ignote a carico di Del Grande "profili di sicurezza nazionale". "Oggi è necessario - conclude Manconi - una stretta alleanza con le istituzioni per restituire Gabriele alla libertà".

Del Grande è detenuto nel centro di Mugla dopo essere stato inizialmente trattenuto in un altro centro nella provincia di Hatay, al confine turco- siriano.  Questa mattina il ministero degli Esteri Angelino Alfano aveva disposto l'invio di una rappresentanza consolare di Smirne. "Quando stava emergendo una possibile soluzione positiva, la situazione si è aggravata ed è emersa la necessità di mobilitarsi", ha detto Manconi presentando al Senato, insieme agli amici di Gabriele Del Grande, un appello alle istituzioni perché si impegnino alla liberazione dello scrittore.

Il reporter toscano ieri ha telefonato alla compagna, che vive ad Atene, dopo quasi dieci giorni di silenzio raccontando di stare bene ma di non avere più né il cellulare né le sue cose e i documenti. "Gabriele è una persona che ha sempre dato voce a chi non ce l'ha e adesso chiede di dare voce a lui. Per questo tutti dobbiamo mobilitarci per lui, affinché torni a casa libero e dalla sua famiglia" - dice a Repubblica.it il padre di Gabriele, Massimo Del Grande. L'uomo ha manifestato la sua volontà di partire "per Roma o la Turchia, ovunque sia necessario purchè si muova qualcosa".

 

Collaborazione all'Italia è stata offerta invece dal ministro degli Esteri tedesco Martin Schaefer: "Se ci sono possibilità di collaborare e di migliorare le possibilità di successo, allora lo facciamo - ha detto - ma vedete da mesi con quanto impegno il governo tedesco si stia occupando ai massimi livelli del caso di Deniz Yucel e quanto magro sia il risultato ottenuto finora, visto il comportamento estremamente rigido della giustizia e anche del governo turco".

 

La mobilitazione Dal Senato gli amici del reporter hanno lanciato un appello alle istituzioni firmato da Francesca Borri, Concita De Gregorio, Giovanni De Mauro, Stefano Liberti, Valerio Mastandrea, Andrea Segre e il regista Daniele Vicari. "Conosciamo Gabriele Del Grande da molti anni - si legge nell'appello - abbiamo condiviso con lui viaggi, inchieste e racconti, avendo l'onore e il piacere di apprezzare la professionalità e l'umanità con cui ha sempre condotto le sue ricerche. Il suo contributo alla democrazia del nostro Paese è da anni di enorme valore, grazie alla sua capacità di incontrare, conoscere e capire realtà diverse e complesse, grazie alla sua lucidità nel saper collegare responsabilità politiche a quotidiane ingiustizie subite da uomini e donne delle tante culture che vivono nell'Italia e nel Mediterraneo di oggi".

L'Italia è così pronta a scendere in piazza. Manifestazioni sono state organizzate a Torino, Milano, Pisa. E a Lucca il sindaco Alessandro Tambellini ha dato appuntamento per oggi alle 18.15 in piazza San Michele per una manifestazione per il suo

 concittadino.

"Invito tutte le associazioni del territorio - dice il sindaco Tambellini - e i cittadini a essere presenti questo pomeriggio per una prima espressione corale della vicinanza di Lucca al nostro concittadino, che da anni è impegnato a raccontare storie difficili di integrazione. Il nostro pensiero va alla famiglia di Gabriele, che sta vivendo momenti di grande preoccupazione. Oggi vorrei che fossimo in tanti".

 

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