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18 ottobre 2018

 

Dal 28 ottobre, in Cina il forum Great Rivers 2018, per la tutela del patrimonio liquido

di Domenico Letizia

Analista geopolitico e responsabile alla comunicazione del Water Muesum of Venice.

 

La tutela del patrimonio liquido e della sostenibilità ambientale legate all’acqua arriva nel continente asiatico. Dal 28 al 30 ottobre si terrà in Cina il Forum “Great Rivers” (GRF) 2018. Questo forum, importantissimo, centrerà l’attenzione su alcuni macro temi quali lo “Sviluppo urbano lungo i grandi fiumi – Riconnessione della città con il proprio fiume” e la creazione dei musei dell’acqua come elemento per preservare tale patrimonio, come esempio concreto di interconnessione tra vari attori politici e regionali che vogliono affrontare la tematica dell’acqua e dello sviluppo sostenibile. Obiettivo della conferenza internazionale è quello di affrontare il rapporto tra uomo e risorsa acqua. Molte civiltà prosperarono nel mondo utilizzando i fiumi adiacenti o che attraversano il proprio conglomerato urbano per la difesa, l’irrigazione, il trasporto, il commercio e naturalmente anche come un mezzo di scambio culturale. L’ eccezionale patrimonio idraulico che fu costruito lungo i grandi fiumi deve essere concepito come il risultato di tale processo, generato da un’eredità tangibile e intangibile e includendo monumenti e artefatti idraulici, ma anche tecniche e modelli di gestione. Questo patrimonio culturale e naturale ereditato dal passato dovrebbe essere valorizzato e tutelato nell’attualità per affrontare specifiche sfide ambientali e della società, per proporre soluzioni per la gestione integrata delle risorse idriche e per rendere le città e gli insediamenti urbani, che si sviluppano lungo il corso dei grandi fiumi, più resilienti e adatti al cambiamento. La Cina che vive il protagonismo di uno sviluppo selvaggio e non conforme alla tutela paesaggistica inizia a guardare con grande interesse tale progettualità, considerando che senza una visone globale del proprio rapporto con l’acqua, la sostenibilità ambientale e idraulica del paese è destinata a collassare. Durante i lavori del Forum “Great Reivers”, la sessione dedicata allo “Sviluppo urbano lungo i grandi fiumi – Riconnessione della città con il proprio fiume” sarà moderata dall’italiano Eriberto Eulisse, coordinatore della Rete Globale dei Musei dell’acqua e del Museo dell’Acqua di Venezia, un’iniziativa sostenuta dall’Unesco-Ihp e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tale sessione analizzerà i vantaggi nel proporre contemporaneamente una ricerca interdisciplinare legata alla civiltà dell’acqua, analizzando gli approcci umani lungo i grandi i fiumi e come tali elementi stanno influenzando le abitudini sociali legate all’idrografia. Il relatore esaminerà, inoltre, il ruolo dei musei dell’acqua nell’interpretare e riabilitare tale patrimonio culturale e naturale, esplorando i vantaggi educativi e sociali nel rincorrere tale approccio interdisciplinare ed olistico. Obiettivo dell’approfondimento è esplorare la prospettiva etica che anima la rete globale dei musei dell’acqua per proporre un mutamento di atteggiamento sociale sul mondo dell’acqua, introducendo il concetto di patrimonio liquido per sostenere e programmare nuove proposte urbane e di coinvolgimento sociale. tese a sostenere soluzioni ottimali per la gestione integrata del patrimonio acqua. Focus di tale approfondimento saranno tre micro tematiche: “Rigenerazione del fiume e recupero delle relative colture d’acqua”; i “Bacini fluviali e sociali: senso del luogo; coinvolgimento e dislocamento delle comunità locali” e “Coinvolgere il pubblico: dalla progettazione museale all’ecoturismo, al tempo libero e al benessere lungo i fiumi e i corsi d’acqua”. Far divenire protagonisti della scoperta e della conoscenza diffusa canali e corsi d’acqua è una ricetta fondamentale per contrastare la crescente e inarrestabile cementificazione e impermeabilizzazione del territorio, il fenomeno di perdita degli invasi idraulici e la conseguente velocizzazione di tutte le acque, che tanto contribuiscono ad aumentare i fattori di rischio idraulico e la vulnerabilità del territorio, in particolare quello di montagna. L’insostenibilità della situazione creatasi negli ultimi decenni ha fatto maturare la necessità di ricercare un nuovo equilibrio tra uomo e territorio, tale da portare a ripensare i corsi d’acqua nell’ottica di dotarli di più spazio, recuperando la naturalità come mezzo primario per ridurre il rischio idraulico, in alternativa ai soliti e costosi interventi di cementificazione delle sponde dei fiumi.

 

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